Il mondo dell’informazione recita da mesi consigli ai consumatori che si trovano a fronteggiare senza armi il caro bolletta. Poi c’è il caldo anomalo, i ghiacciai che svaniscono e i letti dei fiumi che, prosciugati, chiedono aiuto al dio della pioggia. La soluzione a entrambe le questioni – che a quanto pare solo negli ultimi tempi si considerano in un rapporto stretto di causa-effetto – sembra essere quella di non utilizzare climatizzatori e di far cuocere la pasta a cottura passiva.
La questione ecologica è a dir poco cocente: dopo secoli in cui l’uomo ha tentato non solo un’emancipazione tecnologica dalla natura, ma addirittura una sua conquista, l’illusione si è infranta, portando con sé considerazioni che ridimensionano il potere umano e i suoi strumenti ben oltre le questioni ambientali: dalle scelte socio-politiche alla gestione delle relazioni, fino ad arrivare alle modalità di comunicazione, l’approccio ecologico si espande.
Per questo, se dovessimo trovare un fil rouge che accosta le tre performance viste sotto forma di studio lo scorso ottobre al Mattatoio all’interno del Romaeuropa Festival, potremmo dire che esse – a diverso, diversissimo titolo – propongono un interrogativo sull’ecologia.
Il dilemma dei cento girasoli fotovoltaici di Matrice Teatro, senza titolo (mâcher ses mots) firmato da Elena Bastogi e CA-NI-CI-NI-CA di Greta Tommesani sono i titoli dei tre lavori selezionati dal bando Powered by Ref, un progetto di Romaeuropa Festival volto ad azioni di sostegno, formazione e sviluppo destinati alla creatività under 30, grazie alla tessuto di importanti collaborazioni tra Romaeuropa Festival, Carrozzerie | n.o.t, Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare del Lazio, ATCL, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Cranpi.
La curatela di Anni luce, sezione dedicata alla scena emergente nazionale e in cui Powerd by Ref si inserisce, in mano a Maura Teofili, restituisce una risposta a una delle mancanze e incongruenze del sistema teatrale italiano, che, pur sulla carta attento alle nuove generazioni e alla sperimentazione di linguaggi, ancora stenta a mettere a disposizione investimenti reali e a lungo termine per chi si affaccia sul palcoscenico. Le risorse economiche sono accompagnate e sostenute da un tempo prolungato di residenza, da momenti di tutoraggio, approfondimento e feedback sulla stratificazione di una progettualità artistica, rendendo il percorso di Powered by Ref un luogo in cui mettere a fuoco con gradualità i tanti tasselli di una produzione. Per questo che la serata di presentazione degli studi a cui abbiamo partecipato non è un punto di arrivo, bensì un momento di passaggio verso la messinscena “compiuta”.
Tre performance, tre ecosistemi che, in modi diversi, si interrogano prepotentemente sulla rielaborazione di quel presente ecologico in risposta alle (al plurale) crisi e difficoltà contemporanee, filtrate dalla lente di una generazione che sembra guardare più al futuro che all’imminenza.
La compagnia Matrice Teatro ne Il dilemma dei cento girasoli fotovoltaici con la drammaturgia e la regia di Virginia Cimmino e il tutoraggio di Fabiana Iacozzilli focalizza la propria attenzione sulla questione ambientale, attraverso un gioco di sovraimpressioni e mescolamento: Claudia Perossino e Matteo Dagnino incarnano una coppia alla fine della relazione, che, nel portare alla luce desideri e speranze personali che potrebbero (o avrebbero potuto) salvarli dalla deriva, intessono un serrato dialogo in cui crisi ecologica e crisi di coppia si intrecciano a tal punto da non riuscire a trovare il bandolo della matassa: la distanza tra le visioni dei due protagonisti fa emergere continui giochi metaforici, in cui è difficile dire – e qui risiede la bellezza – se sia la relazione amorosa metafora della questione ambientale o viceversa: in quel «Tanta energia metti nelle cose, tanta vorresti che tornasse indietro» sembra risiedere il succo della questione. Le numerose trovate sceniche (dalla video proiezione, all’utilizzo del microfono, fino all’apparizione di un gioco di ombre cinesi sul fondale) rendono Il dilemma dei cento girasoli fotovoltaici un percorso di ricerca verso una risposta sulle relazioni tra esseri umani e tra questi e l’ambiente, pieno di avvicinamenti, discostamenti e scontri, in cui ciò che è davvero necessario è la cura. Una cura costante nel rapporto con i girasoli e con l’altro. In sostanza, con chi co-abita con noi quella piccola serra a forma di casa che altro non è che il pianeta Terra, soprattutto ora che pare implodere su se stesso.
Una lotta tra distanza e avvicinamento è rintracciabile anche in Senza titolo (mâcher ses mots) di e con Elena Bastogi e il tutoraggio di Mariella Celia. Bastogi disegna un mondo in cui le parole, le lingue (italiano, spagnolo e francese) prendono e perdono simultaneamente peso. La scena allora può apparire una sorta di acquario in cui, nella sovrabbondanza di fonemi e di definizioni, le parole affondano, senza annegare, tornando in superficie con un significato galleggiante, che possiede un corpo, una materialità che reclama attenzione e misura. Potremmo parlare di “ecologia del linguaggio”: senza titolo (mâcher ses mots) mettendo in scena il rapporto di amore e odio con le parole, le difende facendo emergere la necessità di maneggiarle con cura, di non abusarne e di dar loro il giusto spessore. Nel mondo dell’iperproliferazione comunicativa, equilibrio e precisione possono arginare l’inquinamento verbale odierno, pulendo e recuperando il significato vero delle parole.
