La mano sinistra, in scena dal 15 al 25 giugno al Teatro India, testo e musica di The power of my air di Iva Stanisic

Lasciarsi stupire dall’imprevedibile: La mano sinistra onironautica

Un viaggio che non ha una chiara destinazione. Una sperimentazione, un continuo mettersi in gioco, una stimolazione dei sensi. Porsi delle domande, anche senza dare una risposta. Un percorso in cui – inizio e fine – sono circolarmente scanditi da una danza, segno di una metafora che riporta alla stretta connessione dell’uomo con il mondo. Non prima, non dopo, ma in quel preciso istante: si presenta così lo spettacolo del collettivo Industria Indipendente – fondato da Erika Z. Galli e Martina Ruggeri – al Teatro India di Roma.

La mano sinistra, in scena dal 15 al 25 giugno, testo e musica di The power of my air di Iva Stanisic, sfida la linearità, la regola, i flussi spazio-temporali, coinvolgendo lo spettatore all’interno di una dimensione onirica in cui la musica è il deterrente simbolico della narrazione. Tutto nasce dal suono e dall’azione musicale si inaugura il viaggio che porta al gesto e alla parola: la mano è l’allegoria di ciò che il sogno – oggetto primario da cui si snoda tutto il racconto – presenta, affastellato e indefinito, che non svela e non copre, semplicemente tratteggia. La mano è quello che resta lì. Quello che resta nello spazio invisibile tra il detto e il non-detto. Tra la realtà e la fantasia. Ed è nel sogno raccontato a intervalli che si evoca il reale.

«Con la mano sinistra faccio di me stessa un’altra cosa

Confondo nascondo proteggo

Inverto sbarello restituisco

Obietto separo ricongiungo

Canto bocca a bocca chiusa»

Pochi oggetti in scena accompagnano l’azione delle attrici: lampadari, panchine, strumenti musicali e un grande schermo, quinto protagonista, che fa da sfondo nello spazio scenico e che scandisce la narrazione, proiettando a intermittenza battute, spezzoni e ologrammi rappresentanti le questioni poste in discussione.

La mano sinistra è una sperimentazione: una sfida tra materiale e immateriale, immaginazione e concretezza, tutto o niente in cui il chiaro riferimento alla magia, al sinistro, al nefasto può essere chiave di svolta per una trasformazione dell’io, che si divincola dalla sua interezza per diventare altro in un gioco di risonanze poliritmiche e polisemiche. Un flusso di pensieri, parole che sfidano il plurilinguismo, movimenti che non si delimitano nello spazio in cui avvengono ma che allargano verso orizzonti nuovi.

Un sogno, frammentato da una pluralità di universi che convergono, fondato su quattro domande essenziali: ogni quesito è collegato, e parte dalla definizione di mano, ma la risposta che segue, non univoca, genera a sua volta ulteriori turbamenti. Cosa è importante per te? E da dove si comincia? Cosa vorresti che io fossi?
Domande che risuonano anche quando il silenzio in sala pervade e resta soltanto la musica in sottofondo.

La mano sinistra invita lo spettatore ad affidarsi alla magia, a lasciarsi trasportare da emozioni e sensazioni per entrare in contatto con le parti remote di sé, a coltivare il desiderio e l’attenzione per la diversità, per l’incognita. Uno spettacolo estetico-visivo, completamente dal vivo – musiche incluse – che fa dell’attività onirica la sua bandiera simbolica.

«Se la mano è il gesto, e il gesto è la parola visibile, la parola è l’anima. Allora l’anima sei tu.»


La mano sinistra

testi e regia Industria Indipendente (Erika Z. Galli, Martina Ruggeri)
arrangiamenti musicali Steve Pepe, Iva Stanisic, Martina Ruggeri
luci e video Luca Brinchi, Erika Z. Galli con Annamaria Ajmone, Silvia Calderoni, Martina Ruggeri, Iva Stanisic
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale, LAC

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