C’è voglia di ripartire dopo il lockdown, ma soprattutto l’arte non vuole fermarsi. Per questo, lo scorso 13 luglio 2020, Dominio Pubblico ha inaugurato la settima edizione del festival Under25 con una conferenza stampa in streaming su Facebook. Il Covid-19 non impedisce alla giovane direzione artistica di quest’anno di programmare il proprio festival e cercare nuove soluzioni per il proprio mestiere. Tante le novità introdotte.
In apertura, l’intervento delle rappresentanze istituzionali: Miriam Cipriani, Direttrice Regionale Cultura, Politiche Giovanili e LazioCreativo, Luca Bergamo, Vicesindaco con delega alla Crescita Culturale, Giorgio Barbero Corsetti, Direttore del Teatro di Roma, Francesca Corona, Consulente Artistico per il Teatro India, Luca Fornari, Amministratore delegato dell’ATCL, Katia Caselli, Coordinamento Artistico Progettuale Spazio Rossellini. Assente Emanuele Bevilacqua, Presidente del Consiglio di Amministrazione del Teatro di Roma, che dichiara con una lettera letta da Tiziano Panici il suo pieno appoggio al progetto, elogiando la formazione e la costruzione di un nuovo gruppo. Sembra esserci molta fiducia sui giovani anche da parte del FUS, che inserisce Dominio Pubblico nel finanziamento triennale per lo spettacolo dal vivo. Si parla di lasciare spazio ai giovani, soprattutto da parte del Teatro di Roma, di Corsetti e Corona. Novità di quest’anno è lo Spazio Rossellini, protagonista di questi primi interventi. Il festival si svolgerà anche all’esterno del Teatro India, poiché le sale saranno occupate dagli spettacoli della produzione del Teatro di Roma.
In seguito all’intervento di Caselli, i membri della Direzione Artistica del Festival hanno presentato i risultati della loro selezione. Il tema è Fuori Fuoco, un invito ad andare oltre i generi artistici anche se, confessa Clara Lolletti: «Nonostante la volontà di superare i generi, ci siamo comunque trovati a dover dare categorie e definizioni per far orientare meglio il pubblico». I ragazzi, infatti, si sono interrogati sul significato profondo di ogni categoria, indagandone le peculiarità e scegliendo il modo per renderla al meglio fruibile. Interessanti sono le scelte artistiche.
La nuova categoria Performance, ad esempio, «Nasce dall’esigenza di trovare una collocazione a progetti ibridi, che mescolano diversi codici e linguaggi, che sono teatro ma non propriamente “spettacolo teatrale” e che sono adattabili anche a contesti diversi dal palco tradizionale» (sempre Lolletti). La direzione ha così deciso di riconoscere una categoria artistica, ha sentito il bisogno di distinguere uno spettacolo teatrale da una performance e comprenderne i diversi bisogni. Cos’è uno spettacolo teatrale? Perché una “performance” non può essere considerata tale?
Novità anche per il reparto Cinema. Spiega Matteo Polimanti: «La programmazione prevede quattro appuntamenti, dal 27 al 30 luglio, che manderemo in onda sulla piattaforma streaming Dplay, sulla nostra pagina Facebook. Ogni giorno alle ore 16.00. Le prime due puntate sono dedicate ai sei corti selezionati dal bando, quindi di registi italiani. Ad ogni puntata ci sarà anche un’intervista che sarà rivolta ai diversi registi. Nella prima e seconda puntata saremo noi della direzione artistica, approfittando del fatto che abbiamo più o meno la stessa età dei giovani registi, a fare le interviste. Invece, per quanto riguarda la terza e quarta puntata, dedicate al cinema network, avremo una riflessione sulle dinamiche di genere. Attraverso le interviste, cercheremo di offrire degli scorci su alcune tematiche che tutta la direzione artistica di Dominio Pubblico ha ritenuto attuali e che è bene discutere con registi sia italiani che provenienti da diverse parti del mondo. Il confronto sarà ancora più ricco».
Il cinema si sposta dalla sala alla rete, un passaggio semplice e vantaggioso per questa generazione: «La decisione è stata collettiva da parte di tutta la direzione, mossa dalla necessità di valorizzare gli spettacoli dal vivo. Con il Covid-19 si sono ridotte le nostre possibilità di ospitare gli artisti, ci siamo trovati in difficoltà con gli spazi. Abbiamo approfittato della vocazione intermediale del cinema per portarlo su una piattaforma streaming, rinunciando a una proiezione in sala consapevoli che si trattava della sezione più adatta a un passaggio del genere. Dovendo dire quali saranno i vantaggi del mandare il cinema in streaming, sicuramente quello di dare vita a una platea virtuale che non abbia limitazioni di biglietti, di posti e di spazi. Dentro una sala cinematografica non c’è lo stesso tipo di relazione che c’è fra spettatore e attore in uno spettacolo dal vivo e quindi abbiamo rinunciato all’aria che si respira dentro la sala cinematografica durante la proiezione. La nostra è una scommessa. Il senso del mandare i nostri corti in streaming è quello di renderli disponibili a più persone possibili approfittando del fatto che per vederli non ci sia bisogno di spostamenti, ma di un semplice click sul proprio telefono. Le regole dei social, in generale di ogni piattaforma virtuale, ci consentono questo tipo di vantaggi».
Nuove sfide e nuove frontiere per discutere dell’arte oggi, che sia spettacolo dal vivo, cinema, musica, arti visive o circo. Il festival porta avanti tematiche importanti e scelte artistiche innovative in maniera responsabile e cosciente, per un futuro post-Covid, per una nuova arte che Clara Lolletti sogna caratterizzata da «Stabilità, partecipazione e novità».