Nel 2021, all’interno del Romaeuropa Festival, uno dei progetti selezionati da Powered by Ref arriva dall’iniziativa «Anni luce», azione di curatela e tutoraggio coordinata da Maura Teofili, in collaborazione con Carrozzerie Not e 369gradi, che offre ad artisti under 35 un percorso di formazione, approfondimento e allestimento di discorsi creativi. Si tratta dello spettacolo Il mio corpo è come un monte, performance ideata da Giulia Odetto con Daniele Giacometti e Lidia Luciani, supportati dal tutor Filippo Andreatta, regista e fondatore di OHT [Office for a Human Theatre].
Il secondo studio di Il mio corpo è come un monte è stato presentato allo Spazio Rossellini di Roma il 19 e 20 aprile. Nella enorme sala nera del Rossellini, il palco all’entrata è l’unica meta da raggiungere; la platea è intima e raccolta. Sul palco, i tre artisti in attesa, pronti e concentrati; ognuno ha davanti a sé lo strumento che azionerà per produrre segni, gesti, sensazioni, senso: Daniele ha la sua videocamera sul treppiedi, Giulia è padrona della regia audio e, al centro, Lidia, seduta, con le ginocchia a sé e le mani strette in un pugno morbido, che fissa il suo oggetto del desiderio: una roccia, porzione e materia della montagna, il sogno da far avverare.
Il messaggio scritto sul foglio di sala – digitale – è chiaro: esprimere un desiderio razionalmente irrealizzabile, o meglio possibile, cancellando la metafora e uscendo fuori dalle regole della logica. Il teatro e il suo rinnovato senso di presenza sono i punti chiave. I tre artisti scelgono di usare lo sguardo della macchina da presa, in quanto occhio e filtro di una realtà diversa da quella fisica, vittima del tempo, per offrire un’immagine dislocata dal contesto in videoproiezioni e fotografie, dietro gli accadimenti scenici, creando ambienti paralleli e sperimentando effetti. Sul suono, tramite musiche, rumori prodotti in scena o registrati, frammenti di testo e silenzio, scrivendo una drammaturgia scenica a intervalli. Sulla scenografia composta da fari, secchi pieni di polvere bianca (roccia triturata) e pietre di varie dimensioni, posizionati a destra della scena, bilanciando la presenza della postazione audio.
Il centro dello spazio è abitato dallo schermo sul fondo e dal corpo in movimento della performer in un dialogo frammentato. Lidia ha un corpo seminudo sottile, gioca con il respiro e «si toglie il fiato» in un sospeso momento di apnea alta, frana a terra e si spezza, si pone davanti all’occhio della macchina, ora su di lei e non più sul precedente paesaggio di pietre ripreso dalla scena (prima proiezione di un ambiente altro, esterno) e il nostro sguardo va oltre lei, si meraviglia davanti all’anatomia umana, quelle ossa coperte di pelle e peluria che somigliano tanto alla rugosità della pietra divenendone continuazione. Sequenze di movimento, supportate dallo strofinio delle pietre e dai suoni, dalla luce mossa e puntata da Daniele, sono ora frontali, ora per terra scivolose e poi, ancora, in loop, seguita e registrata (non costantemente) dalla videocamera. Questo crea un tempo e un ambiente alternativo in chi guarda, crea lo spazio dell’elaborazione e dell’immaginazione, oltre il fisico e il visivo.
Sfaccettature di un processo di ricerca e conoscenza interno che si manifesta a noi, e noi con loro immaginiamo di essere altrove, come fossimo a casa, affacciati alla finestra a guardare i monti, sempre lì, apparentemente immobili. La stessa immagine che porta con sé Giulia Odetto, la regista.
Il mio corpo è come un monte non sembra una storia in progressione, ma un processo che per tentativi e cadute, mostra l’attraversamento di varie condizioni, fisiche e immaginarie, per elaborare un incontro, una “collaborazione” finale tra realtà e sogno a cavallo tra performer e spettatore, barrandone i confini.
Questo studio compone relazioni tra corpo fisico e corpo mediato, intersezioni tra elemento naturale e meccanico: la pietra, la polvere, il corpo e i suoi muscoli insieme al tempo di esposizione, registrazione ed elaborazione della macchina, in un tessuto dinamico che colpisce la suggestione visiva ed esperienziale. Sensazioni amplificate dall’ambientazione sonora accorciano le distanze e la durata stessa della performance, attendendone la versione completa in programma al Romaeuropa Festival nell’ottobre 2022.
Il mio corpo è come un monte
Progetto selezionato da Powered by REf 2021
Presentazione secondo studio
concept, testi e regia Giulia Odetto
con Daniele Giacometti, Lidia Luciani, Giulia Odetto
assistente alla regia e alla drammaturgia Antonio Careddu
video e luci Daniele Giacometti
ambientazione sonora Lorenzo Abattoir
con il tutoraggio di Filippo Andreatta
Progetto selezionato da Powered by REf 2021
Co-prodotto da Romaeuropa Festival e Mirabilia – International Circus & Performing Arts Festival
Progetto vincitore di KOMMTANZ 2022 promosso dalla compagnia Abbondanza/Bertoni parte di PASSO NORD, centro di residenze artistiche del Trentino Alto Adige – Südtirol
In collaborazione con OHT – Office for a Human Theatre