Al presente: il grido espiatorio di Danio Manfredini

Dal 1 al 3 marzo, presso il Teatro India, è andato in scena Al presente, il capolavoro diretto e interpretato da Danio Manfredini, che proprio con questo spettacolo si è aggiudicato nel 1999 il Premio UBU come migliore attore.

Articolo di Ornella Rosato

 

Bianca, asettica, spoglia, ricolma di dolore e di nostalgia, come una stanza d’ospedale psichiatrico: questa è la scena di Al presente, l’intenso spettacolo di Danio Manfredini, riallestito, con la collaborazione di Vincenzo Del Prete, presso il Teatro India di Roma a vent’anni dalla vittoria del Premio Ubu come miglior attore.

Un uomo e i suoi fantasmi si rincorrono nel labirinto della mente, mai intenzionati a trovar la via d’uscita. Un pas de deux con la sofferenza che sgorga dal ricordo degli affetti più cari, dal tracollo psichico, dall’inetta condizione di prigioniero di un’esistenza meschina.

Danio Manfredini e il suo alter-ego di plastica – un manichino costretto su una sedia a rotelle bifronte – attraversano la scatola bianca che li contiene, fendendo a colpi di umanità il fragile equilibrio psico-emotivo del protagonista.

La caratterizzazione vocale degli ologrammi mentali di Manfredini, ora anziano internato, ora performer in parrucca bionda, dà vita a una drammaturgia sonora che, innestandosi su un tappeto di canzoni pop, musica dance e voci acusmatiche, drammatizza la scena.

Il cerone bianco che ne ricopre il viso, assorbe l’identità di Manfredini che offre il suo corpo a un proteiforme crollo nervoso, irradiato dai bagliori sinistri ideati dalla light designer Lucia Manghi. Il supplizio anela conforto e la preghiera, con il suo effetto placebo, accompagna, nel nome della Santissima Trinità, l’arrovellarsi di un’ombra di folle proiettata sulle chiare pareti.

Una storia senza tempo che, alle tavole di legno, affida lo sfogo autobiografico di un gigante del teatro italiano che ha fatto della propria vocazione, la fune con cui trascinarsi fuori dal buco nero della prostituzione e della povertà che aveva inghiottito la sua vita.

Al presente di Danio Manfredini è un cuore nero che esplode in faccia agli spettatori, testimoni di un amaro, straziante grido espiatorio.

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