In chiusura di Inventaria – la Festa del Teatro Off, il 15 giugno è andato in scena lo spettacolo Che si trovino male, presentato nella cornice del Teatro Trastevere di Roma. Una rappresentazione – in concorso – portata in scena dalla compagnia I Franchi, composta da Giulia Angeloni (attrice e autrice del testo), Simone Arlorio (musicista) e Francesca Cassottana alla regia.
«Caro Franco, la maestra Ledda è la mia maestra nuova, e, Franco, è veramente strana ‘sta maestra, una sagoma!». Viene presentata così – da una sua giovane allieva – Lara, la protagonista, una ventiquattrenne arrivata dalla Sardegna nella Roma degli anni Sessanta per insegnare ai bambini di una scuola non lontana da una borgata. Giulia Angeloni interpreta, passando con rapidità da un accento all’altro, tutti i personaggi di questa storia, in una corrispondenza di lettere che si avvicendano: quelle della giovane docente con il suo maestro elementare Gavino, quelle tra le bambine e i loro amici di penna lontani.
Ogni personaggio vede il piccolo mondo romano dell’epoca a modo proprio. La Roma in cui Lara si ritrova è quella delle borgate e delle baracche abusive da cui provengono le sue alunne, e verso cui nutre un desiderio di scuotimento dal torpore che le avvolge. È per questo motivo che propone a queste di uscire, fisicamente e non solo, dagli schemi a cui la scuola le ha abituate. Ma il percorso di Lara in questo suo voler dare una dignità alle bambine, che sembrano essere dimenticate da tutti, sarà spesso ostacolato dai pregiudizi sociali, non da ultimo quelli del preside della scuola.
Una storia che intreccia vicende personali della giovane maestra e delle sue allieve a vicende sociali reali, che riportano alla mente i luoghi di Pasolini, protagonisti delle sue inchieste, ma anche le immagini di Ettore Scola in Brutti, sporchi e cattivi. Un tocco felliniano caratterizza invece la componente sonora: Simone Arlorio alterna strumenti quali il sax, il clarinetto, il tamburo, in un accompagnamento musicale quasi onirico, che ricorda il clima di film come La strada, ma che ricrea anche suoni e rumori che compongono l’atmosfera e che sottolineano i pensieri e le parole di Lara.
Ulteriore elemento che rimanda all’onirico è quel magnetofono che la giovane maestra porta in classe: sempre presente in scena, in forma di carretto, simile agli organetti delle vecchie fiere. All’occorrenza contiene anche la scrivania su cui le lettere prendono forma, e una delle casette «che spuntano di notte» di cui parla la piccola Esterina.
Giulia Angeloni indossa metaforicamente le maschere di ogni personaggio, di Lara, ma anche di Ortensia, di Esterina, di Maddalena – sorella di una delle bambine –, coinvolgendo lo spettatore nella narrazione di scene che sono per loro la quotidianità.
Che si trovino male mette in luce una società che non accettava del tutto il nuovo, il diverso, o almeno non senza paura e remore. Una società composta per la maggioranza da individui come il direttore della scuola e le sue colleghe, e in cui l’eroina della storia è una giovane di 24 anni, sola e coraggiosa, desiderosa di voler cambiare le cose, per quelle ragazzine che «già è un miracolo se qualcuna di loro potrà andarci alle medie».
Quando è arrivata ‘sta maestra e io ancora non andavo a scuola, Paola m’aveva detto che faceva un sacco di domande e non si faceva mai i fatti suoi.
Che si trovino male
di Giulia Angeloni
con Giulia Angeloni e Simone Arlorio
regia Francesca Cassottana
clarinetto e sax dal vivo Simone Arlorio
set e lighting design Andrea Gagliotta
visual design Kamilla Lucarelli
costumi Alice Delfino