Homolù Dance. Franco Cenci in mostra a La Sapienza

«La società umana sorge e si sviluppa nel gioco», scriveva Johan Huizinga nel 1939. Non solo, anche «la cultura sorge in forma ludica […], nelle sue fasi originarie, porta il carattere di un gioco, viene rappresentata in forme e stati d’animo ludici». Lo storico olandese dunque, riconoscendo al gioco una funzione essenziale nello sviluppo delle società animali e umane, accanto all’homo sapiens e all’homo faber pone l’homo ludens.

Il gioco, come strumento tramite cui osservare e percepire la realtà, si incontra con la produzione artistica di Franco Cenci (Monterotondo, 1958), cui è dedicata un’esposizione presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza, visitabile fino al 15 gennaio 2020. La mostra, curata da Julie Pezzali e Antonella Sbrilli, prende titolo da un’opera emblematica del pensiero e dell’arte di Cenci: Homolù Dance (2019). Evocando il saggio di Huizinga, Cenci mostra agli spettatori il carattere performativo intrinseco al gioco e all’arte. Assumendo una posa quasi rituale i visitatori possono accendere la scritta Dance, realizzata con luci al neon, riscoprendo letteralmente oltre che figurativamente la dimensione ludica che gli appartiene.

Franco Cenci, Le armi dei bambini (2015)

Le opere di Franco Cenci attraversano molteplici temi, così come svariati sono gli stili che utilizza per la realizzazione della sua arte. Fotografia, collage, grafica, scultura o cucito sono solo alcune delle tecniche osservabili al MLAC con cui di volta in volta Cenci affronta fatti storici o personali. Utili per orientarsi tra le opere scelte sono sette parole chiave, riunite in un glossario dalla giovane curatrice Julie Pezzali: famiglia, sport, geometria, morte, infanzia, uccello e, ovviamente, gioco. Ognuno di questi termini contiene e sviluppa dei micromondi, narrazioni con cui i visitatori sono invitati a interagire. Homolù Dance non è infatti l’unica opera giocabile in mostra. Si trovano Rebus (2018) da risolvere o uno strano Pannello aeromortuale (2016) che, simulando orari di partenza e di arrivo di voli aerei, nasconde in realtà luogo di nascita e morte e anni di vita di alcuni artisti. Lo spettatore che volesse provare a indovinarli troverà la soluzione in Alfabetiere (2016), opera complementare esposta accanto alla precedente. Giocando con la morte l’artista tenta di esorcizzarla e una simile operazione si compie anche nelle opere che compongono la serie Armata Innocenza (2005-2018). Fotografie di bambini che impugnano oggetti domestici come fossero armi, riprodotte poi in forma di giocattolo in piccoli e colorati collage affiancati alle foto. Il depotenziamento dell’arma nel gioco, che tuttavia la mette in risalto, diviene simbolo del passaggio dall’infanzia e della sua originaria beatitudine, sottolineata dalle aureole che portano i bimbi, a sfavore della consapevolezza caratteristica dell’età adulta.

Anastasia Norenko, Cenci Franco (2019)

Questi pochi esempi bastano a svelare come la partita di Cenci, poetica e ironica, non manchi di grande serietà e riflessione. Le sue opere sono basate su accurate ricerche, studio e letture. Attraverso la decontestualizzazione di forme e linguaggi Franco Cenci restituisce uno spaccato sull’uomo contemporaneo, appropriandosi della dimensione ludica per affondare nella Storia e nella storia dell’arte, nell’architettura, nel calcio e anche nella propria vita e rapporti personali, come quando trasforma gli amici in Uccelli da party. Sotto forma di magneti, ceramiche, disegni o collage, questi volatili variopinti raccontano le persone che ritraggono, i loro caratteri e le loro passioni.  

Approfondendo invece l’aspetto storico-artistico che interessa e sostiene la produzione di Cenci, l’artista invita il pubblico a un gioco partecipativo. Il 13 dicembre, negli spazi del MLAC, un gruppo di visitatori è stato chiamato a indovinare il Ritratto dell’artista da bambino a partire dall’opera Dedalus (2019), che si compone, appunto, di fotografie d’infanzia di celebri artiste o artisti. Cenci stesso ha preso parte alla performance, interpretando Pablo Picasso con ironia e giocosità. Il pubblico, da parte sua, ha avuto la possibilità di mettersi alla prova e di riscoprirsi nella propria dimensione ludica, rileggendo arte e realtà nella «dimensione favolosa» del gioco.

Homolù Dance. Opere di Franco Cenci
28 novembre 2019 – 15 gennaio 2020
MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea
Città Universitaria, Sapienza Università di Roma
Piazzale Aldo Moro, 5 – 00185 Roma

Immagine di copertina: Franco Cenci, Dedalus, 2019

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