L’immaginazione, nelle sue varie manifestazioni, può diventare il motore di attivazione del processo creativo della mente: ancor di più, se sfruttata su una fascia d’età in evoluzione – bambini e preadolescenti – per sensibilizzare l’importanza di conoscere e confrontarsi con le proprie emozioni. Da quest’idea di potenziamento dell’esercizio creativo, prende vita l’edizione 2023 di IMMAGINA – Festival Internazionale del Teatro di Figura di Roma, dal 9 al 14 maggio, coinvolgendo diversi teatri, tra periferia e centro città.
Il Teatro Biblioteca Quarticciolo, uno dei luoghi ospitanti l’insieme di spettacoli, mostre e laboratori, opera come connettore tra l’unica compagnia italiana del festival internazionale – la compagnia arteVOX Teatro – e la narrazione di un’arte antica e poetica, quella del teatro di figura.
La compagnia, attiva dal 2008, si fa promotrice, con la sua forte impronta di teatro civile, di una riflessione artistica maturata negli ultimi anni e risemantizzata – in chiave educativa – nel loro spettacolo Briciole di felicità: «che cosa significa felicità per ciascuno di noi, per le persone che ci stanno vicine?».
Un quesito la cui risposta contiene un messaggio di vita troppo complesso da snodare senza ridurlo in banalizzazioni: la storia, difatti, nella sua semplicità, rivela come la felicità non possa essere acquistata o venduta, ma costruita attraverso un processo di collaborazione e amore verso il prossimo.
Questo progetto, nato dall’incontro con il testo da cui lo spettacolo stesso prende ispirazione, Il venditore di felicità di Davide Calì, è al contempo frutto di un’intensa unione tra i vari significati che, estrapolati dal libro illustrato, sono proposti in una forma narrativa catalizzante per il bambino, in un percorso intimo, nuovo e divertente in cui è attivamente coinvolto.
Otto muppet – che sintetizzano l’unione materiale di marionetta e puppet – a taglia umana, sono inseriti in un’ambientazione magica con l’utilizzo della videoproiezione animata in motion graphic, in un contesto facilmente riconoscibile dallo spettatore: tutti i personaggi appartengono all’immaginario comune, dalla cuoca all’anziano, e condividono lo stesso spazio di appartenenza nel quotidiano, ovvero la loro abitazione – simulata da una scenografia semplice che rimanda alla facciata di un palazzo – dalla quale gli stessi muppet interagiscono con il mondo e in seconda battuta tra di loro.
In un questo villaggio etereo irrompe un venditore di felicità – anch’egli un muppet – che sfruttando la vulnerabilità degli abitanti, promette visibili miglioramenti per i problemi che necessitano di essere risolti: acquistando uno dei barattoli contenenti la felicità, magicamente, tutte le singole e personali richieste si sarebbero realizzate. Ma ciò non accade: il barattolo, sempre stato vuoto, crea una dolceamara metafora che, se contestualizzata nella nostra realtà, fa comprendere come la felicità è frutto della relazione tra noi e il mondo.
Qualcosa nel villaggio cambia quando uno straniero emarginato, Ohibò – un muppet etichettato così dagli abitanti – sconvolge i ritmi e le usanze del palazzo: non acquista un barattolo di felicità e passa le sue giornate chiuso nella sua abitazione-rifugio. Nonostante ciò, è l’unico personaggio felice all’interno del villaggio.
Ohibò costruisce uno spettacolo teatrale utilizzando gli utensili provenienti dalle abitazioni dei vicini, i quali non sembrano interessarsi alla socializzazione e allo scambio interpersonale ma solamente a trarre, da ogni situazione, un profitto personale. Improvvisamente – e qui giunge al culmine il messaggio educativo del progetto – gli abitanti, nel momento in cui scoprono l’esistenza di un teatro, ritrovano il piacere della condivisione e della comunità unendosi in questa ricerca collettiva della felicità. Il teatro, e l’arte in generale, è dunque quello strumento che permette e realizza, tramite la condivisione e lo scambio relazionale, la felicità.
Briciole di felicità, costruito narrativamente per essere fruito dagli occhi di uno spettatore-bambino, è al contempo un insegnamento maturo sull’importanza dell’ascolto dell’altro, sulla necessità di essere presenti e partecipi nella costruzione di una comunità in cui il bambino possa crescere condividendo ciò che lo rende felice (e consapevole).
Briciole di felicità
di Anna Maini
ispirato a Il venditore di felicità
di Davide Calì e Marco Somà, Kite Edizioni
regia ArteVOX Teatro
consulenza artistica David Faraco
con Alessia Candido e Matteo Piovani
costruzione muppet Sig. Formicola e Marco Lucci | Laborincolo