Una nebbia densa entra in scena, si insinua pungente in platea, avvolge gli spettatori. È buio. Una voce registrata annuncia l’arrivo della nebbia della lupa. Un uomo, seduto, fuma la pipa. Il fumo si mescola alla nebbia.
Dai primi istanti lo spettatore viene risvegliato da un serie di percezioni differenti – uditive, visive, olfattive – che mirano a stimolare la sua ricostruzione critica e creativa. Il gruppo Stalker Teatro riprende le suggestioni dell’avanguardia, spazia dall’arte performativa alle installazioni; crea un’esperienza a tutto tondo che ingloba il pubblico nella rappresentazione destandolo dal suo abituale stato di apatia nei confronti della scena.
Al lato destro del palco, un cavalletto sorregge la grafica di un lupo e di una pipa che, attraversati dal percorso del fumo, rimandano al surrealismo di Magritte. Viene svelata quella dialettica propria dell’arte – e del teatro – di verità e finzione e, rotta la “supposizione di esistenza”, rimane uno spettacolo corporeo, iper-sensoriale.
Lo spettacolo, andato in scena al Teatro del Lemming di Rovigo (il 28 aprile 2022), vuole rilanciare “visioni iniziatiche”, tra il mito e la tradizione, indagando quel mistero da cui tutti provengono e a cui si è naturalmente attratti. Il pretesto narrativo si ritrova nell’espressione siciliana “nebbia della lupa”: una sottile nebbia caratteristica dello stretto di Messina che da secoli intimorisce i pescatori impedendo loro di tornare a riva. Il disegno registico di Gabriele Boccacini prevede però un tumulto di figure allegoriche, melodie rituali, epifanie sacre, ventagli, lanterne e animismo.
La narrazione, proposta come un atto unico, si suddivide in cinque momenti propri della vita rurale: il naufragio dei pescatori immersi nella nebbia, l’arrivo alla terra ferma e i festeggiamenti, la consumazione della passione amorosa all’interno delle abitazioni, la caccia alla belva e il sacrificio per ingraziarsi la protezione della divinità dai pericoli della natura.
La parola è assente, fatta eccezione per una voce narrante (Adriana Rinaldi) che appare di tanto in tanto. In scena i tre abili performer Stefano Bosco, Erika Di Crescenzo, Dario Prazzoli, esaltano un movimento armonico e meccanico che li “disumanizza” rendendoli ingranaggi funzionali alla rappresentazione. Tutto nello spettacolo, dalle luci (disegnate da Sancio Andrea Sangiorgi), ai suoni, ai costumi, agli attori ingabbia lo spettatore in un gioco di percezioni che gli rendono impossibile l’evasione.
La nebbia della lupa
Progetto e regia: Gabriele Boccacini
Performer: Stefano Bosco, Erika Di Crescenzo, Dario Prazzoli
Voce narrante: Adriana Rinaldi
Musiche originali OZmotic eseguite dal vivo da Simone Bosco
Disegno luci: Sancio Andrea Sangiorgi – luci e suono: Giorgio Peri
Scene e costumi: Stalker Teatro
Produzione: Stalker Teatro