Elena Bastogi, aiutata da una lunga lettera scritta e videoproiettata, destinata ad una presenza assente, dà corpo alle parole, definendole con perizia attraverso azioni forti e impressive che mettono alla prova il coraggio e le capacità fisiche della performer. Una danza serpeggia tra i lemmi e nel corpo, lasciando che sia la appena acquisita forma delle parole a dare peso, suono e volume alla scena.
Ultimo ma non ultimo, anche CA-NI-CI-NI-CA di Greta Tommesani con la stessa autrice e Federico Cicinelli, apre la porta sulla sostenibilità, che in una certa misura e con una firma autoriale fresca e originale, riprende alcune questioni trattate diversamente dagli altri due progetti in scena. In questo caso le tematiche calde al centro del discorso sono lo sfruttamento lavorativo e come viene raccontato. Se la scintilla è la filiera produttiva del pomodoro, che già solo per il suo funzionamento ammette consumi e sprechi, laddove soltanto il pomodoro perfetto è degno di essere portato a tavola, allo stesso modo in CA-NI-CI-NI-CA la perfezione dell’ortaggio è riflesso della performatività dei lavoratori: il tempo libero, i primi appuntamenti e i momenti di svago trovano un senso solo ricalcando le modalità di gestione del lavoro.
Tommesani nel corso della performance dà voce a chi in genere non ce l’ha, ma anche a chi la espone quotidianamente dietro un microfono: le sfaccettature sono molteplici, ma rimandano tutte a una domanda: «Come comunicare le “cause sociali”?». L’informazione utilizza il filtro del “Siamo tutti sulla stessa barca”, puntando sul fatto che possa far sentire meno il peso della solitudine. Ma la verità forse è un’altra.
Con il tutoraggio di Daniele Turconi, in CA-NI-CI-NI-CA Greta Tommesani e Federico Cicinnelli portano alla luce domande personali e collettive sul potere: potere di mercato e potere sulle condizioni di vita e di lavoro, le quali aprono uno squarcio sulle diseguaglianze e su un sistema che punta all’iperproduzione. Grazie a un uso variegato dello spazio e degli accorgimenti scenici che propongono un continuo slittamento di ruoli e di contesto, spesso incalzata da Cicinnelli nel presentare “la migliore versione di se stessa”, la performer e autrice appare sempre “sul pezzo”, mai impreparata e anche quelle piccole frane divertenti, un po’ timide e ammiccanti, che trovano nel pubblico la giusta empatia, rafforzano la seriosità di un discorso complesso come quello al centro della pièce.
Una finestra sull’ecologia sembra spalancarsi nelle drammaturgie dei tre giovani autori. Che sia una risposta alla crisi ambientale e delle relazioni, o una riflessione sull’uso ecologico delle parole, oppure sul lavoro in-sostenibile e su come questo viene comunicato, la direzione da prendere è una: prendersi cura. E quale miglior luogo della scena dai tempi espansi di Powered by Ref?
POWERED BY REF
un progetto Romaeuropa Festival 2022 nell’ambito di ANNI LUCE_osservatorio di futuri possibili in collaborazione con: Carrozzerie | n.o.t e 369gradi srl corealizzazione residenze: Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare del Lazio in network con: ATCL – circuito multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini polo culturale multidisciplinare regionale, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Cranpi
Il dilemma dei cento girasoli fotovoltaici
Drammaturgia e Regia: Virginia Cimmino
con: Claudia Perossini, Matteo Dagnino
consulenza luci e visual: Giulia Argenziano
Tutor di progetto: Fabiana Iacozzilli
senza titolo (mâcher ses mots)
concept, creazione, interpretazione: Elena Bastogi
sguardo esterno: Alexia Sarantopoulou
editing audio e video: Elena Bastogi
operatrice video: Claudia Sicuranza
assistenza tecnica: Elena Lunghi
tutoraggio di progetto: Mariella Celia
con il sostegno di: Forum Dança (nell’ambito del PACAP2), Associazione Alchemilla,
Santarcangelo dei Teatri (KRAKK), fivizzano27 (mixò aps), Angelo Maiun ringraziamento particolare a Lucia Palladino, Riccardo Festa, Marie-Sol Kim
CA-NI-CI NI-CA
di Greta Tommesani
Con Greta Tommesani e Federico Cicinelli
Collaborazione alla drammaturgia e messa in scena: Federico Cicinelli
Supporto al movimento scenico: Beatrice Pozzi e Angela Piccinni
Consulenza scenotecnica: Marta Montevecchi
Tutor di progetto: Daniele Turconi
Progetto vincitore di “Animali Teatrali Fantastici & Dove Trovarli” (promosso da IT Independent Theatre, Olinda e Stratagemmi)
Un ringraziamento particolare a: Daria Deflorian; FuoriMercato Sicilia – Contadinazioni, in particolare Martina Lo Cascio e Emilio Caja; Sara Manisera, giornalista e autrice di “Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne”; Marco Omizzolo; Francesco Panié; Chiara Rauseo; Solidaria Associazione.