Inventaria – La Festa del Teatro Off approda al Teatro Trastevere di Roma tra il 13 e il 15 giugno 2023. Nella serata del 14, è andato in scena La vacca, spettacolo in concorso di Elvira Buonocore, diretto da Gennaro Maresca e interpretato dalla compagnia B.E.A.T. Teatro (Anna De Stefano, Vincenzo Antonucci e lo stesso Gennaro Maresca).
«A me le vacche che riposano fanno pensare allo stillicidio, a qualcosa che sgocciola nel silenzio», si sente dire da una voce, con un forte accento partenopeo, nel buio della sala. Rumori di fabbrica, di industria, accompagnano lo spettatore che prende posto. L’azione inizia: sul palco ci sono Donata e Mimmo, due fratelli che vivono in un luogo imprecisato nei pressi di Napoli, in un’atmosfera difficile e probabilmente degradata, vicina a quella delle opere di Annibale Ruccello. Non si sa nulla di loro. Chi sono? Quanti anni hanno? Cosa si vede da casa loro? Donata vede paesaggi, Mimmo vede containers e gru.
Sulla scena, solo una sedia e il giaciglio su cui si riposano. Ancora sognatrice lei, più disilluso lui. Donata ha un desiderio, una “fissità” come dice lei: avere un seno prosperoso. Pensa che le permetterà di arrivare ovunque. E questo la spinge a provare di tutto per averlo, non da ultimo un rito propiziatorio al chiaro di luna, come era uso nei tempi antichi. Ma non sono gli unici personaggi di questa storia: c’è anche Elia, un allevatore che, con una soluzione da montaggio alternato all’azione dei due giovani, racconta allo spettatore che gli sono stati presi i terreni, e con essi le vacche cui tanto teneva. I due fili si intrecciano, passando da due storie parallele a un’unica vicenda; tutti fanno parte della stessa realtà, cruda, legata alla terra, a tratti animalesca.
La vacca è anch’essa protagonista non solo nelle parole di Elia e nelle fotografie che questi mostra, ma anche nella condizione di vita dei due fratelli – che tra loro instaurano un rapporto in parte ambiguo agli occhi di chi li guarda –, misera e di cui si sa poco. Donata ha nascosto l’insegna dell’attività con cui Mimmo si guadagna da vivere, e sarà proprio questo elemento, apparentemente insignificante, a sconvolgere quella linea d’azione creata tra i tre personaggi, quando riapparirà, nel sorprendente finale. Ma lo ha fatto per non restare sola, per smuovere la staticità della sua vita, e far tornare ogni giorno quel giovane allevatore che sembra essere per lei l’unico punto di contatto con l’esterno.
Giochi di luci accese e spente accompagnano l’azione e in particolare i cambi di quadro, entrando nel vivo della semplice vita dei protagonisti. La varietà musicale si pone in termini stranianti e non, composta dalla neomelodica Vai di Nino D’Angelo, dalla fiabesca So this is love di Cenerentola di Walt Disney, o ancora dall’aria Lamento di Federico da L’Arlesiana di F. Cilea.
Anna De Stefano interpreta la giovane Donata con tutta la frizzantezza di un’adolescente che scopre qualcosa di sé: come i suoi coetanei, inizia a provare emozioni, seppur in una realtà desolata, e attraverso frasi fatte con cui tende a esprimersi, senza comprenderne spesso neanche il significato. La De Stefano esibisce una forte componente espressiva, con una sorprendente mimica facciale ai limiti della maschera, a sottolineare tutto lo stupore e le emozioni della ragazzina che è Donata. Gennaro Maresca e Vincenzo Antonucci portano in scena due personaggi maschili che a poco a poco si completeranno nel corso della storia: Elia, ingenuo, disperato per l’inspiegabile perdita delle centosei vacche, e Mimmo, rassegnato e abituato alla realtà più cruda. Maresca rende credibile – tramite i suoi monologhi – la figura dell’allevatore, così affezionato ai suoi animali da “interrompere” spesso l’azione per raccontare allo spettatore il suo dramma; allo stesso modo Antonucci accentua la drammaticità del ragazzo che inizialmente si presenta come un qualunque adolescente, spesso in disaccordo con la sorella, ma che ritroveremo poi “cresciuto” nella cupa e inaspettata conclusione della storia.
La vacca
di Elvira Buonocore regia Gennaro Maresca con Vincenzo Antonucci, Anna De Stefano, Gennaro Maresca aiuto regia Roberta De Pasquale costumi Rachele Nuzzo tecnico luci e audio Mario Ascione una produzione B.E.A.T. Teatro/Nuovo Teatro Sanità
Ottima recensione!