Qual è il prezzo dell’onestà? Quanto può andar avanti un uomo prima di cedere a essa? È andata in scena, sabato 29 e domenica 30 aprile, al Teatro de’ Servi di Roma, la pièce scritta da Luigi Pirandello nel 1917, Il Piacere dell’Onestà, una produzione Alt Academy Produzioni con la regia di Luca Ferrini, in scena anche come attore.
«Ebbene?» esordisce Maddalena, interpretata da Valentina Martino Ghiglia, con tono di attesa. È ansiosa di conoscere qualcuno. Il suo personaggio è quello della madre di Agata (Monica Belardinelli), una giovane donna che aspetta un figlio dal Marchese Fabio (Alberto Melone), che però non può prenderla in sposa avendo già una moglie. Lo spettacolo ha inizio con l’attesa di un uomo che dovrebbe provenire da Macerata, un uomo di cultura, che conosce la filosofia, a detta della donna e del cugino Maurizio (Luca Ferrini). Qualcuno che dovrà vivere con loro, a cui dovranno abituarsi, e che saprà cose che gli altri non sanno. L’uomo che attendono si rivelerà in seguito essere Angelo Baldovino – interpretato da Michele Cosentini –, che ha accettato di fingere di essere il marito di Agatae, di conseguenza, il padre di suo figlio.
La prima scena è immersa nei toni del giallo, a partire dalle poltroncine e dal divano presenti sul palcoscenico – tipici di un salotto borghese del secolo scorso – fino al pannello illuminato sullo sfondo. Quest’ultimo assumerà però diverse varietà cromatiche legate al profilo psicologico dei protagonisti nel susseguirsi delle vicende.
I personaggi entrano in scena abbigliati in costumi pirandelliani neri, che ricordano quelli del Sig. Ponza e della Sig.ra Frola in Così è (se vi pare); nella seconda parte invece, al battesimo del bambino di Agata, come la deissi temporale fa intendere, gli abiti sono giocati sui toni del bianco con dettagli rossi, colore che predomina, ora, anche nello sfondo. Il bianco evoca la purezza del neonato e quella apparente dei familiari, ma le sue striature rosse sono le sinistre onte di cui si macchiano i personaggi. Tranne il personaggio di Angelo Baldovino che è infatti l’unico a essere vestito prima di grigio e bordeaux e poi di rosso. Ed è infatti l’unico diverso dagli altri anche per quanto riguarda il tema portante della pièce: l’onestà.
È questa che spingerà Baldovino a voler andar via, a scappare da quel mondo di finzione in cui è stato catapultato, e a smascherare la truffa che gli è stata intentata. Ed è sempre l’onestà a essere la vera protagonista dell’opera, quella che creerà tensioni continue tra i membri della famiglia e Baldovino, e che sarà presente in maniera persistente nelle parole e nei discorsi di questo personaggio. Forte è anche il tema della maschera che i protagonisti indossano metaforicamente, costretti, dalla gravidanza illegittima della giovane figlia, a inscenare un falso matrimonio; maschera che finirà per crollare quando i personaggi di Agata e Baldovino sorprenderanno lo spettatore in un finale inaspettato.
Michele Cosentini sostiene il ruolo di Baldovino con toni sostenuti e non sommessi, muovendosi sul palcoscenico con la compostezza e la sicurezza, nella postura, che caratterizzano per tutto il tempo lo sconosciuto costretto a fingere. Il suo Baldovino è delineato con decisione: è il ritratto di un uomo mal sopportato e disprezzato dalla famiglia di Agata, che lo considera un fallito, fin dalla prima scena. Si rivelerà, in realtà, l’unico a credere nell’onestà, tanto da sacrificarsi in nome di quest’ultima. «Sposerò per finta una donna: ma sul serio io sposo l’onestà» sono le parole che pronuncia fin dalla sua prima entrata sul palcoscenico, rivelando allo spettatore il ruolo che ricopre. Egli è presente dall’inizio alla fine nello spettacolo: è in scena anche quando non lo è fisicamente, tramite i discorsi degli altri personaggi.
Luca Ferrini presenta un lavoro corale fatto da interpreti che si amalgamano l’un l’altro in una messa in scena di impianto tradizionale, ma che presenta numerosi elementi di novità: dall’espediente della voce robotica fuori campo che interviene quasi a suggerire la battuta a Maurizio nel primo atto, ai cambi di luce legati alla psiche dei personaggi, fino al momento in cui Baldovino/Cosentini avanza sul proscenio a conclusione dello spettacolo: egli si rivolge allo spettatore, quasi come una personificazione dell’onestà stessa che si fa sempre più spazio.
«Deve essere ben altro il piacere dell’onestà»
Angelo Baldovino
IL PIACERE DELL’ONESTÀ
di Luigi Pirandello Regia di Luca Ferrini Aiuto regia Davide Sapienza con Michele Cosentini, Valentina Martino Ghiglia, Alberto Melone, Luca Ferrini, Monica Belardinelli, Riccardo Pieretti una produzione Alt Academy Produzioni