Riavvolgere il nastro – sia metaforicamente che musicalmente, è stato il punto di partenza attraverso cui l’incontro tra il cantautore Giuseppe Peveri, in arte Dente, e la matematica e scrittrice Chiara Valerio, ha inaugurato il secondo (di tre incontri) del format «Le parole delle canzoni».
Dal 20 al 22 settembre, nella cornice dell’Ex Mattatoio di Roma, si indaga il rapporto tra musica e parola.
Ideato dall’Enciclopedia Italiana Treccani e affermatosi sui social, il format – che ha ottenuto grande successo tra il pubblico – ha dato, e continua, a dar vita a una serie di incontri, tra musiciste/i e scrittrici/scrittori, aventi come obiettivo l’analisi dell’evoluzione della lingua italiana a partire dai testi, quindi dalle parole delle canzoni, della nuova generazione musicale italiana. Il format approda per la terza volta consecutiva al REF-Romaeuropa Festival – alla sua trentottesima edizione – all’interno della sezione LineUp.
Apparentemente opposte, musica e matematica – da un lato una forma d’arte, dall’altra una scienza pura – sembrerebbero non poter coesistere nello stesso spazio. Eppure, Chiara Valerio nelle vesti di intervistatrice, fa emergere – con la sua dirompente sagacia – l’unione primordiale che accomuna queste due discipline, estrapolando dalla visione artistica di Dente, non soltanto il suo rapporto con le parole ma l’inserimento di esse in un tempo, spazio e luogo, proprio anche della logica.
La sala Teatro 3 diventa dunque incontro tra la musica – includendo le esibizioni live del cantautore tra una domanda e l’altra come spunto riflessivo da cui partire per indagare il pensiero – e l’importanza di queste parole, calibrate e fissate, nel caso di Dente, spesso attraverso dei giochi linguistici che stimolano sia l’orecchio che la mente. Giocare sulle parole, come afferma Chiara Valerio, è un esercizio importante che serve a riconoscere l’umanità: questa ricerca è viaggio, scoperta, sfida.
E la musica può – e deve – mettere a fuoco le trasformazioni.
Tutta la ricerca artistica di Dente si muove, difatti, da un bisogno interiore di manifestare ciò che è stato vissuto sulla propria pelle, attraverso la visione (e percezione) di un tempo nostalgico – tema chiave – che accorpa le esperienze. Una nostalgia atemporale, quasi naturale, che lascia sempre un retrogusto dolceamaro. Allora sembrerebbe chiaro che c’è una piacevole malinconia nelle parole di Dante, un’«allegria nel tempo che passa», come recita la canzone del suo ultimo album Hotel Souvenir, che risulta in fin dei conti un ossimoro.
Il dialogo continua e si infittisce, al punto che le due poltrone sulle quali i due protagonisti sono seduti diventano ali che, in un gioco costante tra passato, presente e futuro, creano una scia di nuvole nell’aria, piena di ricordi che permettono al cantautore di mettersi a nudo.
Nella sua visione infantile della realtà e del mondo – che nella declinazione di Chiara Valerio è positiva – il cantautore racconta il suo rapporto con il tempo, lo stesso tempo che lo ingabbiava nei suoi primi dischi e che adesso, dopo aver intrapreso un percorso intimo e personale di analisi, è invece apertura, possibilità.
La sua percezione del tempo, afferma Dente durante il dialogo, è mutata in seguito all’incontro con il romanzo Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut – inevitabile il rimando al luogo in cui si è svolta l’intervista – fondamentale cambio di rotta per la realizzazione del suo ultimo album.
Il tempo esiste tutto, noi siamo sempre vivi e sempre morti – continua il cantautore – tutto continua a esistere, noi esistiamo sempre in ogni istante. Fare pace con questo ci permette di vivere la vita. E le parole delle sue canzoni raccontano proprio questo passaggio.
Treccani presenta Le parole delle canzoni
Le parole delle canzoni Dente + Chiara Valerio
Mattatoio – Teatro 3