Perfetti Sconosciuti

Perfetti sconosciuti: quanta parte della nostra esistenza custodiamo nel buio?

Nel 2016 Paolo Genovese dirige il film Perfetti sconosciuti. Nel 2023 ne cura anche la regia teatrale e dal 12 al 23 aprile va in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. La storia è semplice, una cena a casa di amici è apparentemente sconvolta dalla decisione di fare un gioco: ognuno metterà il proprio telefono sul tavolo e condividerà con il gruppo messaggi, chiamate e ogni tipo di notifica che riceverà, mettendosi a nudo di fronte agli amici più cari e ai propri partner, cioè coloro che, teoricamente, si dovrebbero conoscere come il palmo della propria mano.

La luna ha due facce, ci insegnano a scuola. Noi ne possiamo vedere solo una, quella illuminata. Durante le eclissi invece, per un breve periodo, ci è concesso osservare la parte oscura; in realtà è sempre la stessa, ma diversa dal solito, la cogliamo in un modo in cui non ci aspettavamo potesse apparire. Poi, tutto torna alla normalità.

L’eclissi di luna accompagna la cena a casa di Rocco (Paolo Calabresi) ed Eva (Valeria Solarino), metafora di quelle vite che in una serata smettono di essere illuminate e si mostrano per ciò che sono nella loro profonda e buia intimità.

Perfetti sconosciuti è un film che è facile immaginare in teatro: sette amici in una casa, per un’intera serata, che fanno un gioco. La scenografia ricostruisce il soggiorno con angolo cottura, sul fondo si intravede il corridoio, in proscenio sta il balcone e il bagno è ricavato in una sezione del palco attraverso l’uso di pannelli che, illuminati, permettono di vedervi attraverso. Gli spazi quindi sono gli stessi del film, disposti in modo tale da essere tutti visibili allo spettatore.
I personaggi sono sempre in scena e attraverso tagli di luce mirati, che illuminano alcuni e lasciano in penombra altri, il regista riesce a focalizzare l’attenzione del pubblico solo su alcuni, come farebbe con un primo piano o un piano medio. La mancanza di uno sguardo ravvicinato tramite l’occhio della telecamera è facilmente integrato dalla bravura degli attori che tramite i loro gesti e la loro voce, grazie anche all’uso del microfono che ha permesso di apprezzare le più sottili variazioni di tono, riescono a coinvolgere il pubblico per l’intera rappresentazione.
Gli spettatori si abbandonavano ad applausi e commenti – in un teatro sold-out è difficile ottenere il silenzio perfetto – che facevano pensare che molti stessero ascoltando quella storia per la prima volta. Anche io, che sono andata a teatro proprio perché la conoscevo, ho seguito tutto lo spettacolo con avidità; non aveva importanza che sapessi già cosa si nascondesse nei loro cellulari, non riuscivo a perdermi. Merito degli attori che riempiono con la loro recitazione la scena, trascinandoci nella storia; non c’è nulla cui possano aggrapparsi: la musica è quasi del tutto assente e la luce è un piazzato che si modifica solo per marcare gli a parte. Nonostante siano in scena per un’ora e mezza, l’energia non cala mai, nemmeno la ricca scenografia riesce a distrarre.

Per quanto riguarda il testo drammaturgico, esso si rivela essenzialmente uguale alla sceneggiatura. Le differenze sono poche e legate al fatto che per la rappresentazione teatrale sono state eliminate le scene introduttive in cui ci vengono mostrate le tre coppie che, nelle loro rispettive case, si preparano alla cena. Non si tratta però di una mancanza, possiamo comunque ottenere le informazioni fondamentali sui personaggi, riuscendo di fatto a cogliere il contrasto tra la loro esistenza quotidiana e la parte di essa che nascondono (quando c’è).

Perfetti sconosciuti è una commedia, ma dallo sviluppo che se proprio non vogliamo chiamare tragico, possiamo almeno definire drammatico. Non ho potuto fare a meno di notare come il pubblico ridesse quasi continuamente, anche nei momenti in cui si avverte un senso di oppressione e l’ultima reazione che si può fare è ridere. Eppure ciò non si è tradotto in leggerezza, almeno per me, che nonostante mi sia divertita tutto il tempo, nel momento degli applausi ho sentito gli occhi inumidirsi, come se improvvisamente una tensione che non mi ero accorta di aver accumulato, affiorasse.

In uno spettacolo in cui le esistenze dei protagonisti sembrano essere distrutte dalla condivisione dei segreti contenuti nei loro cellulari, è stato interessante far caso a come molte persone tra il pubblico prendessero in mano il telefono di tanto in tanto per controllare le notifiche.
Chissà quanti perfetti sconosciuti erano seduti in sala…


Perfetti Sconosciuti

Regia di Paolo Genovese
Con (in ordine alfabetico) Dino Abbrescia (Lele), Alice Bertini (Bianca), Marco Bonini (Cosimo), Paolo Calabresi (Rocco), Massimo De Lorenzo (Peppe), Anna Ferzetti (Carlotta), Valeria Solarino (Eva).
Scene di Luigi Ferrigno
Costumi di Grazia Materia
Luci di Fabio Lucci
Presentato da Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
in coproduzione con Fondazione Teatro Della Toscana e Lotus Production

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *