Spin-OFF: (R)Esistenze teatrali fra diluvio, mare e colline

Articolo di Valeria Vannucci 

«Resistere significa rendersi conto che siamo circondati da cose scandalose che devono essere combattute con vigore. Significa rifiutare di lasciarsi andare a una situazione che potrebbe essere accettata come disgraziatamente definitiva», parole di Stéphane Hessel, scrittore e combattente nella Resistenza francese. 

A proposito di cose scandalose, in queste giornate di maggio gli abitanti dello Spin Time Labssono rimasti senza corrente, interruzione immotivata che ha lasciato al buio più di 400 persone. Parlando di RESISTENZE, le assemblee convocate per risolvere la questione al più presto sono la riprova che bisogna resistere anche nella resistenza, soprattutto per il rifiuto di riconoscere scenari del genere come quotidianità accettate e immutabili. Resistendo, i fatti possono cambiare. 

Collegandosi a queste intenzioni, la programmazione del collettivo Spin-OFF prosegue negli spazi dello Spin Time Labsdi Via Statilia a Roma con una proposta che, guardando all’anniversario della liberazione d’Italia, ha intitolato la giornata del 26 aprile 2019 RESISTENZE, fra presentazioni, istallazioni, teatro e concerti. 

Ad aprire la serata “la resistenza sotto il diluvio”, presentazione del libro di Simone Amendola Teatro nel diluvio in dialogo con il critico e giornalista Sergio Lo Gatto, l’operatrice culturale Floriana Pintoe il drammaturgo Giacomo Sette. Come prima raccolta dei suoi cinque testi teatrali (EravamoPorta FurbaNessuno può tenere Baby in un angoloL’uomo nel diluvioPiccoli pregi), l’autore ha analizzato il concetto di resistenza riflettendo su diversi aspetti che riguardano la marginalità, concentrandosi su problematiche sociali coeve attraversabili dal teatro contemporaneo. 

Viaggi della mente e del corpo costituiscono un’altra costante della serata e dell’immaginario sulla Resistenza, con l’istallazione-performance ideata da Emiliano Valente Roberto Andolfi, progetto a cura di Spin-OFF che invitava il pubblico a guardare Sotto il livello del mare. La scena composta da pochi oggetti, scarpe, qualche vestito, acqua, come il bagnasciuga di una spiaggia desolata, come resti di vite arrivate da chissà dove. Suoni e immagini delle onde del mare danno inizio all’opera audiovisiva, un naturale e impetuoso andirivieni che man mano si tinge di rosso. La presenza umana inizia a sovrapporsi/contrapporsi con l’apparire sempre più netto di impronte digitali, partendo da una lieve sfumatura fino a dominare totalmente l’immagine video. Creando una dinamica di contrappunto fra le onde del mare e le onde del suono, le voci-testimoni di quei viaggi in mare funzionano allo stesso tempo da sintesi, in cui la presenza/assenza dell’essere umano vibra con sempre più forza. «Non puoi lasciare casa tua, a meno che non sia lei a scacciarti via»; «Alcune volte il carcere è meglio dell’oceano sconfinato e un secondino è meglio di cento uomini uguali a tuo padre»; «Fai l’elemosina e lascia perdere la tua dignità», queste e molte altre sono le frasi che circondano la sala, voci tenui che gridano senza alzare il tono. Una sola interprete, l’essere umano che alla fine appare concretamente sulla scena, compie un gesto davanti al pubblico, un’unica azione che conclude tutte le altre immagini già apparse nella mente di chi guardava. Il livello del mare è il termine di paragone da cui l’uomo parte per misurare l’altitudine delle cose nel mondo; quello che finisceal di sotto diventa un altro mezzo di misura, personale e collettivo. 

Nella sala teatrale dello Spin Time Labs è stata la volta di Milton di Emilio Barone, spettacolo ispirato all’opera Una questione privatadi Beppe Fenoglio, con la regia di Alessandra Chieli. In scena Emilio Baronenei panni di Milton e, a tratti, del narratore di se stesso, e Francesco Petti, cui spetta il compito di far vivere tutti gli altri personaggi della storia. Le suggestioni del testo di Beppe Fenoglio– in cui l’amore è resistenza allo stesso modo in cui la resistenza è amore – sono in grado di disegnare scenari poetici che, in questa occasione, soffrono in parte della debolezza dell’espressione fisica rispetto alla narrazione del racconto. Corpo, voce, gesti e presenza non acquistano quella concretezza che le parole di Fenoglio contengono, restituendo in maniera sbiadita le coloriture della Resistenza partigiana. Riprendendo in maniera abbastanza pedissequa l’opera letteraria da cui è tratto, lo spettacolo racconta la storia del partigiano Milton, del suo amore per Fulvia e del suo presunto tradimento. Passando davanti alla tenuta della sua amata, Milton attraversa nella mente i ricordi felici della gioventù con Fulvia, provando ancora più nostalgia sapendo che non potrà rivederla ancora per molto tempo. I suoi sentimenti vengono rovesciati da una confidenza della governante della casa, che rivela a Milton la presenza di un altro uomo: Giorgio, suo compagno partigiano nonché amico. La furia porta Milton alla ricerca di verità e, non potendo raggiungere Fulvia, parte verso il reggimento per avere un confronto con Giorgio. Nulla piega la sua volontà di conoscenza, nessun pericolo può fermare il suo viaggio, ma fra l’offuscamento dell’amore e della nebbia egli potrebbe non tornare. La voce di Fulvia torna più volte sulla scena, suscitando in Milton disagio e resistenza, provando le stesse sensazioni del trovarsi in un campo di guerra inabissato dalla nebbia, in cui puoi sentire ma non vedere il tuo nemico. Disorientamento come espressione della paura della morte che si allinea alla paura dell’amore, di quello che si sta perdendo, senza che ciò possa fermare Milton e la sua prova di resistenza. «Le colline che aveva sempre visto come il teatro del suo amore erano diventare il terreno della sua guerra», nella stessa misura in cui la sicurezza del suo cuore si trasforma in incertezza; eppure Milton, allo stremo delle forze, decide di non arrendersi, insegue il bisogno di sapere se ancora possiede l’anima della sua amata. Un viaggio percorso da dubbi o, più che altro, dalla incapacità di rassegarsi, di resistere ad ogni costo per amore. 

«L’amore, Fulvia, mi ci ha fatto quasi rimanere secco questa volta…». 

A concludere la serata il concerto Live Poeticodella cantautrice Giorgia Frisardi. 

RESISTENZE

a cura di Spin-OFF

Presentazione del libro Teatro nel diluvio di Simone Amendola (Editoria & Spettacolo, 2019)

con l’autore intervengono, resistendo sotto il diluvio: Sergio Lo Gatto, giornalista e critico, Floriana Pinto, operatrice culturale, e Giacomo Sette, drammaturgo.

Installazione Sopra il livello del mare

di Emiliano Valente e Roberto Andolfi, a cura di SpinOff.

Spettacolo: MILTON

Ispirato all’opera di Beppe Fenoglio 

di Emilio Barone

con Emilio Barone e Francesco Petti

musiche originali di Francesco Petti

regia di Alessandra Chieli

prodotto dalla compagnia Teatro Macondo.

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