Sessanta spettacoli in prima italiana, cinque prime assolute, cinque proiezioni di Digital Stage, cinquecento artisti provenienti da tredici paesi, eventi sparsi in quindici sedi diverse. Una media di cinque appuntamenti al giorno, per la durata totale di tre settimane (25 giugno – 11 luglio 2021): con questi numeri si presenta la sessantaquattresima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, il più antico evento performativo italiano, nato da un’intuizione di Gian Carlo Menotti nel 1958. A più di un anno dallo scoppio effettivo della pandemia, la sfida alla quale l’intero impianto organizzativo e artistico del festival ha dovuto rispondere, si stanzia e misura in un equilibrio fragile retto dalla volontà di ripartire, mettere nuovamente in moto la macchina pantagruelica matrice di questo evento e farlo nel rispetto delle norme sanitarie e di contenimento della diffusione del contagio da Covid-19.
In occasione della conferenza stampa, tenutasi il 9 aprile e aperta dall’intervento del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, la direttrice artistica del Festival Monique Veaute ha sottolineato un punto nodale, primario che rende questo evento unico nel suo genere: la convergenza, all’interno di un solo qui ed ora, delle due nozioni di «patrimonio e modernità». Le arti performative, protagoniste del microcosmo Festival dei Due Mondi, trovano in Spoleto non un mero contenitore ospitante o una cornice, ma il proprio palcoscenico: la città e ciò che vi accade per i diciassette giorni della durata del festival, vivono e respirano assieme, si integrano senza soluzione di continuità. Dello stesso avviso anche Tiziana Tombesi, Presidente Fondazione e Commissario del Comune di Spoleto, la quale, durante il suo intervento in conferenza, ha affermato che «il festival è un volano per il territorio, si identifica con la città di Spoleto. Nei cortili, nelle chiese, in quei luoghi che la città offre a mani aperte, si incastonano spettacoli di avanguardia, quelli, cioè, che sembrerebbe inimmaginabile svolgere fra queste vie».
Il vastissimo e diversificato programma, presentato dalla Veaute, prevede una suddivisione in sette macro-aree degli eventi calendarizzati: musica, danza, teatro, digital stage, rassegne, mostre e incontri. L’input da cui ha preso le mosse la creazione e l’organizzazione del programma del Festival, sembra fare tesoro delle modifiche alle quali ha dovuto sottoporsi e adattarsi l’intero settore dello spettacolo dal vivo durante la pandemia, quando, cioè, la pratica del gathering è stata vietata in funzione della salvaguardia della salute personale ed altrui, obbligando coloro che svolgevano la propria professione live e in compresenza, a reinventarsi anche attraverso l’uso delle piattaforme e mezzi digitali. Difatti, il Festival dei Due Mondi prevede, per l’estate del 2021, una doppia linea di fruizione degli eventi: una off-line, quindi live, degli spettacoli, incontri, rassegne, mostre e una on-line, denominata Digital Stage: quest’ultima includerà la videoproiezione di cinque spettacoli ai quali, a causa dell’emergenza sanitaria, è risultato impossibile approdare alla realtà della scena.
La scelta della tipologia di eventi rientranti nell’off-line delle due macro-aree musica e teatro, secondo le parole della direttrice artistica, ha preso a modello due personalità cardine del Festival di Spoleto: «il programma musicale stesso si è ispirato alla figura di Gian Carlo Menotti e a ciò che ha promosso la figura di Giorgio Ferrara per quanto riguarda la prosa». Nella sezione musica, si riscontrano concerti che vedono protagoniste realtà estremamente diverse fra loro: la Budapest Festival Orchestra, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, promesse emergenti, musica elettronica e sperimentale, jazz, opera e persino il cantautorato indie italiano, specificamente nella figura del duo Colapesce e Dimartino, il cui concerto si terrà il nove Luglio in Piazza Duomo. La selezione degli spettacoli legati al settore teatrale ha ruotato attorno a un focus preciso: la promozione delle nuove generazioni di drammaturghi italiani e internazionali. Presenzieranno artisti quali Alan Lucien Øyen, Leonardo Lidi, Liv Ferracchiati, Lucia Calamaro, Valter Malosti (che dirige intesto con cui Massimo Recalcati debutta come autore teatrale) e Robert Lepage. La programmazione non si ferma alla sola rassegna di spettacoli: saranno previsti incontri con gli artisti, tavole di dibattito aperto, approfondimenti e convegni. In aderenza all’ambito teatrale, ma rientranti nella categoria Progetti Speciali, sono calendarizzati eventi che vedranno la partecipazione attiva di giovani registi e attori in laboratori di stampo internazionale, strutturati dall’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Il settore danza vedrà la partecipazione di coreografi e ballerini provenienti da diverse parti del mondo, con la presentazione di opere all’insegna della commistione di multipli linguaggi artistici. Nella sezione Progetti speciali, spicca la partecipazione della prima edizione assoluta del Festival Rai per il Sociale: componenti della redazione Rai (main media partner del Festival dei Due Mondi) organizzeranno discussioni aperte, incontri e approfondimenti sul tema della sostenibilità ambientale ed economica, inclusività, coesione sociale, ruolo delle nuove generazioni e delle donne. In co-produzione con il Festival dei Due Mondi, Rai per il Sociale presenterà anche uno spettacolo dedicato ai ragazzi delle scuole di Spoleto dal titolo La leggenda dell’Olandese Volante. Art&Science into Spoleto è invece l’evento, sempre facente parte dei Progetti Speciali, realizzato dalla Fondazione Carla Fendi, anch’essa main partner del Festival.