Anna Basti e Chiara Caimmi, aprono al pubblico di Carrozzerie | n.o.t. un primo studio dell’indagine sui dispositivi di controllo sui nostri corpi che stanno conducendo. Le due giovani performer intrecciano i propri percorsi accomunate dal desiderio di esplorare la realtà attraverso il corpo. Dopo Relax_nothing is under control (2017), l’indagine ha un nuovo approdo in Unlock. Un discorso in costruzione «sia pratico che teorico, sui condizionamenti che i nostri corpi (e di conseguenza i nostri pensieri, emozioni e possibilità) subiscono quotidianamente».
Le performer si presentano in equilibrio precario, danzano e cantano sulle note di You don’t own me di Lesley Gore (1963). Le vite strette in un corsetto, evidente ma funzionale metafora di costrizione, con ricercata e ironica goffaggine dovuta all’instabilità delle posture, Basti e Caimmi inscenano un balletto stereotipato, tentando di rientrare e mostrarsi in un canone estetico che le vuole belle, snelle e sorridenti. Ma lo sbilanciamento dei corpi vacillanti e delle identità che rappresentano si distorce sempre più, fino ad esplodere. La musica accelera a ritmo impossibile, le voci nei microfoni si fanno metalliche, alterate, quasi incomprensibili. Cadono i corsetti e il corpo viene coinvolto dalla deformazione sonora. Il ventre si muove, si gonfia e si ritrae in modo innaturale in un tentativo di riappropriazione fisica.
A partire da questa distorsione musicale, vocale e corporea la performance evolve giungendo a un ballo sfrenato e a primo impatto liberatorio. Coinvolgendo lo spettatore in un’esplosione di energia, eludere lo stereotipo e sbloccare i meccanismi di controllo sui corpi per infine liberarli sembra inizialmente possibile. Tuttavia, se nella prima parte della performance il cliché da bambolina era incarnato in maniera evidente, anche in questo secondo momento dello spettacolo la libertà del corpo si mostra fragile. L’apparente emancipazione si rivela illusoria, la visione dei corpi è frammentata da luci stroboscopiche, che conferiscono anche alla danza un movimento nuovamente nevrotico, instabile.
Basti e Cammi chiedono a se stesse e al pubblico se sia possibile resistere agli attacchi dei dispositivi, se degli spazi conquistati di libertà possano sfuggire al controllo. Ma Unlock innesca un cortocircuito, l’affermazione del corpo è la sua negazione e il reale riscatto da modelli estetici da raggiungere e imposizioni sociali e culturali è, almeno per ora, ancora precario.
Da un’idea di Anna Basti
Elaborazione e messa in scena Anna Basti e Chiara Caimmi
Con Anna Basti e Chiara Caimmi
Direzione tecnica e disegno luci Maria Elena Fusacchia
Musiche originali Iva stanisic/Iva and the Toy George
Assistenza fonica Lukas Wildpanner
Supporto tecnologico Alessandro Petrone e Francesco Castrovilli
Con il sostegno di Inteatro Residenze, Centrale Fies, KOMM TANZ/Teatro Cartiera residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto
Foto di copertina di Piero Tauro