FREEVOLA

FREEVOLA: Il peso del corpo

Sciapitò – Il Circo del Teatro è una rassegna teatrale organizzata da Teatro Macondo per conto di CAPI – Consorzio Altre Produzioni Indipendenti e arrivata alla sua seconda edizione. Durante la terza serata, all’interno del “tendone da teatro”, lo ”sciapitò” appunto, si è esibita Lucia Raffaella Mariani in FREEVOLA – confessione sull’insostenibile bisogno di ammirazione, un monologo di cui è anche autrice.

Presentato a Roma per la prima volta in quest’occasione, il suo spettacolo è stato finalista al Milano Fringe Festival 2023 e semifinalista per il Premio Scenario 2023.

Il rosso domina la scena. Rosso che ammalia e seduce, rosso che inquieta e ferisce. Il rosso del sangue che fa di una bambina una donna. L’arrivo del ciclo è, per Mariani, il momento in cui ci si accorge di avere un corpo. Perché, all’improvviso, questo diventa portatore di significati, viene reso oggetto, e in quanto tale desiderabile. Non importa se non si è pronte, si è catapultate in questa nuova costruzione di significato e si prova vergogna per un corpo che cambia e costringe ad andare al suo passo.

Così inizia la scalata che porta all’ottenimento dell’ammirazione da parte degli altri. Come si fa? Bisogna essere belle, bisogna ad ogni costo adattarsi, cancellarsi, sistemarsi, corrispondere alle aspettative di chi quel corpo non lo ha, ma lo desidera: gli uomini. In questa scalata ogni donna è nemica alle altre, e per evitare di crollare il nemico va fatto a pezzi, smontato in ogni suo punto di forza: da attraente è necessario trovare quei difetti che la facciano diventare sgradevole.

Piano piano la maschera della ragazza frivola, piacente e sicura di sé si incrina e si succedono sempre più spesso momenti di buio, scenico e interiore, in cui Mariani si mette a nudo nella sua disperazione, nella sua sofferenza per possedere un corpo che per i canoni di bellezza attuali non va bene, ma che è costantemente sessualizzato dalla popolazione maschile.

La drammaturgia cattura lo spettatore in un vortice, lo diverte con un’ironia sagace e senza che se ne accorga lo porta giù, nell’abisso della fatica di avere un corpo femminile. Mariani riesce a parlare degli argomenti più delicati: i disturbi alimentari, le molestie, etc. Utilizza parole forti, ma trasmesse al pubblico con una semplicità e un’immediatezza che lasciano senza parole e fanno sì che gli spettatori si raccolgano sempre più attorno a lei, che cerca un appiglio, un po’ d’amore.

A fine spettacolo, Mariani ringrazia il suo pubblico e chiede, a chi lo desidera, di lasciare un messaggio nel suo «diario delle repliche» prima di andar via. Un’altra forma di interazione, oltre quella perpetuata per tutto il monologo, con il lancio delle rose e le carezze date all’attrice da alcuni spettatori e spettatrici. Quasi a virare leggermente verso il dialogo, perché quello di Mariani sembra essere una richiesta di aiuto, una mano cui aggrapparsi per non cadere nel buio; ma allo stesso tempo, svelando il suo tormento, diventa lei stessa un sostegno.

FREEVOLA – confessione sull’insostenibile bisogno di ammirazione

Di e con Lucia Raffaella Mariani

Consulenza alla regia e alla drammaturgia Lorenzo Maragoni

Consulenza al movimento scenico Erica Nava

FREEVOLA

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