Elogio primaverile

Università e multiculturalismo: il capodanno persiano approda alla Sapienza

 

Articolo di Gianmarco Castaldi

 

«Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, ma cogli l’occasione per comprendere»; così Pablo Picasso teorizzava l’inevitabile destino di una società paurosa e senza controllo, un biasimabile mondo chiuso e intimorito dal prossimo. Ma oltre alle frasi d’effetto e alla retorica pedante c’è chi agisce ardentemente contro le bigotte strutture dei preconcetti, per farsi conoscere, per mettersi a nudo dinanzi al monotono pregiudizio. A una settimana dal capodanno iraniano, i ragazzi dell’Associazione Studenti Persiani dell’Università Sapienza il 15 marzo, presso l’edificio Marco Polo, hanno dato vita a un convegno per presentare le tradizioni che animano il Nowruz mediorientale.

 

 

Nato in ambito pre-islamico, il capodanno persiano è celebrato fortemente dai numerosi popoli che costituivano l’Impero di Persia. In Iran, dove la tradizione millenaria è maggiormente sentita, il popolo dà il via ai preparativi a partire dal mese di Esfand, l’ultimo dell’anno. I passaggi cruciali e altamente carichi di energia che costituiscono il ciclo di festeggiamenti del Nowruz in Iran sono tre: il Khane Tekani, letteralmente pulizia della casa, che iniziando dodici giorni prima del capodanno rappresenta il rito di apertura dei festeggiamenti; il Chaharshanbe Suri, la festa del fuoco, che si celebra l’ultimo mercoledì dell’anno ed è finalizzato a mostrare, attraverso delle rappresentazioni allegoriche, il trionfo della luce sulle tenebre; in ultimo l’Haft Sin, le Sette S, che consiste nella preparazione di una tavola imbandita di oggetti e cibo, i cui nomi si compongono della matrice letteraria persiana Sin. Dall’aglio al testo sacro, dallo specchio alle mele, il tavolo è lo spazio in cui fermenta il simbolismo iraniano, un incontro armonico e simmetrico tra elementi dissimili di una tradizione inalterata.

A dar valore all’incontro, oltre alla mirabile accoglienza dei ragazzi dell’associazione, sono stati gli interventi dei docenti Paola Orsatti, Mario Casari, Carlo Cereti e della dottoranda Mahnaz Dehlavi.

Il convegno si è fatto portavoce di un’antica tradizione, un punto di partenza che culminerà il 21 Marzo con la prima celebrazione del Nowruz all’interno dell’edificio Marco Polo dell’Università Sapienza.

Il capodanno persiano illustra l’inizio di un rinnovato e misterioso ciclo vitale. Tramite danze, musica, poesia e arti visive, l’altalenante esistenza umana, dopo il rigido inverno, si risveglia tra le leggere note poetiche della fertile primavera.

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