ArgotProduzioni in collaborazione con NEST Teatro presenta la terza edizione di Over Emergenze Teatrali, che vedrà in scena fino al 29 maggio, presso Argot Studio di Roma, cinque compagnie: Cubo Teatro, Créature Ingrate, Hosteria Fermento, Bestand Impegnöso, Röhl e Sesti. Un progetto di Networking nazionale dedicato al sostegno di compagnie emergenti. Il 7 e l’8 maggio Cubo Teatro ha presentato How long is now con la regia di Girolamo Lucania.
«Quanto dura il presente? Stiamo lentamente affogando in un eterno castigo?».
Queste sono le domande che si pongono Adam ed Eva, una coppia che convive durante il lockdown dipingendo uno scenario di immagini, sensazioni e suoni. Lo spazio scenico assume un valore simbolico rinchiudendo metaforicamente i protagonisti in un ambiente soffocante. Tra gli oggetti di scena una ring light a LED, una piantina appoggiata su un cubo nero e un proiettore che diffonde immagini di guerra, terre in rovina e desolazione: dalla catastrofe di Hiroshima e Nagasaki a quella dell’11 settembre, con la caduta delle Torri Gemelle; dalla protesta di Piazza Tienanmen alla Royal Family; dalla Conferenza di Jalta fino agli sbarchi dei migranti. Una narrazione fotografica che trae ispirazione da una frase scritta su uno dei muri della Kunsthaus Tacheles a Berlino: How long is now. La perenne attesa di qualcosa di migliore, una candela ancora accesa che brucia. Ma quanto dura l’attesa?
How long is now rappresenta una stanza come luogo simbolico e di stasi da cui si può viaggiare attraverso la tecnologia, ma anche un luogo di difesa in cui ci si può proteggere dal mondo fuori.
La regia di Girolamo Lucania crea uno spazio multiforme, un’installazione visiva mobile che si scompone e si ricompone. Le musiche originali di Wor e le distorsioni sonore del sound designer Ivan Bert suggeriscono un’alienazione di ambientazione distopica. Dalla visual art a cura di Riccardo “Akasha” Franco Loiri si dipanano a ritmo incalzante le immagini dei grandi disastri ambientali del nostro tempo.
Siamo in pieno lockdown, tutti sono rinchiusi in casa con le televisioni accese, al sicuro tra le mura domestiche. Il rumore delle città è scomparso e il silenzio percuote le anime agonizzanti di coloro che si chiedono se tutto questo avrà mai una fine.
Adam ed Eva, interpretati da Dalila Reas e Stefano Accomo, hanno creato nel loro rifugio un piccolo angolo di paradiso: pochi cuscini, un proiettore e una lampada. Adam lavora nel campo del marketing ed Eva è una tirocinante di medicina. Il loro giardino dell’Eden è un’evasione: un viaggio perpetuo verso varie destinazioni, che ha come unico mezzo di trasporto un proiettore.
Gli schermi pervadono i personaggi, assuefatti da un mondo di plastica, nell’attesa trepidante di un futuro da ricostruire con la propria speranza.
Il nuovo mondo che Adam ed Eva abitano non ha nulla a che vedere con il giardino dell’Eden: si tratta piuttosto di una prigione interconnessa, circondata da una società malata afflitta da divario economico, patologie mentali e dall’irreversibile cambiamento climatico. Ai due protagonisti il compito di rimediare, facendo fiorire in questa terra maledetta un seme di rinascita.
Quando Eva decide di partire per prendere servizio in ospedale, qualcosa nella mente di Adam cambia radicalmente. La loro relazione diventa virtuale, finché Adam, ormai solo, non viene sopraffatto dalla depressione.
Dedica, quindi, una videolettera a Eva nella speranza di ricucire il loro rapporto rispondendo alle domande: «Chi ci ha portato fino a qui? Dovremmo davvero chiederci, chi ci ha portato fino a qui?».
Quando Eva trova la lettera di Adam, si lascia andare in un monologo disperato. Racconta di Gaia, la bambina che lei e il suo Adam non hanno mai avuto, simbolo di speranza e di rinascita per la terra malata, inquinata e morente che i protagonisti abitano.
How long is now
regia Girolamo Lucania
con Dalila Reas e Stefano Accomo
sound design Ivan Bert
musiche originali Wor
visual art Riccardo “Akasha” Franco Loiri
Produzione Cubo Teatro / 2020