Locandina Spoleto Festival dei due mondi

Spoleto 65: multidisciplinarietà e internazionalizzazione fra le due sponde dell’Oceano Atlantico

Compiendo il suo sessantacinquesimo compleanno, il Festival dei Due Mondi di Spoleto prevedrà per quest’edizione una programmazione densa, ricca a nutriente, parzialmente presentata in un’anteprima alla futura conferenza stampa, tenutasi il 10 Gennaio. A due anni e mezzo di distanza dallo scoppio della pandemia da Covid-19 e con già un’edizione alle spalle scandita nel rispetto delle regolamentazioni di contenimento dell’epidemia, l’intera macchina organizzativa, amministrativa e il comparto artistico del festival si dimostrano, ancora una volta, pienamente capaci di concertare, nel rispetto dei decreti attualmente vigenti, una proposta culturale e creativa imponente, senza inficiare la qualità della sua esplicazione in evento effettivo, tantomeno quella della futura fruizione del pubblico che la città di Spoleto si dichiara pronta ad accogliere.

In apertura alla conferenza, il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini ha rinnovato il piacere di presenziare alla presentazione del Festival dei Due Mondi, registrando anche per la programmazione di quest’anno un’evidente qualità della proposta, ormai consolidata e lampante. Le parole del Ministro hanno poi ampliato lo spettro di riflessione, cercando di mettere a fuoco l’attuale stato dell’arte all’interno del panorama nazionale in relazione alle ovvie complicazioni legate alla gestione di un andamento pandemico imprevedibile e attualmente incerto. «La presentazione del programma del Festival di Spoleto è un modo di dare fiducia al mondo della musica e dello spettacolo dal vivo che ha attraversato un periodo di difficoltà con sacrificio, grande attenzione e rispetto delle regole» ha dichiarato Franceschini, sottolineando come l’osservanza costante delle disposizioni governative per il contingentamento della pandemia, garantiranno l’approdo a una progressiva riacquisizione di condizioni di normalità che garantiranno lo svolgimento dell’evento previsto per quest’estate, così come delle altre attività culturali e di spettacolo dal vivo sparse per tutto il paese. «Questi mesi hanno fatto ridiscutere ad ognuno le proprie abitudini individuali, collettive e le gerarchie di valori. Si sono scoperte cose che si erano perse nella società della frenesia e della superficialità, come avere tempo per leggere, per ascoltare musica per avvicinarsi a consumi immateriali» ha aggiunto Franceschini e, rimarcando una posizione di manifesto ottimismo, ha previsto: «un’esplosione di cultura al termine di questo periodo e il Festival di Spoleto arriverà come sempre al momento giusto». In perfetta assonanza con la posizione del Ministro, risulta la riflessione di Andrea Sisti, Presidente della Fondazione Festival dei Due Mondi, il quale, al suo primo anno di incarico, considera l’esplicazione della futura edizione di Spoleto 65 come emblema di una stagione di rinascita, all’insegna non solo dell’innovatività del progetto, ma in particolare della sua sostenibilità circolare. «La composizione e struttura del festival è soprattutto sostenibile, prevedendo interventi sul territorio e iniziative che declinano la sostenibilità nelle sue più diverse forme, in primis quelle culturali, fornendo modelli di comportamento che tutti dovremmo assumere nei prossimi anni» rimarca Sisti, definendo la realtà festivaliera umbra come possibile exemplum che possa fornire «una linea, una strategia per il prossimo futuro, non solo limitatamente alla nostra città, ma al paese intero».

Entrando nel merito degli assi portanti della struttura del Festival, Monique Veaute, sua direttrice artistica, ha spiegato come, in previsione della sessantacinquesima edizione, l’obiettivo che ha orientato la costruzione dell’intera programmazione sia stato quello di recuperare un’originale dimensione di scambio che si è situata nella matrice propulsiva della stessa nascita di quest’evento e, rimanendo ben salda negli stilemi che lo hanno guidato edizione dopo edizione, ne ha permesso il consolidamento e la creazione di uno storico così ricco e importante. «Mi sono chiesta come sia nato questo festival e perché porti questo titolo: i Due Mondi» spiega la Vaeute, aggiungendo: «ciò che si situa dietro alla scelta di questo nome è una storia interessante di diplomazia culturale fra gli Stati Uniti e in particolare l’Italia. L’esempio del Festival di Spoleto è singolare, ha rappresentato un momento del secondo dopoguerra nel quale l’Italia è stata selezionata come sede di questo evento». Proprio per volontà dell’allora direttore artistico e fondatore del festival, Gian Carlo Menotti, nel 1977 fu inaugurato l’avvio di una progettualità analoga a quella di Spoleto, situata, tuttavia, nella sponda opposta dell’Oceano Atlantico: Charleston, cittadina in South Carolina, vide la nascita della prima edizione dello Spoleto Festival Usa, anche noto come Piccolo Spoleto Festival, tutt’ora in pieno regime di attività e programmazione. È proprio nel legame nativo fra queste due sedi che si stanzia la volontà della direttrice artistica di rinnovare proficui rapporti di scambio, al fine di «cominciare da subito a lavorare nuovamente assieme e, anche progettando sul lungo termine dei prossimi anni, ritrovare e ripristinare questa relazione» chiarifica Veaute.

Seguendo tre linee direttrici precise (la musica dei due mondi, le voci delle donne, i nuovi modi di rappresentare la musica), la programmazione propone una commistione artistica all’insegna della multidisciplinarietà e internazionalizzazione, coinvolgendo artisti provenienti da diverse parti del mondo. Per quanto riguarda il settore musicale, la proposta si presenta come estremamente varia, aprendosi con il concerto inaugurale dell’edizione, il 24 giugno in Piazza Duomo, ad opera della Budapest Festival Orchestra, in residenza presso il festival assieme all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, i cui concerti si terranno il 2 e 10 luglio. Spaziando dal canto lirico al fado portoghese, le voci di Barbara Hannigan e Mariza si dilateranno fra le vie di Spoleto: si tratta solo di alcuni dei nomi che presenzieranno nel cartellone dell’edizione 65, i restanti dei quali saranno comunicati più avanti. Per la sezione danza, troviamo una programmazione quasi interamente al femminile: le coreografe Anne Teresa De Keersmaeker, Blanca Li e Germaine Acogny saranno ospiti pregnanti dei palchi del festival. Spoleto 65 ha inoltre annunciato i nomi di alcuni dei protagonisti della sezione Teatro: fra questi, Thomas Ostermeier, Leonardo Lidi e Davide Enia. Per gli eventi già presenti nella programmazione del festival, all’interno della sezione Biglietteria del sito o attraverso i contatti qui esplicitati, è possibile, già dall’11 gennaio, riservare le prenotazioni.

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