È giunto alla sesta edizione il Festival ConFormazioni, spazio e tempo in cui si incontrano linguaggi e realtà che animano la danza contemporanea. Con la direzione artistica di Giuseppe Muscarello e la direzione organizzativa di Danila Blasi a Palermo tra il 25 aprile e il 1° maggio, il programma fitto tra incontri, workshop e spettacoli distribuiti su diversi luoghi della città, permette agli spettatori di confrontarsi con la danza, ma anche con diverse anime del capoluogo siciliano – la Rizzuto Gallery nel cuore della Kalsa, la scalinata del Teatro Massimo, il Teatro Biondo di via Roma e i Cantieri Culturali nel quartiere Zisa.
Nella serata del 27 aprile è andato in scena alla sala Strehler dello stabile palermitano Perpendicolare, un progetto di Cristina Donà e Daniele Ninarello, insieme al musicista Saverio Lanza. Più volte sono stati allestiti spettacoli di danza con musica dal vivo (lo stesso Ninarello non è nuovo a questo), ma nella gran parte dei casi resta al centro il linguaggio coreografico, amplificato dalla potenza espressiva della musica. In questo progetto invece, la danza scaturisce dalla musica, perno della messinscena. Fin da subito, ha l’apparenza di un concerto, e questo “modo” scandisce il tempo con cui procede lo spettacolo, inclusi applausi a conclusione di ogni brano.
Cristina Donà è un’artista sicura, la sua voce conserva la freschezza degli esordi ma vibra di una consapevolezza adulta. Tra le parole delle sue canzoni, intessute dei suoni di Saverio Lanza, musicista già collaboratore di Donà, si insinua il gesto di Ninarello, contenuto, centellinato. Il discorso fisico del coreografo è fatto di continue ripartenze, di sequenze che reiterate si sviluppano poco a poco, prendono respiro e si riavvolgono – «riavvolgiamo il tempo», canta Donà. Questa struttura è ben definita, un preciso “schema”, e i tre, la voce di Donà, il corpo di Ninarello e i suoni di Lanza che fanno da bridge, viaggiano insieme coesi. È interessante la scelta di mettere in relazione la danza con la musica cantautorale – associata per istinto più alla parola –, investendo la parola-in-musica di un peso drammaturgico notevole, e ci auguriamo che questa commistione continui. In una compattezza e chiarezza di mezzi espressivi, probabilmente in linea con l’idea di rewind, in più di un’occasione sembrava arrivasse il finale, salvo poi lasciare che l’azione ricominciasse. Scelta coerente con l’impianto dello spettacolo ma, nel corso dell’ora e mezza, qualche ri-inizio ha rallentato l’andamento generale. Al di là di sottigliezze, tre professionisti dotati di una precisa identità hanno dialogato, si sono scambiati di posto – molto efficace Ninarello in veste di musicista e cantante accanto a Donà – in una commistione (senza confusione) di segni. L’incontro, che sia tra persone o tra linguaggi (semmai le cose fossero distinte), genera una moltiplicazione di sensi, di punti di vista. In Perpendicolare il risultato, che lascia trasparire tutta la complicità e la condivisione del processo, è coinvolgente, il pubblico attento e presente. Attenderemo il nuovo progetto, annunciato tra gli applausi entusiasti dei ringraziamenti.
PERPENDICOLARE
di e con Cristina Donà – Daniele Ninarello – Saverio Lanza
una produzione Fondazione Fabbrica Europa e CodedUomo in coproduzione con Festival Danza Estate / Orlando Festival – Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Festival Aperto – Reggio Emilia realizzato in residenza a Teatri di Vita nell’ambito del programma Artisti nei territori della Regione Emilia-Romagna, al PARC – Performing Arts Research Centre di Firenze e con il sostegno del CSC di Bassano del Grappa
consulenza drammaturgica: Gaia Clotilde Chernetich
movement coach: Elena Giannotti