Il 6 luglio è andato in scena, presso l’Arena del Teatro India, Ritratto d’Artista, una prima assoluta firmata da Jacopo Godani (Direttore Artistico e Coreografo della Dresden Frankfurt Dance Company, nonché coreografo di fama internazionale), che apre l’ultima settimana del Fuori Programma Festival, trasferitosi per l’occasione dal Quarticciolo al Teatro India.
In questo Ritratto d’Artista, l’”artista” è lo stesso Godani, che, sulla scorta forse dalla sua decisione di lasciare la guida della Dresden Frankfurt Dance Company nel 2023, sembra volersi abbandonare a un viaggio nel suo passato, tra il riflessivo e il nostalgico, presentando al pubblico alcuni spezzoni dei suoi spettacoli, messi in scena nei grandi teatri: High Breed (Excerpts), Clay and Kevin, Roberta and Gaizka, Amanda, BACH OFF, Hollow Bones (Excerpts). Un messaggio di commiato, che prende la forma di uno studio teso a incoraggiare e sviluppare il potenziale dei performer, attraverso un percorso concettualmente stratificato.
In questo spazio circondato dalle rovine e dalla natura, su un palco bianco privo di orpelli scenici, Godani si lascia andare a un accorato appello rivolto ai giovani artisti che vogliono intraprendere questo percorso: «l’unione fa la forza». Nell’avere «lo stesso goal di realizzare un’opera mastodontica, che è anche lo stesso che si ha in comune, si è spronati a lavorare come scienziati». Perché «noi siamo scienziati del nostro corpo, siamo in grado di investigare le possibilità che il nostro corpo riesce a raggiungere sotto la guida del nostro cervello. Obiettivo del coreografo è «stimolare nuovi giovani artisti in grado di inventare da soli la loro arte, il loro modo di comunicare, che non siano un semplice sottoprodotto dell’estetica generale che si è sviluppata negli anni precedenti», conclude scendendo dal palco tra gli applausi degli spettatori e dei suoi ballerini».
Al centro di questa opera coreografica resta ora solo il corpo dei performer, punto di partenza e di arrivo di tutta la ricerca filosofica e coreografica di Godani.
Come in un manifesto artistico, il coreografo mescola il suo atteggiamento performativo, il suo approccio alla tecnica del balletto classico e la sua ampia ricerca coreografica. Rinunciando al superfluo ed enfatizzando una conoscenza magistrale della tecnica, le situazioni sceniche entrano ed escono con intenzionale spontaneità, seguendo un canovaccio impalpabile ma ben costruito. Elementi come suoni insoliti e silenzi prolungati sottolineano il carattere sperimentale della performance.
Quello di Jacopo Godani è un linguaggio coreografico spiccatamente moderno e vibrante, che richiede ai danzatori un notevole virtuosismo, accompagnato da vere e proprie sfide fisiche e mentali. In esso, la danza tradizionale incontra il pensiero contemporaneo, dando vita a uno spettacolo unico nel suo genere.
In platea gli spettatori assistono rapiti a questo viaggio nel tempo che ripercorre le tappe di un lavoro destinato a non concludersi.