La fallibilità dell’essere umano è tutta qui, fantasiosamente intrecciata alle esperienze di vita, le cadute, la paura, i sogni infranti, le malattie; lunghi tentacoli annodati attorno a un nucleo, dendriti di morbida lana variopinta. Così è la vita, la cellula tumorale la chiama Amedeo Longo è il trono che porge a chi giunge nel suo studio per curiosare o strappargli qualche domanda, ma offre una visuale ambigua, chi osserva è chiamato a sbirciare attorno e guardare anche dentro se stesso.
Così è la vita, Amedeo Longo.
Nato a Roma nel 1996, dislessico, Amedeo Longo cerca nelle immagini quel veicolo di significati ed emozioni che la parola scritta gli nega.
Si diploma nel 2020 presso il Dipartimento di Scultura, nella Scuola di Arti Visive della Rome University of Fine Arts – RUFA con una tesi sulla sensazione di alienazione derivante dal proprio disturbo Ma sono un alieno? Nel 2021 viene citato dal New York Times a seguito delle minacce da parte di Animal Liberation Front ricevute a causa dell’opera d’arte Dal panino si va in piazza, installata a Piazza San Giovanni Della Malva a Roma.
Campo minato è la performance che ha scelto per la terza edizione di INCONTRI VISIVI, evento scaturito dalla forza di un collettivo nato tra i corridoi della Officina Pasolini, di cui Lorenzo Tricase, curatore della rassegna ed ex studente dell’attuale SARAS Sapienza, è membro. Appuntamento interamente dedicato alle arti visive e all’ibridazione di linguaggi artistici “diversi e altri” – fotografia, video, reportage, editoria, fanzine, magazine, illustrazione, performance – fissato a domenica 14 maggio dalle ore 11:00 alle ore 24:00 presso il Villaggio globale, Ex Mattatoio, come è ormai tradizione.
Longo farà esplodere degli airbag sotterrati in alcuni punti di un reticolato con l’ausilio di una batteria d’auto ed alcuni cavi. L’esplosione controllata parte dalla volontà di disinnescare I’espressione campo minato, solitamente associata a un contesto di dolore e morte, per renderla assimilabile a una sensazione di delicatezza e innocenza attraverso l’utilizzo del paradosso, di cui l’artista si è servito anche in altri lavori (cfr. Excalibur).
Excalibur, Amedeo Longo.
Per il performer è l’ambiente artistico il campo minato da bonificare, in particolare quello delle gallerie e dei galleristi, spesso feroci ostruzionisti delle carriere dei più giovani, tra cernite sessiste e truffe velate. Le bombe sono i rischi e gli investimenti di chi dedica la propria vita al mestiere dell’artista, a cui Amedeo risponde tenendo fede alla sua visione, non piegandosi alle richieste di mercato, ma agendo nel mercato secondo la propria volontà e la propria arte. Per Longo è importante arrivare agli altri attraverso i molteplici significati che il vissuto e l’ambiente donano allo spettatore, per lui non esiste quindi un unico codice di lettura.
Come il dislessico, l’astante in Longo è messo nella condizione di trovare le proprie modalità di comprensione e acquisizione della materia artistica.
Lo spazio che separa l’uomo dall’oggetto della propria indagine come il vuoto dell’airbag tra carrozzeria e passeggero, è quello il terreno dell’arte; ma Campo minato è anche il metro tra essere umano ed essere umano, la distanza salvifica tra noi e la causa del nostro dolore, l’atomizzazione a cui ci obblighiamo per sopravvivere: teste salve tra due palloni a espulsione simultanea d’aria e braccia troppo lontane per toccare altre braccia.
In ambito professionale, come nelle relazioni, gli airbag ci rendono lo scontro con l’ignoto più lento, ma non per questo meno brutale. La sfida, dice Longo, è rassegnarsi all’impatto. Nonostante i cartelli di pericolo esplosione, nonostante le premesse, nonostante le paure, sedersi sul Così è la vita, osservare il proprio airbag gonfiarsi fino al limite, ascoltarne lo scoppio, non rinunciare al dolore.
INCONTRI VISIVI
III EDIZIONE
DOMENICA 14 MAGGIO
Villaggio Globale, Ex Mattatoio di Roma – Roma (RM)
Ingresso da Largo Dino Frisullo e dal Lungotevere Testaccio
H: 11:00 / 24:00
INGRESSO LIBERO
Crediti Amedeo Longo, Studio Longo – Via Filippo Meda 146, Roma (RM)