PERIFERICO_KI? è un progetto di 369gradi curato da Alessia Esposito, con la direzione di Valeria Orani e in collaborazione con Carrozzerie | n.o.t. che coinvolge tre licei e altrettanti spazi teatrali della periferia di Roma, lungo le due linee intrecciate di accompagnamento alla visione e laboratori di scrittura creativa per adolescenti. Al Liceo Classico Anco Marzio di Ostia (Tamara Bartolini e Michele Baronio), all’Istituto Superiore Cine TV Rossellini a Valico di San Paolo (Francesco Montagna) e al Liceo Linguistico Immanuel Kant di Tor Pignattara (Laura Mazzi, Marco Quaglia e Stefano Patti) tre gruppi di ragazzi incontrano la scrittura di scena. Le visioni teatrali, a partire dal 25 novembre, si articolano tra Fortezza Est, Teatro Biblioteca Quarticciolo e il Teatro del Lido di Ostia.
Alla direzione organizzativa di 369gradi, a fianco della direzione artistica di Valeria Orani, Alessia Esposito orienta la produzione di spettacoli e i progetti speciali di 369gradi verso la ricerca performativa e l’innovazione drammaturgica, con una specifica impronta promotrice e pedagogica che connette la progettualità artistica alla presenza sul territorio e alla formazione di reti informali di pubblici, fondate sulla riscoperta dei semplici legami di appartenenza ad un gruppo. PERIFERICO_KI? aderisce all’intento, alla riscoperta di mondi laterali: ciò che gli adolescenti hanno da conoscere e da trasmettere di sé, il valore sociale della scuola, i linguaggi artistici degli avamposti teatrali di periferia.
Il progetto si articola in percorsi di visione in teatro e in laboratori nelle scuole, con tre gruppi di adolescenti. Riguardo ai linguaggi artistici, appare una chiara impronta drammaturgica: a che criteri ha aderito la selezione degli spettacoli da proporre ai ragazzi?
Di frequente nei percorsi di visione promossi dalle scuole, i ragazzi si confrontano con scelte di prosa più convenzionali, che spesso percepiscono come lontane dalla loro realtà. 369gradi orienta il sostegno produttivo a formazioni artistiche e la collaborazione a progetti che hanno al centro la drammaturgia contemporanea, proprio quella che spesso i ragazzi non conoscono. Quindi, in fase di scrittura del progetto, la proposta è ricaduta su testi con tematiche e linguaggi vicini alla quotidianità e all’attualità. Inoltre, ci si è interrogati anche sulla necessità di proporre linguaggi e format drammaturgici con cui quella fascia di età ha più dimestichezza: nel 2017, ad esempio, 369gradi ha prodotto Echoes, un progetto del duo Patti-Quaglia, 50 minuti di dialogo con linguaggi sonori e visivi simili a quelli delle serie di Netlfix. Lo spettatore era catturato, non riusciva a staccare lo sguardo: per i gruppi di giovani di PERIFERICO_KI? abbiamo prestato attenzione a linguaggi di questo tipo, che abbiamo ritrovato soprattutto nelle drammaturgie anglosassoni. Ad esempio, Snowflake di Mike Bartlett è un confronto generazionale tra padri e figli in cui ciascun adolescente può riconoscersi a proprio modo. Le drammaturgie devono essere approcciabili da chi non è mai andato a teatro, dall’anziano all’adolescente, sviscerare questioni relazionali con modi espressivi semplici, naturali e immediati che non richiedano filtri.
L’offerta dei laboratori di scrittura creativa va nella direzione di avvicinare le giovani generazioni al teatro mettendole a contatto con i processi creativi. Su questo versante, come si articola il lavoro dei formatori?
Anche nel caso dei laboratori, si punta a dar voce all’attualità e all’espressione soggettiva dei ragazzi all’interno del gruppo, attraverso la creazione di scritture sceniche come frutto di percorsi attenti alla formazione della persona. Infatti, con il laboratorio di Bartolini/Baronio si lavorerà sull’intreccio tra biografie dei ragazzi e temi universali, a partire dalla loro realtà di vita vissuta. Invece, Francesco Montagna lavorerà sui linguaggi, attraverso la riscrittura di testi in chiave contemporanea con i linguaggi del quotidiano giovanile. Mazzi-Quaglia-Patti infine, si centreranno più sull’attorialità, facendo lavorare il gruppo sulla messa in scena a partire da drammaturgie anglosassoni.
