«Dai il tuo oracolo o Musa, e io sarò il tuo portavoce».
Pindaro
MOISAI 2023 – Voci contemporanee in Domus Aurea è l’ammaliante esperienza che si è svolta dal 5 al 21 maggio presso la residenza del tanto discusso Imperatore Nerone. Le mura imperiali accolgono un Festival artistico articolato in nove incontri con lo scopo di coniugare i beni culturali con performance contemporanee, in uno spettacolo fuori dal tempo.
Ogni evento è dedicato a una delle nove Muse a cui anche Nerone pareva ispirarsi, tanto che fece realizzare, a suo tempo, delle statue che le ritraessero, i cui frammenti ora conservati con cura in Domus sembrano aver sfidato e vinto la Storia stessa. Ciascun incontro inizia con una visita guidata, e culmina con un’esperienza performativa le cui suggestioni si muovono tra la tradizione antica e allo stesso tempo un segno moderno.
E così le tanto esaltate Muse vengono evocate, una a una, nella Sala Ottagonale, un singolare spazio scenico che concretizza la sconfinata passione dell’Imperatore Nerone per l’arte in ogni sua forma.
Le mura possenti, il bianco delle pareti e la saldezza della struttura sembrano dare respiro a ciascuna delle Muse. Secondo uno stile Prassitelico, il marmo pentelico immortala inesorabilmente nelle statue un fascino senza tempo, priva di volto ma dalla spiccata espressività nel panneggio delle vesti, rivelando raffinatezza antica e l’amore per i dettagli. Una suggestione eterna che contiene in sé una bellezza tutta da scoprire, e immortale, come nel caso della Musa Clio.
«…Come un esperto timoniere, signora degli inni,
Clio, guida ora la nostra mente,
se mai anche un tempo (lo facesti)… »
Bacchilide, Epinici, 12.1.
Clio, a cui è stata dedicata la serata del 20 maggio, è la Musa della Storia che protegge e celebra con riverenza gli uomini più importanti di tutti i tempi.
La voce del passato si fa concreta in quella di Fabrizio Bentivoglio, attore italiano che celebra, attraverso la lettura, l’arte retorica, ricordando gli eterni ritorni della Musa. Bentivoglio sceglie con cura brani da La solitudine del satiro, di Ennio Flaiano. La sua voce è accompagnata dall’esecuzione del contrabbassista e compositore Ferruccio Spinetti, che pare quasi danzare con lo strumento, la cui sonorità avvolgente riecheggia la grande esperienza. La sua abilità nel reinterpretare convoglia la classicità dello strumento all’utilizzo avanguardistico del loop elettronico, fornendo un’esperienza che abbatte ogni divisorio di recezione da parte del pubblico.
Con l’intento di omaggiare la Musa della Storia, risulta congeniale citare un personaggio come Flaiano, protagonista della vita intellettuale del passato italiano, la cui scrittura ripercorre la Penisola dagli anni del dopoguerra sino al boom economico, arrestandosi poi alla fine degli anni Settanta. La sua penna fa da specchio a un’Italia che, incredibilmente, ancora oggi ci appare la stessa, suggerita da una lettura canzonatoria, illuminata e paradossale, come la sua satira sottile, fatta di riflessione razionale e istanti di emozione.
La performance prosegue con l’avvicendarsi di ricordi graffianti, seriose riflessioni sulle velleità dell’uomo, e deterioranti scoperte sulla società; nulla di consolatorio né tantomeno minaccioso, ma di una semplicità certo folgorante per chi ascolta. Una smorfia compiaciuta dell’attore suggerisce che l’unico conforto lo si trova (forse) solo nell’Arte e nell’ironia, in un mondo in cui la Storia antica pare aderire perfettamente al tempo presente.
MOISAI – LETTURA CLANDESTINA, La solitudine del saturo
Voce recitante Fabrizio Bentivoglio
Contrabbasso Ferruccio Spinetti
Produzione AidaStudio Produzioni
Coordinamento artistico e distribuzione a cura di Elena Marazzita