Telemomò è una televisione autarchica, interattiva, ecologica: è una non-televisione – di più, è avan-televisione. È avanguardia costruita sulla tradizione che spietatamente evidenzia le similitudini fra la scatola di plastica che tutti abbiamo in salotto e quel teatro di marionette che appartiene alla nostra cultura. Andrea Cosentino ricrea i programmi televisivi con l’ausilio di bambole, parrucche e giocattoli che spesso sporgono dallo schermo vuoto di un televisore alternando primi piani a campi lunghi e non nascondendo la figura che da dietro li anima. Lo spettacolo mira a smascherare quegli “ismi” che sono intrinsechi nel sistema monopolistico della trasmissione di massa, dichiarando finzione ciò che viene presentato come reale. Non solo schernisce fiction dai perenni toni melodrammatici ma va più a fondo con una satira pungente che attraversa la cronaca nera, rosa, telegiornali, programmi di cultura e di sensibilizzazione. Non si fa frenare dal politicamente corretto ma mette sotto accusa lo stesso spettatore alienato dallo schermo al plasma. Si forma allora una delicata dialettica basata sul gioco della finzione che viene continuamente rotta e ricostruita: se da un lato viene smontato quel principio di verità a cui si appella la televisione dall’altro, questo processo avviene rompendo la quarta parete e svelando le dinamiche di costruzione dello spettacolo.
Si apre così la prima di quattro serate al TeatroBasilica, firmate tutte Cosentino, il quale ci accompagna dal 31 marzo al 3 aprile in una eccezionale maratona – celebrazione di dieci anni di carriera – che vede susseguirsi quattro dei suoi più celebri lavori: Telemomò, Primi passi sulla luna, Kotekino Riff e Not Here Not Now. Cosentino è autore, regista e attore dei suoi spettacoli o, come dice lui, dei suoi non-spettacoli che vogliono mescolare il cabaret a un copione definito e studiato.
Primi passi sulla luna è uno spettacolo intimo, la storia di un padre e una figlia che giocano all’allunaggio per comprendere una malattia infantile. La luna diventa allora oggetto della missione spaziale del 1969 e unico sintomo per individuare il retinoblastoma, un tumore infantile che solitamente si riconosce dalla presenza di una macchia simile alla luna nella pupilla. Lo spettacolo non è costruito: “sono divagazioni provvisorie per uno spettacolo postumo” ci confida Cosentino, che vuole raccontare la sua storia di padre con la stessa emozione della prima volta. È una storia raccontata all’imperfetto, il tempo dei sogni, dei giochi e del teatro dove il motore universale è dato da quel facciamo che io ero che trasporta Cosentino in teorie complottistiche e bizzarre. L’allunaggio anima improbabili personaggi, dai sosia viterbesi di Neil Armstrong ad alieni, scimmie, tapiri e monoliti, diventando un mezzo con cui l’autore critica quell’universo fittizio che è il mondo mediatico, nel quale anche la teoria più assurda sembra credibile se presentata in maniera accattivante.
Per due sere ci ritroviamo davanti a un Cosentino eclettico e mordace che sa come intrattenere il pubblico, il quale risponde con due tutto esaurito e lunghi e scroscianti applausi.
TELEMOMÒ
di e con Andrea Cosentino
produzione ALDES, Pierfrancesco Pisani (2007)
con il sostegno di MIBAC – Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo, REGIONE TOSCANA / Sistema Regionale dello Spettacolo
credits fotografici: Lucia Baldini
PRIMI PASSI SULLA LUNA
di e con Andrea Cosentino
indicazioni di regia Andrea Virgilio Franceschi
collaborazione artistica Valentina Giacchetti
produzione ALDES, Pierfrancesco Pisani (2010)
con la collaborazione di Kilowatt Festival, Litta_Produzioni, Teatro Forsennato
con il sostegno di MIBAC – Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo, REGIONE TOSCANA / Sistema Regionale dello Spettacolo
credits fotografici: grafica di Edoardo La Rosa