Il Festival di Atene e Epidauro: tra cultura e società, la riscoperta del teatro antico là dove tutto è nato

Il giorno 9 aprile 2019, all’Università Sapienza di Roma, si è tenuto un’interessante conferenza con Vangelis Theodoropoulos, Georgina Kakoudaki e Christina Zoniou, i quali hanno presentato agli studenti il progetto, ormai in voga da diversi anni, del Festival di Atene ed Epidauro, che si terrà in estate dal 5 giugno al 10 agosto.

 

articolo di Giovanni Montella e Caterina Ridi

 

Avvicinare giovani provenienti da tutto il mondo al teatro, arricchire il proprio bagaglio con l’esperienza da vivere insieme agli addetti ai lavori, imparare e sperimentare: questi gli obiettivi del Festival di Atene e di Epidauro, che si terrà, come di consueto, d’estate nel Peloponneso, presentato all’Università Sapienza di Roma.

Ha aperto l’incontro il critico, giornalista e docente Andrea Porcheddu, che ha menzionato ed elogiato il periodo particolarmente roseo del teatro greco, che da sempre tratta temi di quotidiana attualità ed etica contemporanea, facendo anche alcuni esempi di attori e compagnie famose del momento. Il teatro in Grecia è luogo di incontro, condivisione, democrazia, dialogo, che fa della presenza pubblico uno dei suoi capisaldi fondamentali, sempre invogliato a partecipare e coinvolto.

La parola passa a Vangelis Theodoropoulos, regista e direttore del teatro Neos Kosmos da circa vent’anni e da tre anni direttore artistico del festival: quest’ultimo mira a promuovere il talento di nuovi artisti greci e a lanciarli sul panorama artistico internazionale, ottenendo anche co-produzioni con artisti teatrali e danzatori di fama mondiale e collaborazioni con teatri e istituzioni regionali provenienti da tutta la Grecia.

La seconda parte dell’incontro si apre con l’intervento di Georgina Kakoudaki, co-curatrice dei programmi educativi all’interno del Festival di Atene e Epidauro, la quale racconta e illustra le caratteristiche e l’organizzazione dell’Epydaurus Lyceum, attività che si anima e prende forma durante lo svolgimento estivo del festival. «Una Summer School per attori, danzatori, performer e studenti provenienti da tutto il mondo dalla durata di quindici giorni, durante i quali sono previsti intensi programmi laboratoriali pratici, accompagnati da lezioni teoriche e masterclass che hanno come focus specifico il teatro greco antico». Così la Kakoudaki ci delinea brevemente quello che accade a Epidauro, condensando in poche parole il portato di un’esperienza che si colora di una vasta e profonda importanza: al carattere giovanile del festival, così lo chiama Vangelis Theodoropoulos, viene affidato il compito di riscoprire le forme e le forze vitali del teatro greco antico, entrando in contatto diretto con quella terra e quei luoghi, là dove tutto è nato. «A maxi-cultural experience, or, simply, a cultural experience», un’esperienza che la co-curatrice dell’Epydaurus Lyceum non vuole definire interculturale o maxi-culturale vista la partecipazione di giovani provenienti da diverse parti del mondo, ma semplicemente culturale. La Summer School è organizzata in un ciclo da quindici giorni, svolto in parallelo alle attività del festival, precisamente dal 2 al 16 luglio 2019, che pone al centro dell’interesse le modalità di reinvenzione del dramma antico nella contemporaneità.

Il progetto educativo prevede l’invio di una domanda di iscrizione per chi fosse interessato a partecipare e il versamento di una quota in cui alloggio, vitto, spostamenti con mezzi pubblici, partecipazione a laboratori (indoor e outdoor) e a spettacoli del festival sono inclusi. La scuola intensiva del dramma antico, seguendo la linea della drammaturgia contemporanea, si propone quindi di trattare di temi sempre attuali; molti gli artisti coinvolti, tra cui spiccano i nomi di Lilo Baur, Gabriele Vacis, George Sampatakakis e Anna Tsichli. Uno degli obiettivi principali di questa scuola estiva è quello di puntare sui giovani, permettendo così a questi l’ingresso nel mondo del teatro, creando una forte concezione di gruppo e del lavorare insieme.

 

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