di Margherita Dotta e Lea Paiella
Day #1
È iniziata la seconda parte del Festival Ammutinamenti [abbiamo pubblicato il comunicato stampa qui e il secondo resoconto qui], che – come ogni anno – ospita al suo interno la Vetrina della giovane danza d’autore, una delle azioni del Network Anticorpi XL.
Nonostante il tempo non sia dei migliori, l’accoglienza è delle più calorose: infatti al Teatro Alighieri di Ravenna, il team tutto al femminile dell’Associazione Cantieri Danza è lì farci sentire subito a casa.
Per questa prima serata è prevista la presentazione di quattro lavori di giovani coreografi.
In ordine di apparizione, abbiamo assistito a After All di Giovanni Careccia, Eufemia di Giorgia Lolli, Idillio di Lorenzo Morandini e Punch 24 di Roberto Tedesco.
After All
di Giovanni Careccia
con Giovanni Careccia, Arianna Cunsolo
drammaturgia Christian Consalvo
musiche Lorenzo Mondelli
con il sostegno di ArteMente, Centro di Alta Formazione della Danza
La prima performance a cui assistiamo è quella di Giovanni Careccia, classe ’93. Il quale, insieme ad Arianna Cunsolo, porta sul palco di Ammutinamenti “After All”.
Dopotutto. Il termine scelto come nome della performance porta già con sé l’atmosfera nostalgica di qualcosa che ormai è finito. Ma anche la curiosità di ciò che resta.
È su questa dinamica che il giovane coreografo si interroga, attraverso la relazione intima tra corpi complementari, che si cercano, si imitano, si sfiorano fino a riuscire a toccarsi. Ci sono momenti che lasciano il segno (come recita la descrizione della performance), che sono i gesti più semplici, come i palmi delle mani aperti davanti agli occhi, o lo sfiorarsi delle punte delle dita. Che sono anche i momenti più intimi e romantici. Poi c’è il distacco, fisico ed emotivo, conseguenza di qualcosa che irrompe dall’esterno, dalle apparenze, dal desiderio di mettersi in mostra.
Noi in platea siamo spettatori di questo viaggio, che ripercorre le tappe di un legame destinato a non concludersi. O meglio, a ricominciare da capo. Dopo tutto ciò che è stato vissuto, forse nulla è cambiato, ma, al tempo stesso, è cambiato tutto.
Eufemia
Di Giorgia Lolli
con Sophie Annen, Vittoria Caneva, Giorgia Lolli
Musiche AA.VV.
Produzione Anghiari Dance Hub
Che meraviglia i terzetti!
Giorgia Lolli, coreografa e interprete di Eufemia, lo sa e restituisce al pubblico il vibrante e mai scontato rapporto con le altre due frizzanti interpreti. Una pièce tutta al femminile, che ricorda i più veri e intimi rapporti di sorellanza, quelli in cui il bene si dimostra anche nella differenza, nella distanza e nei momenti di dispetto. Difatti la danza è qui un reticolato di rapporti, che si sviluppa in assoli, duetti e terzetti incastrati e senza soluzione di continuità, sorprendendo lo spettatore con disegni spaziali mutevoli. Il risultato è un ambiente difficile da definire. Del resto Eufemia è «tutto quello che decidi che sia», offrendo con un’unica chiave passpartout l’accesso a un qualche cassetto della memoria di ciascuno. A dare una direzione tra i ricordi individuali solo una parola: innocenza, che il pubblico, chiamato direttamente in causa, ricollega al termine “cuore”. E lì, in quel “cuore” fatto di lettere, descritto minuziosamente in tutte le sue qualità estetiche e sensoriali, che si rivela la complessità di Eufemia: una e molteplice, che abita le stanze del mondo con sfaccettature sempre diverse, in cui la danza si fa fisica e intima al tempo stesso.
