La metamorfosi, foto di Claudia Pajewski

«La metamorfosi»: storia di alienazione e isolamento

L’opera è incentrata sulla metamorfosi del commesso viaggiatore Gregor Samsa, che una mattina si accorge di essere diventato un enorme insetto. A causa di questa sua nuova e insolita condizione non è in grado di andare a lavorare e questo genera grande preoccupazione nella famiglia. Il conseguente svelamento della sua nuova identità provoca paura e sgomento nei familiari che lo costringono a rimanere rinchiuso nella sua camera.

Nel corso dello svolgersi della vicenda diventa sempre più chiaro che la metamorfosi avvenuta in Gregor è determinata dalla sua impossibilità di continuare a sopportare la vita che aveva condotto fino a quel momento. Infatti, ha sempre vissuto dedicandosi completamente al lavoro per sostenere economicamente la famiglia, come affermano anche gli stessi genitori. La metamorfosi, dunque, è l’atto finale di un processo inevitabile di volontario annullamento del sé; questo è sostenuto anche dal fatto che, Gregor, dopo essersi accorto della sua trasformazione non mostra di essere particolarmente sorpreso o preoccupato, anzi vorrebbe tornare subito a lavorare. Quello che glielo impedisce è la reazione di chi gli sta accanto, in particolare della famiglia che lo costringe ad isolarsi nella propria camera da letto.

Questa decisione dettata dalla paura e dallo shock di un tale avvenimento del tutto inaspettato può essere facilmente messa in relazione con il periodo storico in cui ci troviamo a vivere. Le restrizioni, come l’isolamento e la distanza sociale, che la pandemia ha imposto in questi ultimi due anni ci permettono di comprendere molto bene il senso di solitudine e abbandono che Gregor Samsa è costretto a vivere nelle quattro mura della sua camera da letto.

L’alienazione che si esplica nella metamorfosi, porta Gregor, inevitabilmente, ad essere escluso, allontanato, dimenticato ed è rappresentata anche tramite la scenografia, dotata di un apparato mobile che permette di separare e, allo stesso tempo, di mettere in relazione la camera da letto di Gregor e il resto della casa, sul cui muro leggiamo la parola “MONDO”. Questo espediente sottolinea ancora di più la lontananza di Gregor, essere “im-mondo” che viene rinchiuso, allontanato, nascosto e il resto del “mondo” che può invece continuare a vivere come se nulla fosse.

La particolarità più evidente della messinscena proposta da Barberio Corsetti è legata alla scelta di far recitare gli attori alternando la terza e la prima persona, rendendo così difficile per il pubblico immergersi nello spettacolo e immedesimarsi nei personaggi.

Nonostante ciò, la bravura degli attori del calibro di Michelangelo Dalisi, Roberto Rustioni, Sara Putignano / Gea Martire Anna Chiara Colombo, Giovanni Prosperi, Francesca Astrei e Dario Caccuri è in grado di trasmettere agli spettatori la tragicità e la complessità del testo, senza però risultare pesante e noioso. Di grande efficacia anche la presenza di un coro che tra una scena e l’altra intona canzoni dal timbro malinconico e funebre, che accompagnano l’evolversi della vicenda e la progressiva decadenza di Gregor.


La metamorfosi

di Franz Kafka
Mondadori Libri, traduzione di Ervino Pocar
adattamento e regia Giorgio Barberio Corsetti
con Michelangelo Dalisi, Roberto Rustioni, Sara Putignano / Gea Martire
Anna Chiara Colombo, Giovanni Prosperi, Francesca Astrei, Dario Caccuri

scene Massimo Troncanetti
luci Marco Giusti
assistente alla regia Tommaso Capodanno
foto di scena Claudia Pajewski
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale

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