Assediare la soglia. Incontro con Carrozzerie | n.o.t.

Tra le varie esperienze di realtà teatrali alternative fiorite negli ultimi anni, Carrozzerie | n.o.t, fondata nel 2013 da Francesco Montagna e Maura Teofili, rappresenta un’eccellenza, nonché uno stimolo, anche per noi Nottole che li abbiamo incontrati, di immaginare nuove strategie e modalità di rapporto tra artisti, operatori e spettatori.

I due organizzatori, che si definiscono ironicamente «i cinesi del teatro contemporaneo», hanno aperto uno spazio abitabile sette giorni su sette, caratterizzato dalla generosità del loro lavoro e, prima di tutto, da una premurosa attenzione nei confronti delle persone che abitano Carrozzerie | n.o.t.. «L’esperimento di Carrozzerie nasce dal desiderio di un contatto con chi fruisce il teatro, non essendo necessariamente un addetto ai lavori. Uno spunto molto umano», racconta Maura Teofili. Inoltre, non essendo artisti, aggiunge Francesco Montagna, è possibile concentrarsi «su un disegno generale più ampio, che ci esclude, perché il progetto è più importante di noi».

Il desiderio di trovare un luogo fisico dove ampliare le possibilità di incontro tra persone e materia teatrale «si abbina anche a un altro ragionamento che ha caratterizzato e che conduce ancora il progetto di Carrozzerie: quello di farlo dentro gli ambiti della legalità, ma in un sistema di indipendenza». Tramite lo strumento dell’associazione culturale Teofili e Montagna hanno così sviluppato un modello di gestione economica basato «sul contatto diretto con chi partecipa alla realtà del progetto», permettendo la copertura dei costi attraverso l’attività senza chiedere nessun tipo di finanziamento pubblico. Il sistema, seppur delicato, «regge – afferma Teofili – e permette anche di sviluppare delle risorse da destinare al sostegno degli artisti e al resto delle progettualità che nel tempo abbiamo sviluppato». La programmazione è infatti solo una delle attività svolte nello spazio, dove con pari valore, si tengono laboratori per professionisti e non, residenze, monitoraggio della scena emergente e tentativo di scouting e sostegno di queste realtà.

L’equilibrio che sostiene Carrozzerie | n.o.t., fragile e forte proprio nella sua indipendenza, riesce a mettere in moto un meccanismo che Teofili e Montagna amano definire «assedio della soglia». «Non si capisce bene in cosa consista il passaggio tra la scena emergente e quella istituzionale o come sfondare questa soglia. Per cui, amiamo assediarla, perché ceda in alcuni punti e cominci ad essere almeno penetrabile, permettendo il ricambio e quindi la comparsa e l’ascesa sulle scene istituzionali di nuovi nomi».

L’assedio si sviluppa nel tentativo di svincolarsi dalle dinamiche di finanziamento pubblico, sempre più connotate. Esigenze di produzione sempre maggiori causano il proliferare di esperienze di bando troppo spesso fini a se stesse, lontane da un vero sviluppo dei progetti e dal sostegno agli artisti. Fin dalla sua fondazione Carrozzerie promuove il bando odiolestate che, oltre ad essere un’opportunità di residenza agostana per gli artisti, è uno «strumento fondamentale di curiosità» per Carrozzerie. «Il sistema teatrale ci sembra molto piccolo, ma in realtà è composto da milioni di vasi, molto spesso non comunicanti», odiolestate funziona dunque come una sorta di indagine al contrario per connettersi anche «con le istanze artistiche che provengono dal basso e bassissimo underground». Concentrandosi solo sui contenuti e sulla qualità dei progetti si cerca di introdurre un principio di rinnovamento, con sempre una grande attenzione alla sostenibilità.

La ricerca della qualità, nel discorso della direzione artistica di Carrozzerie | n.o.t., si fonda «nel senso di impegno, di serietà di sguardo e di approfondimento anche verticale rispetto al progetto che gli artisti sviluppano». La direzione, con coerenza, onestà e umiltà nei confronti di un concetto tanto ampio e astratto come “la qualità”, si concentra su artisti che possano essere considerati autori in un senso molto esploso e non necessariamente legato alla sperimentazione, bensì all’urgenza e alle esigenze specifiche. Scovare quindi ciò è sconosciuto, «perché è quello che non sappiamo che ci dà la possibilità di continuare a cercare e ad avere senso nella nostra piccola pratica quotidiana».

Centrale, nel progetto di Teofili e Montagna, è la costante attenzione alla microcomunità che abita Carrozzerie, creando un rapporto di fiducia tra le persone, «soggetti pensanti e proattivi», che solo incidentalmente sono poi artisti, spettatori, operatori, critici. L’intento è ricomporre «la strana scissione per cui il binomio ‘teatro contemporaneo’ genera la sensazione di qualcosa di per sé non arrivabile, non comprensibile». Bisogno, dunque, di «favorire l’incontro tra la persona e la materia», creando opportunità di innamoramento tramite un meccanismo causa effetto spontaneo. «Trovare il modo per rendere questi momenti di fruizione partecipata veramente vivi». Una dinamica responsabilizzante che si attua anche nei confronti della critica, con cui si incoraggia il dialogo diretto, occasione di nutrimento per gli artisti.

Rinnovamento dello sguardo, curiosità, dialogo produttivo e scambio con gli altri sono gli atteggiamenti vitali che sostengono Carrozzerie | n.o.t.. Lo scopo primario è creare un contatto tra le persone e il teatro, ma anche tra le persone stesse. «Da soli saremmo quattro mura se non ci fossero gli artisti a riempirle di senso, se non ci fossero le persone che si nutrono del senso che gli artisti propongono. Non si può stare soli facendo questo lavoro. purtroppo o per fortuna, tocca per forza guardare in faccia l’altro».

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