Idillio
di e con Lorenzo Morandini
musiche e suoni Mattia Nardon, Giuseppe Verdi
sviluppato all’interno di Incubatore CIMD – progetto sostenuto da MiBACT
produzione NINA con la collaborazione di Fabbrica Europa
realizzato nell’ambito del bando Residanza – La casa della nuova coreografia 2019, bando di ospitalità e residenza coreografica azione Gap! Change! Now! Projects for the next dance generation – Movimento Danza 2018/2020
con il sostegno di KOMM TANZ/Passo Nord residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni
in collaborazione con il Comune di Rovereto con il sostegno di Oriente Occidente nell’ambito del progetto Residenze Artistiche 2021 – Passo Nord
Dopo un duo e un terzetto si arriva a un solo: è l’Idillio di Lorenzo Morandini. Il danzatore, nel silenzio, guarda noi spettatori e ci indica. Prima, noi, poi lui, poi fa un gesto come per dire “insieme”. In sottofondo, un suono indistinto e alcune voci registrate che dicono cose incomprensibili. Morandini continua a indicare. Noi, lui, insieme. Ed è inevitabile chiedersi cosa stia cercando di dirci. Solo a conclusione della performance leggiamo questo nella descrizione di Idillio: “Il corpo esprime concetti tramite il movimento e l’utilizzo dei segni. Il cervello lavora per associazioni e tenta istintivamente di dare significato ai movimenti generati da quel che lo circonda”.
Forse sta qui il trucco. Anche noi spettatori ci troviamo all’interno del sistema di significazione, e ci obblighiamo a trovare un senso ai gesti di Morandini. Il quale, nel frattempo, danza sulle note di Verdi, frenetico, angelico, delirante e leggero al tempo stesso. Poi il registro cambia e la musica serafica di Verdi viene contaminata da un missaggio in chiave dance. Morandini continua a danzare, bombardato dagli stimoli che provengono dalla musica, trasformando i movimenti secondo impulsi inediti, discordi e deliranti. Il risultato è tanto grottesco quanto geniale, e non si può non ridere dell’ironia della performance, la quale centra il punto. Sempre nella descrizione si può leggere:
“Il sovraccarico di sollecitazioni cui il corpo viene sottoposto quotidianamente crea una condizione di crisi, la conseguenza è una rottura che prende le distanze dalla realtà”.
E così il ballerino continua la sua danza delirante, anche quando la musica finisce. Anche quando le luci si spengono.
Punch 24
Coreografia Roberto Tedesco
Musica Not Waving
Danzatori Antonello Amati, Laila Luchetta Lovino
Ultimo ma non ultimo il lavoro firmato da Roberto Tedesco, danzato dai bravissimi Antonello Amati e Laila Luchetta Lovino. Danzato, anzi, iper danzato. Perché in Punch 24 è la danza, il movimento e la dinamica a far da padrone. Una scena vuota, tagliata trasversalmente dalle continue entrate e uscite dei due interpreti, che- come fasci di materia informe, ma densa e corposa- vivono e fanno vivere lo spazio circostante, attraverso un incessante moto, dove «ogni forma»- scrive Tedesco- può «essere mutevole e infinitamente moltiplicabile». E infatti le forme qui vivono più nei passaggi, nel “tra” dei movimenti e, quando invece ripetono la loro matrice, si appoggiano ai suoni e al beat delle composizioni elettroniche di Not Waving. La perfetta aderenza tra corpi e suoni rende la performance piacevole e coinvolgente e, seppur priva di una narrazione, è leggibile dall’inizio alla fine la relazione tra i due danzatori: non importa quale sia la natura di essa, ciò che invece rimane è il tanto ancestrale quanto inevitabile movimento dell’uomo, quella danza ritmica che nasce, muta, evoca, torna e si sospende. In Punch 24 l’essere umano è il mezzo. Il fine è quella forma sempre nascente e mai conclusa.
Le recensioni delle Dotta e Paiella, cosi sintetiche ma in modo altrettanto esaustivo mi hanno introdotto virtualmente spettatore a performances, a cui con rammarico, per la lontananza, non ho potuto presenziare, un grato GRAZIE