Error Materia al teatro Vascello

Al Teatro Vascello va in scena Error Materia: cronaca di un Pinocchio suicida

Giovane originario della Guinea si impicca dopo essere stato pestato da tre ragazzi italiani. Il suo nome era Musa Balde, ma tutti lo chiamavano Pinocchio. Aveva il piede sinistro storto, una cravatta stretta al collo, e due gambe dure come legno, stanche di scappare.

Il povero burattino si è tolto la vita ieri sera a Roma al Teatro Vascello, alla fine dello spettacolo Error Materia – Studio dal Pinocchio di Collodi, in scena dal 25 al 30 maggio, scritto, diretto e interpretato dai giovani Evelina Rosselli, Caterina Rossi, Michele Eburnea, Diego Parlanti.

Il pestaggio è avvenuto lo scorso 9 maggio. Pinocchio stava semplicemente chiedendo l’elemosina per strada, ma i tre aggressori sostengono di averlo sorpreso mentre rubava il cellulare di uno di loro. Checché ne dicessero gli altri, Pinocchio non era un bugiardo. Aveva molti difetti, questo sì: era orgoglioso, ingenuamente spavaldo, fin troppo istintivo, magari in passato era anche incappato in qualche scaramuccia di troppo, e più di ogni altra cosa era un gran credulone; tuttavia la menzogna non gli apparteneva.

Quei cinque soldi che stava cercando di racimolare sporgendo appena la mano dal marciapiede, gli servivano per proseguire il viaggio alla ricerca del suo povero babbo, finito chissà come disperso per mare. Pinocchio non sapeva nemmeno che volto avesse, l’ultima volta che l’aveva visto era troppo piccino per ricordarselo.

I giorni trascorsi dopo l’aggressione sono stati indubbiamente difficili per il ragazzo, che da soli cinque anni aveva raggiunto la maggiore età. Ventitré anni, si sa, son pochi e durano un istante, ma rischiano di diventare molti se passati a fare il somaro, a ricevere le bastonate di ignoranti teste di legno. E soprattutto: rischiano di pesare come un macigno, così ingombrante da non poter più proseguire il cammino.

A nulla sono valse le suppliche dei suoi cari amici «il grillo parlante» e «la bella bambina dai capelli turchini», che più volte gli avevano detto di non avventurarsi da solo per strada, che di loschi figuri in circolazione ce ne erano molti ed era meglio essere cauti. Pinocchio testa di un mulo non è mai stato ad ascoltarli, per poi finire vittima di un’ingiustizia bella e buona.

«Fino a poche ore fa non eravamo a conoscenza della vicenda di Ventimiglia. Error Materia è stato messo a punto pochi mesi fa, il fatto che sia riuscito a legarsi così significativamente alla più stretta attualità ci turba e ci fa riflettere molto. Nostra intenzione era proprio quella di denunciare l’abuso di potere, così come ogni forma di violenza che lo perpetra».

Diego Parlanti

Al termine dello spettacolo, frutto di una ricerca tanto ricca quanto essenziale, il pubblico, anche lui giovanissimo, non si è risparmiato. I lunghi ed entusiasti applausi, tuttavia, non sono riusciti a far dimenticare il silenzio immediatamente succeduto alla morte del burattino. Una parola soltanto rimane impressa nelle menti, la parola di un ragazzo abbandonato a se stesso, quella parola a metà via fra supplica e pretesa: «Babbo». Chissà come si chiamava…

Error Materia – Studio dal Pinocchio di Collodi
scritto, diretto e interpretato da Evelina Rosselli, Caterina Rossi, Michele Eburnea, Diego Parlanti
progetto luci Michela Piccioni
progetto sonoro Filippo Lilli
direttore di scena Danilo Rosati
foto di scena Manuela Giusto
elettricista Paride Donatelli
aiuto elettricista Giuseppe Incurvati
una produzione La Fabbrica dell’Attore, Teatro Vascello, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico

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