Riparte il PontelandolFolk Festival; dal 2 al 6 agosto, il festival internazionale, organizzato dall’Associazione Culturale Folk Ri Ualanegli, vivacizza le piazze del paese sannita, costituendo un clima favorevole alla divulgazione di antiche tradizioni popolari.
Articolo di Gianmarco Castaldi
Immaginate un popolo bistrattato, un paese screditato dalla negligenza della storia risorgimentale, un ambiente ferito in cui i cicli ordinari della quotidianità sono cadenzati dal perseverare di una ferrea reminiscenza; unitelo a una matrice magica contraddittoria, a metà strada tra la superstizione e la fede cristiana, in modo tale da percepire gli elementi che strutturano il continuo rinnovo di una tradizione popolare e folclorica, restaurata tra le solide radici di Pontelandolfo, un minuto paese sannita arroccato sull’Appennino campano.
La divulgazione autentica della cronaca storica e antropologica trova riscontro nell’operosità dell’Associazione Culturale Folk Ri Ualanegli, che, da legittimi ambasciatori, esportano da circa un secolo, seppur con qualificazioni eterogenee, l’entità del paese oltre i confini nazionali ed europei. Dagli Stati Uniti alla Germania, dalla Spagna continentale fino all’Est europeo, le frenetiche danze raggiungono angoli di mondi differenti, andando a sostenere la lotta all’incomunicabilità tra popoli e lo scambio culturale costruttivo.
Dopo il successo incontestabile delle precedenti edizioni, il PontelandolFolk Festival, giunto ormai al suo terzo anno di vita, dal 2 al 6 agosto muta l’associazione Ri Ualanegli, guidata dal presidente Antonio Sicardi, da abili portavoce a instancabili e generosi ospitanti. Con il coinvolgimento di altre associazioni folk sannite e la presenza dell’Organizzazione Culturale Ballet Ciudad Duitama (Colombia), del Dance Group Suankularb Wittayalai Chonburi (Thailandia), del Dance Group Troy O’Herlihy (Irlanda), del Gruppo Folklorico di Boavista di Portalegre (Portogallo), il festival infiamma le storiche piazze del centro cittadino, fornendo alla comunità pontelandolfese l’opportunità di scoprire caratteri antropologici sconosciuti.
«Ciò che si fa per amore, lo si fa sempre», il grido di battaglia, nato dalla sapiente e fruttuosa mente del defunto Nicola Lopez, storico presidente dell’associazione, accompagna il ciclo di vita del gruppo in un vortice creativo imperituro e costante. Il claim dell’organizzazione rende viva la lotta contro le avversità burocratiche e politiche, un modo di resistere alternativo e pacifico che dona ampia visibilità alle profonde intenzioni del festival.
Il nome Ri Ualanegli, nell’accezione dialettale, richiama il garzone che conduce l’aratro nei campi: un compito scomodo ma necessario per garantire la giusta dignità alla propria esistenza. Allo stesso modo il gruppo folk pontelandolfese conduce non senza sforzi il proprio aratro, in modo da assicurare, tra i rovi di una società divisa, il rinnovamento adeguato alle estrazioni secolari che animano la vita del paesano.
La condivisione è totale nello spirito e nell’anima di chi propone e si attiva per una visione migliore della società nella riscoperta e conservazione delle tradizioni che hanno reso “ricca” questa terra.