CLASH!: collisione e ricerca nella danza europea

Che cosa succede quando il classico incontra il contemporaneo? Il progetto CLASH! When classic and contemporary dance collide and new forms emerge, fin dal titolo, propone un’ampia analisi delle conseguenze di questa collisione e la possibilità di tramandarne i risultati.

Articolo di Valeria Vannucci

La danza per la sua profonda attitudine al movimento è legata al corpo e all’espressione non verbale, il che la rende un prezioso oggetto di studio rispetto alla sua conservazione, tutela e trasmissione. Per quanto le partiture, i sistemi di notazione, i video, le fotografie e i documenti nella storia della danza restituiscano informazioni necessarie per salvaguardare le risorse del suo patrimonio, la componente orale che la caratterizza, classica o contemporanea che sia (o che voglia significare), resiste al segno concluso e concreto. La tecnologia, gli studi di team interdisciplinari e gli sviluppi di questo campo d’indagine sono alla continua ricerca di nuove modalità che possano permettere alla danza di transitare nel tempo, senza rinunciare alle sue peculiarità.

Ricerca, trasmissione e contaminazione, sono dunque aspetti diversi che riguardano l’ambito degli studi sulla danza e possono mettere in relazione realtà che, seppur geograficamente o stilisticamente distanti, «vogliono implementare il proprio lavoro sul contemporaneo ed hanno quindi l’esigenza di lavorare su nuovi codici, modelli produttivi, relazione con il pubblico». Questi interessi comuni hanno dato vita al progetto CLASH!, raccogliendo sei partner europei che si sono messi in ascolto reciproco per rispondere alle necessità sempre nuove del mondo della danza, fra cui l’Università Sapienza e il Balletto di Roma.

Il 20 febbraio 2019 presso il Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo, è stato presentato il progetto CLASH!, che vede i suddetti partner uniti dalla stessa volontà di ricerca verso risposte nuove. Selezionato come uno dei progetti vincitori del bando di Europa Creativa sui progetti di cooperazione europea, l’iniziativa prevede un biennio di ricerca sulle modalità di trasmissione della danza a partire dall’incontro fra classico e contemporaneo, ad opera di un gruppo che unisce compagnie, studiosi, professionisti e produttori, mettendo a disposizione strutture e conoscenze differenti per un fine comune. Questi gli obiettivi che collegano tutti i partecipanti al progetto, di cui fanno parte il Balletto di Roma (IT), 420PEOPLE (CZ), Art Link Foundation For Derida Dance Centre (BG), Companhia de Dança de Almada (PT), Polish Dance Theater (PL) e l’Università degli Studi di Roma Sapienza (IT).

I risultati di queste ricerche verranno presentati con workshop, laboratori, conferenze e andranno a confluire nella creazione di un festival, in cui ognuno dei partner mostrerà una produzione strutturata su una nuova metodologia condivisa, conseguente appunto alla fase di ricerca collettiva. Solitamente per un festival, a parte la progettazione per la sua realizzazione, non è prevista una ricerca preliminare così profonda e spesso si assiste a eventi in cui le riflessioni sullo statuto dell’arte che viene presentata si discutono solamente all’interno della manifestazione, invece di essere pensati come dei risultati da raggiungere prima della loro esecuzione. Altra curiosità che caratterizza l’iniziativa è la mobilità del festival che, partendo da Roma, verrà presentato anche in altre cinque tappe europee. Il Festival CLASH! promuove non solo la diffusione di opere e artisti, ma sostiene anche compagnie di danza del Sud ed Est Europa che, come il Balletto di Roma, desiderano sviluppare il proprio lavoro sul contemporaneo e farsi riconoscere come punti di riferimento nel mondo della danza, anche a livello di innovazione pratico-teorica. Tutti i partner coinvolti nel progetto hanno presentato i loro obiettivi il 4 e il 5 ottobre 2018 presso la sede del Balletto di Roma e in occasione dell’ultima conferenza svolta all’Università, ognuno degli interventi organizzati ha permesso di entrare più dettagliatamente nei meriti del programma e comprenderne sia l’ampiezza che il carattere interdisciplinare.

Luciano Carratoni, direttore generale del Balletto di Roma e project manager di CLASH!, e il Professor Vito Di Bernardi, project manager dell’Università, hanno introdotto i temi e le motivazioni che hanno dato il via al progetto, cui sono seguiti una serie di laboratori teorici moderati dalla Dottoressa Letizia Gioia Monda. Pratiche somatiche e terminologie, lavoro collettivo e compagnia gerarchica, drammaturgia e post-drammaturgia, tecnologie digitali nelle performance di danza come strumenti per archiviare e pubblicare lavori coreografici sono i quattro macrotemi affrontati dai diversi rappresentati del progetto, in ordine: Jivko Jeliazkov, Francesca Magnini, Ana Macara, Maria Franco, Ewelina Chatlas, Pawel Malicki, Marta Lajnerová, Vito Di Bernardi, Luca Ruzza e Johanna Milz.

La parola “clash” vuol dire letteralmente scontro, urto, collisione e in questo caso si tratta di quella che avviene nel mondo della danza fra il classico e il contemporaneo. Questi due termini, entrambi connessi ad enormi universi di senso e controsenso, si riferiscono rispettivamente a due macrosettori della danza come il balletto e la danza di ricerca (o la ricerca tramite la danza), per dirla veramente in due parole. Entrambe facce della stessa medaglia e parti di differenti profili, la cui collisione può far appunto emergere nuove forme, che possono essere unite, mescolate, contaminate a vicenda.

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