Al Teatro Palladium di Roma è andato in scena, sabato 25 e domenica 26 marzo, Il Cappotto, tratto dal racconto omonimo di Nikolaj Gogol’ del 1842: una produzione di Cantiere Obraz | Teatro dell’Elce | Teatro Solare (in collaborazione con PostOp), con la regia e drammaturgia di Alessio Bergamo.
L’atmosfera della San Pietroburgo gogoliana viene evocata in ogni particolare di questa frizzante messa in scena di Alessio Bergamo e della sua PostOp. Il protagonista è Akakij Akakievic, funzionario solitario, escluso da tutti, a partire dai suoi colleghi d’ufficio. Egli è alla ricerca di un nuovo cappotto, elemento indispensabile per la società, ma anche per il freddo delle notti russe. Ed è proprio durante una di queste notti che il tanto agognato soprabito gli viene rubato. Il cappotto non è qui solo un oggetto, è protagonista anch’esso insieme ad Akakij, in quanto personaggio antropomorfizzato e attivo a tutti gli effetti; ricorda infatti Il Naso in alta uniforme presente nell’omonimo racconto dello stesso Gogol’ e collabora perfino alle gag che animano gran parte della pièce. Il nuovo cappotto – šin’el’ in lingua originale – diventa dunque l’unico compagno di vita di Akakij, seguendolo lì dove gli altri lo lasciano solo, facendogli da spalla, da sostegno, ed è solo grazie ad esso che verrà accettato in società.
Rumori, suoni, persiane delle piccole cabine bianche che compongono la scenografia – a cura di Thomas Harris – contribuiscono alla componente sonora che ricrea l’atmosfera delle notti pietroburghesi, in contrapposizione alle canzoni pop ballate durante la festa organizzata dai colleghi per festeggiare il nuovo cappotto di Akakij.
Durante lo spettacolo le luci della sala si accendono e si spengono sul pubblico, coinvolto fin dall’inizio dal narratore, Domenico Cucinotta, che rompe la quarta parete interloquendo direttamente con la platea.
Questo contatto ritornerà – come un cerchio che si chiude – alla conclusione della vicenda del povero funzionario destinato all’infelicità.
Un lavoro visivo fatto di poche parole, grande uso del corpo e fedeltà al racconto originale: sono questi gli elementi che contribuiscono a rendere brillante e scorrevole il lavoro di Alessio Bergamo e della sua compagnia.
Il Cappotto
Di Nikolaj Vasil’evič Gogol’ Regia e Drammaturgia Alessio Bergamo Con Angelica Azzellini, Alessandra Comanducci, Domenico Cucinotta, Massimiliano Cutrera, Erik Haglund, Stefano Parigi Scenografie e costumi Thomas Harris Luci Lorenzo Cardelli Produzione Cantiere Obraz|Teatro dell’Elce|Teatro Solare In collaborazione con PostOp Teatro Con il sostegno di Regione Toscana – Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – Capotrave/Kilowatt Sansepolcro) – Catalyst nell’ambito del progetto “Residenze” Art. 43 – Mic e Regione Toscana – Vera Stasi Tuscania “Danza/Progetti per la scena 2020” – Teatro di Cestello Firenze