Prosegue la rubrica dedicata ad approfondimenti e piccoli reportage sui teatri dal mondo. Idil Erdogan, una studentessa della Sapienza nata e cresciuta a Istanbul, ci presenta l'edizione 2021 del Festival Internazionale di Teatro di Pergamon. Onde evitare di stravolgere l’articolo, le revisioni linguistiche sono state ridotte allo stretto indispensabile, nell’ottica di dare avvio alla creazione di una redazione multiculturale.
Il Festival Internazionale del Teatro di Pergamon, che si svolge nella città di Pergamon, ha incontrato il pubblico dopo tre anni il 26-29 agosto 2021. Il Teatro Antico di Pergamon, che è stato inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2014, ha la particolarità di essere uno dei teatri antichi più ripidi del mondo, e ha ospitato innumerevoli spettacoli dal IV secolo a.C. a oggi, con una capacità di 10.000 spettatori, proprio come quest’anno.
Il direttore artistico nonché fondatore del festival, alla seconda edizione, è Öner Eren Arıkan, anche regista. Arıkan sottolinea l’effetto che i cambiamenti legati alla pandemia e alla crisi climatica hanno avuto sul festival durante i tre anni di mancata realizzazione. Il festival, nato dal rapporto tra Pergamon e Berlino, città europea che ha ricevuto molti migranti provenienti dall’Anatolia, è cambiato molto col tempo.
Ma prima di parlare della trasformazione del festival facciamo un viaggio nel tempo per capire l’importanza di questa città per Arıkan. Questa città, in cui la voce e il respiro umano esistono ininterrottamente da più di 2500 anni, è il luogo in cui sono cresciuti i suoi genitori, determinante per il suo passato.
Arıkan generalmente trascorreva l’estate con la sua famiglia a Pergamon e amava trascorrere il tempo tra le rovine mentre sua madre mostrava agli ospiti la parte antica della città in cui era cresciuta. Come spiega lui non sembra che si annoiasse, ma sua nonna gli regalò un uccello pensando che lo facesse divertire lo stesso. E un giorno quando quell’uccellino morì e venne il momento di dire addio al suo uccellino per il piccolo Eren lui scelse di mandare il suo uccellino nel suo ultimo viaggio a Pergamon e lo affidò al suolo dell’Acropoli della città antica.
Mia nonna comprò un uccello perché non mi annoiassi, e quando quell’uccello morì, lo seppellimmo nelle fondamenta dell’altare di Zeus a Pergamon con una cerimonia.
Dopo tanti anni, nel 2010, Arıkan che é ormai un adulto ricorda tutti questi ricordi al suo primo viaggio a Berlino, adesso dove abita, quando visita il Museo di Pergamon che prenda il suo nome dal suo caro Pergamon. Dentro il museo quando la guardia del museo dice che é vietato toccare alle opere d’arte si sente i sentieri difficili da spiegare, una sorta di tristezza misto con la vergogna, confronto alle opere “portate” da Pergamon (non è ancora certo se siano state portate legalmente o no). Arıkan dice che questo fu l’inizio di tutto. Qualcosa lo chiamava a riscoprire le sue radici.
All’inizio, lo scopo del festival era di discutere di Berlino e Pergamon attraverso le arti dello spettacolo. L’altare di Zeus nel museo Pergamon fu portato da Pergamon era ormai una parte della vita culturale e artistica della Germania. Dall’altra parte, anche le gente di Anatolia erano immigrati a Berlino sotto il nome di lavoratori ospiti nel 1960, e ora anche quelle persone erano diventate parte della cultura e della vita quotidiana di Berlino. Lo scopo di Arıkan e dei suoi compagni nell’organizzare questo festival è stato quello di dare vita a un progetto sviluppato per essere un ponte tra Altar di Zeus e gli immigrati cioè Berlin e Pergamon ospitando le compagnie sia Turchi che Berlinesi.
Poi nel periodo post-pandemico, il festival è diventato un festival teatrale che cerchi di essere sostenibile e sostenere ciò che é locale. Arıkan spiega le trasformazioni del festival con le seguenti parole:
Innanzitutto, ciò che è successo e ciò che è cambiato durante il triennio 2018-2021 in cui il festival non ha avuto luogo, ha reso necessario per il festival valutare le relazioni che ha stabilito con Pergamon e dintorni, e ricominciare in tutti i sensi mettendo in discussione le pratiche che sono mancate nel processo di realizzazione del festival nel 2018.
E parla dei loro 4 temi più focalizzati su:
Settorializzazione: creare una piattaforma dove le compagnie amatoriali sia a Pergamon che nella regione possono scambiare idee con le compagnie professionali.
Localizzazione: includere opere e spettacoli prodotti nella regione, fargli sentire che possono mostrarsi sul palcoscenico e che le opere locali contino.
Giovani e bambini: I giovani e i bambini, che amano la città in cui vivono, stabiliscono relazioni più sane con il presente e per questo devono creare un buon rapporto con la loro città. Per fornire un ambiente dove i bambini e giovani possono creare buoni ricordi nella questa città meravigliosa, questo anno lo staff ha creato tanto attività per il futuro della città di Pergamon, futuro pubblico, gli artisti e i registi.
Partecipazione delle persone con disabilità: «Un altro tema a cui diamo importanza e che vogliamo sia uno dei temi principali del festival d’ora in poi è la partecipazione delle persone con disabilità alla cultura e all’arte», dice Arıkan.
Quest’anno il Festival del Teatro di Pergamon ha ospitato molti spettacoli, laboratori e incontri, da opere note come 4.48 Psychosis di Sarah Kane a spettacoli amatoriali di compagnie locali o al teatro d’ombre Karagöz e Hacivat per bambini. Allo stesso tempo, ha dato l’esempio in molti argomenti come il sostegno ai teatri locali, l’essere sostenibile edinclusivo come devono essere tutti i festival del teatro nel mondo post-pandemico dove il teatro deve rifiorire. Ci vediamo al Festival del Teatro di Pergamon 2022!