Un progetto come PERIFERICO_KI? chiama in causa il rapporto tra formazione teatrale e didattica nelle scuole. Su cosa si è fondata la collaborazione con gli istituti scolastici?
Nel caso del nostro progetto, direi che la collaborazione si può riassumere in: sensibilità personale dei docenti, reti con istituzioni del territorio, accessibilità, rapporto con la didattica e azione di promozione dei formatori. Ad esempio, con i docenti referenti dei laboratori di teatro del Liceo Classico Anco Marzio di Ostia e il Liceo Linguistico Immanuel Kant di Tor Pignattara, ci siamo innestati su percorsi già avviati, con una collaborazione già in atto nel caso di Ostia e una apposita nel caso di Tor Pignattara. Invece, a Garbatella è stata fondamentale l’azione congiunta con il Municipio VIII, che ha avviato i contatti con l’Istituto Superiore Cine TV Rossellini. Inoltre, il punto di forza della proposta è stata l’offerta a titolo gratuito delle attività, con un prezzo simbolico di 1 euro per gi spettacoli, così nessuno paga per avere un oggettivo beneficio formativo. In alcuni casi poi, il progetto si è collegato alla didattica, all’interno dei percorsi PCTO delle scuole (i percorsi formativi per l’acquisizione di competenze trasversali e per l’orientamento personale e sociale).
Il tema dell’importanza dell’azione teatrale rispetto alla creazione di reti di relazione con i cittadini e con le fasce d’età escluse dai pubblici che, tradizionalmente e ancora oggi, frequentano i linguaggi e le strutture teatrali amplia il discorso su come estendere la domanda e come potenziare questa azione di coinvolgimento dal basso…
L’azione di 369gradi in generale, in questo senso, cerca di operare con progetti alternativi alle produzioni drammaturgiche complesse, che richiedono comprensioni di significati alti e altri o progetti con maggiore dimensione di investimento che intercettano un pubblico di operatori o con più capacità di spesa. L’obiettivo è quello di coinvolgere nuovo pubblico. Fondamentale in questo momento storico è la questione dell’abitare i luoghi: la gente fatica a spostarsi, la crisi la spinge ad una tipologia di consumi culturali più a portata di mano. Ad esempio, quest’estate con M’illumino di Teatro a Garbatella siamo andati ad operare in un lotto di case popolari; Bartolini/Baronio in una residenza di una settimana ha creato una drammaturgia a partire dalle interviste con gli abitanti; abbiamo realizzato un laboratorio per bambini in collaborazione con una libreria del quartiere. Il riscontro c’è stato, gli anziani e le famiglie del lotto interagivano rispetto all’offerta degli spettacoli, passavano, si fermavano sulle panchine a vedere. C’era la vita, uno scambio, la compagnia. A livello di fruizione, ognuno coglie ciò che può: ritrova sé stesso, oppure si diverte solamente, qualcuno può piangere, qualcuno ridere. Questa libertà deve essere una chiave per riportare la gente a teatro.
A questo proposito, quali sarebbero le condizioni per sostenere un percorso durevole e perseguire un risultato significativo di progetti come PERIFERICO_KI?
La valutazione finale di esperienze progettuali di questo genere è positiva e nonostante ciò non c’è certezza di continuità. Si dovrebbe avere la possibilità di sostenere azioni e soluzioni con risultati che si vedono almeno nel medio periodo. Un anno o un semestre di laboratorio nei licei avrebbero bisogno di una costanza, di una regola e un’intesa con il gruppo di adolescenti che può derivare solo dall’affiancamento con un’educazione al teatro, con risorse per mantenere il gruppo dopo averlo creato. PERIFERICO_KI? è inserito nel prezioso bando PNRR Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro – Anno 2022 promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali; non si ha la certezza che il bando sia riproposto il prossimo anno e in più il progetto agisce su un micro-periodo: il bando è uscito a luglio, il progetto è partito a ottobre, va chiuso entro fine anno. Forse, se i progetti funzionano, sarebbe necessario valutare una modalità di assegnazione di contributi più continuativa, che certamente tenga conto del ricambio tra soggetti, ma magari distenda il periodo di finanziamento su un quinquennio, o un triennio. Questo nell’ottica proprio di chi li fruisce: il nuovo pubblico non esiste preventivamente, va costruito. PERIFERICO_KI? è esempio di cantiere culturale: di percorsi formativi e di promozione su cui andrebbero portati avanti investimenti solidi e politiche mirate.