Itinerari di confine è il titolo scelto per l’edizione 2020 del festival di danza contemporanea TenDance, dedicata da Danila Blasi e Ricky Bonavita al danzatore, coreografo e ricercatore Theodor Rawyler, codirettore artistico della manifestazione recentemente scomparso. Profondamente impegnato negli ambiti della community dance, Theodor Rawyler, fra le innumerevoli realizzazioni artistiche, ha creato una serie di percorsi laboratoriali, alcuni dei quali incentrati sull’incontro con la danza in ambienti clinici e sociosanitari, nutrendo di passione e dedizione ogni comunità che si è venuta a creare grazie al suo impegno.
Coltivando proprio quei territori di confine che l’arte abbatte e di cui TenDance si fa portavoce, la programmazione di quest’anno muove i suoi primi passi fra la strada e il teatro, proponendo mostre e spettacoli, incontri d’approfondimento svolti dal vivo e altri realizzati in versione streaming.
Dal 10 al 21 ottobre numerosi artisti, provenienti dai più svariati ambiti della danza contemporanea, porteranno le loro proposte artistiche nella provincia romana, inaugurando le giornate di Latina (16-18 ottobre) con la performance urbana collettiva Sakura, proseguendo per tutto il fine settimana con Giuseppe Muscarello, il collettivo Dehors/Audela, Sara Sguotti, Davide Valrosso, la compagnia Spellbound, Fabrizio Favale, Paola Bianchi e la compagnia Ivona di Pablo Girolami (per il programma completo: https://www.festivaltendance.it/programma.html).
Riportiamo qui il testo di presentazione di quest’anno che ben esprime gli intenti dei Direttori artistici e del Festival:
Theodor Rawyler, codirettore artistico del festival recentemente scomparso, si è sempre occupato di cultura di confine, non solo per il suo lavoro sulla community dance, ma anche come spunto di riflessione per la programmazione degli eventi e degli spettacoli nelle varie edizioni del festival. Per questo, volendo dedicare a lui questa edizione, il tema del confine ci appare come un itinerario, una visione, un concetto che possa davvero restituire la natura più profonda di Theodor e del nostro festival. Confine dentro il quale agire e confine da superare. Luoghi di confine e vite vissute al confine. Corpi e menti borderline, liminari, di confine.
Confine come possibilità di diversità di vedute, emozioni e culture. Pensare e vivere il festival proponendolo come un momento di incontro fra artisti e culture, come un passaggio attraverso possibili crocevia culturali, in una città che ospitando tutto questo si proponga come luogo di scambio di idee e di proposte. Queste modalità, già a noi care e già sperimentate nella passate edizioni del festival, attraverso incontri, laboratori, residenze e spettacoli, assumeranno qui un aspetto ancor più incisivo come obiettivi e finalità, attraverso una capillare scelta degli artisti, dei lavori e degli eventi proposti. Intenti comuni e pensieri contrastanti diventeranno motivo di incontro e scontro, come alla frontiera tra due paesi in guerra o in pace, diffidenti o abituati al libero scambio, per riunirsi in una grande visione artistica che per sua natura abbatte ogni confine.
Ph. dal sito di TenDance – festival di danza contemporanea