Lo spettacolo Europa Vecchia Madre nasce da un laboratorio di danza sociale condotto dal 2009 da Theodor Rawyler, direttore artistico della Compagnia Excursus e codirettore organizzativo di PinDoc/Produzione e Promozione Danza contemporanea, con un gruppo di sedici donne fra i settantacinque e gli ottantacinque anni. Il 9 marzo 2019 al Teatro Lo Spazio di Roma una parte del gruppo ha messo in scena lo spettacolo, costruito a partire dalle loro testimonianze e dai ricordi infantili sul periodo della guerra.
Articolo di Valeria Vannucci
Dall’incontro fra il danzatore Theodor Rawyler e le donne anziane del laboratorio di danza sociale di ViaTerni9/Roma – Coop. Soc. Meta Onlus/Meta Coop Roma è nata Europa Vecchia Madre, uno spettacolo che prevede sia la partecipazione del pubblico alla fase di ‘riscaldamento’ ‒ limitata a fronte della proposta iniziale ‒ che un’esperienza costruita a partire dalle memorie della loro infanzia durante la Seconda Guerra Mondiale. Il laboratorio prosegue da dieci anni presso il Centro servizi per l’orientamento e il benessere del cittadino anziano e ha raccolto una comunità di sole donne, le quali, secondo il direttore artistico del progetto, sono plausibilmente più propense a mettere in gioco il proprio corpo.
Nella fase preliminare le donne, il maestro e qualche membro del pubblico si dispongono in un semicerchio di fronte agli spettatori, presentandosi uno alla volta e svolgendo il movimento connesso al loro nome. Merito dell’insegnante è stato quello di riuscire a mettere a proprio agio ognuno dei partecipanti e renderli consapevoli di poter comunicare attraverso il proprio corpo. I movimenti del riscaldamento possono sembrare minimi ad un occhio di media età, al contrario per una persona anziana può non essere semplice attivare il corpo, soprattutto perché generalmente non sono chiamati a mettersi in gioco fisicamente. Oltre ai benefici salutari che questo tipo di esercizi comportano, l’introduzione all’attività del gruppo è riuscita a mostrare come una partecipazione del genere possa accendere degli stati d’animo positivi in chi le pratica e, di conseguenza, anche in chi assiste. Prima di salutare momentaneamente la platea per preparasi all’esibizione, ogni membro del semicerchio è invitato a cambiare il suo posto per lasciare un segno del proprio attraversamento nell’aria. Come tiene a precisare Theodor Rawyler, l’insegnamento più importante è che il lavoro avviene sempre senza commenti, cioè non è possibile sbagliare.
La performance è stata realizzata per la prima volta cinque anni fa in occasione della Festa della Liberazione e integra i ricordi delle partecipanti a una sorta di pantomima, mescolando giochi infantili e momenti di terrore, in una scena totalmente vuota che le donne iniziano ad attraversare una alla volta con indosso dei grembiuli scolastici. Le voci che narrano i ricordi di ognuna delle donne sulle esperienze della guerra vengono sciolte nel trascinante beat elettronico creato da Concetta Cucchiarelli, in cui viene realizzata una netta divisione fra la parte del gioco, la paura scaturita dal suono di un allarme e l’ingresso di Thomas Rawyler come metafora dell’incontro irreale con i loro padri assenti. Nell’ultima parte ognuna delle donne si rivolge ad uno spettatore per volta, dicendo: «Avevamo poco, ma quel poco lo dividevamo con gli altri, e tu?», donando un pezzetto di pane e invitando il pubblico a dividerlo col proprio vicino. Prima di concludere, un abbraccio di gruppo riscalda l’atmosfera e riporta alla mente un fattore determinante per quest’attività: la gioia di poter partecipare.
Europa Vecchia Madre
Coreografia: Theodor Rawyler
Assistenza e supporto: Danila Blasi
Costumi: Daniele Amenta e Yari Molinari
Realizzazione musicale: Concetta Cucchiarelli in collaborazione con CRM – Centro di Ricerche Musicali
Interpreti: Vilma Galli, Verena Marzuoli, Renata Strozzi, Theodor Rawyler
con il contributo del MIBACT, in collaborazione con ViaTerni9/Roma – Coop. Soc. Meta Onlus