L’abominevole ricordo: Se questo è un uomo di Valter Malosti

Il 2019 è l’anno degli eterni ritorni, una fase temporale che assolve il continuo disinteresse sociale nei confronti delle zone d’ombra dell’umanità. Tornano gli attacchi alla cultura, la libreria La Pecora Elettrica a Roma è stata incendiata due volte nel giro di sei mesi, all’informazione libera e autentica, i giornalisti de L’Espresso aggrediti lo scorso gennaio, ai manifestanti cileni che rivivono la condizione dittatoriale sotto altre forme; torna, per un breve periodo, l’incubo storico e politico di un governo balneare con la crisi aperta da Matteo Salvini l’otto di agosto e torna l’odio razziale e la bieca intolleranza tra le esternazioni degli haters contro Liliana Segre. Una continua riattivazione di un oscuro e colpevole passato, una linea involutiva che si lacera e si riaggancia al proprio capo con estrema agevolezza, decretando inverosimilmente il perdurare di argomentazioni e di accadimenti troppo spesso sminuiti dalla flebile memoria collettiva.

«Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la memoria?»; le parole di Primo Levi, la più autorevole voce di Auschwitz, risuonano nel vuoto generato da una comunità amnesica, una frase che si ripropone attuale nelle cronache odierne, e che riporta la narrazione di Levi, a cento anni dalla nascita dello scrittore torinese, sulle scene teatrali d’Italia. La voce, le parole e le figure emerse dal racconto si formalizzano nello spettacolo Se questo è un uomo diretto e interpretato da Valter Malosti, in scena al Teatro Argentina di Roma dal 5 al 17 novembre.

Tra le buie circostanze create dalle scene a cura di Margherita Palli e le luci di Cesare Accetta, il libro di uno dei più atroci massacri della storia del Novecento vive sulla scena omettendo ogni tipo di mediazione; l’unica voce possibile è quella di Levi che, tra le impostazioni registiche e attoriali di Malosti, ripropone direttamente il romanzo, senza alcuna invadenza esterna. Un monologo nitido e fedele che restituisce i continui stati di un’anima disumanizzata e il turpe resoconto di una fase storica europea. La via della nudità scenica e drammaturgica, condita unicamente da un’istallazione di arte visiva che amplifica il timbro dello spettacolo, è l’audace scelta di chi non interferisce nella salda struttura del racconto, una sorta di reportage visivo della cronaca redatta dallo scrittore.

Torna anche Primo Levi quindi, torna per ricostruire le non più solide basi della società civile; un ritorno legittimo in un tempo dettato dalla scellerata irriconoscenza verso la storia europea e in un periodo di psicosi collettiva che demonizza la cultura e la consapevolezza storica.

Se questo è un uomo
dall’opera di Primo Levi (pubblicata da Giulio Einaudi editore)
condensazione scenica a cura di Domenico Scarpa e Valter Malosti

uno spettacolo di e con Valter Malosti
con Antonio Bertusi e Camilla Sandri

scene Margherita Palli – luci Cesare Accetta – costumi Gianluca Sbicca
progetto sonoro Gup Alcaro Tre madrigali (dall’opera poetica di Primo Levi) Carlo Boccadoro
video Luca Brinchi, Daniele Spanò cura del movimento Alessio Maria Romano
assistente alla regia Elena Serra con la collaborazione di Leda Kreider
assistente alle scene Eleonora Peronetti – scelte musicali Valter Malosti
musiche di Joren Ambarchi, Johann Sebastian Bach, Ludwig van Beethoven,
Cracow Kletzmer Band, Morton Feldman, Alexander Knaifel, Witold Lutoslawski,
Oy Division, Arvo Pärt, Franz Schubert, John Zorn
madrigali eseguiti e registrati dai solisti dell’Erato Choir: soprani Karin Selva e Caterina Iora,
contralto Giulia Beatini tenori Massimo Lombardi e Stefano Gambarino
bassi Cristian Chiggiato e Renato Cadel – direzione musicale Massimo Lombardi e Dario Ribechi
foto di Tommaso Le Pera

Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale,
Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Progetto realizzato in collaborazione con Centro Internazionale di Studi Primo Levi, Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Primo Levi, Polo del ‘900 e Giulio Einaudi editore in
occasione del 100° anniversario dalla nascita di Primo Levi (1919 – 1987).

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