Trattami bene: amore e passione, lontano dai riflettori hollywoodiani

«Sei il mio unico punto di rottura. Sono io lo schiavo tuo e dei tuoi occhi feriti. Trattami bene».

Al Teatrosophia di Roma va in scena, dal 16 al 19 novembre, Trattami bene, spettacolo di Antonio Mocciola, con Simone Sabia e Manuel Novarini. Uno sguardo sulla storia d’amore, recentemente venuta alla luce, di due grandi divi del cinema americano dei primi anni ‘50, James Dean e Marlon Brando.

Nel buio della sala, due uomini: uno è a terra, completamente nudo, tremante, in posizione quasi fetale. L’altro, interamente vestito, è seduto al tavolo, a bere whisky, con una sigaretta accesa. Sono Marlon e James, meglio conosciuti al grande pubblico degli anni ’50 come Marlon Brando e James Dean. Ed è proprio in questo modo che i due si chiamano spesso l’un l’altro lungo il corso dello spettacolo, quasi a identificarsi con l’immagine che gli studios e le majors impongono.

Ma cosa c’è dietro quelle riviste patinate, dietro quegli scatti in pose diventate iconiche, dietro quelle storie di facciata con cantanti e attrici, come Edith Piaf o Anna Maria Pierangeli?La vicenda si svolge nell’ultimo anno di vita di James Dean, durante le riprese de Il Gigante, in una fredda sera di febbraio in casa di Marlon Brando: James ancora non ha contratti stabili, e deve mantenere una certa immagine nello star system hollywoodiano. È da subito evidente il carattere dominante dell’uno nei confronti dell’altro: il divo di Gioventù Bruciata è costretto a stare nudo in casa di Marlon, e a eseguire tutti i suoi ordini. Ma quella di Marlon Brando è una mera dominazione sul più giovane e fragile James Dean, o nasconde qualcosa di più?

Il contesto di Hollywood, del suo star system, delle sue stelle del cinema e degli agenti, è una costante che si aggira silenziosa e fa pressione, lungo l’intero spettacolo, sulla storia d’amore tra i due personaggi: «ci odiano, amore mio, ma io ti amo», dice Marlon mentre abbraccia il suo amante. Non a caso la vicenda si svolge nell’unico ambiente, quasi claustrofobico, della casa del divo di Fronte del porto, senza mai uscire fuori in quel mondo dove i due devono rispondere all’immagine che il pubblico si aspetta. Le tensioni tra loro sono alimentate dalla opprimente Hollywood, che imponeva alle sue stelle dei modelli da rispettare, da quella del “macho”, a quella del “bad boy”.

La regia individua anche a livello spaziale il rapporto tra i due amanti: James Dean occupa quasi esclusivamente il lato sinistro del palcoscenico, Marlon Brando il destro. Fanno eccezione solo i momenti di teneri abbracci che si scambiano, quelli in cui il burbero Marlon dimostra l’amore per James, e in cui anche le luci si fanno più intime e soffuse, come delle piccole parentesi di temporanea felicità in cui i corpi si avvicinano.

Manuel Novarini e Simone Sabia interpretano questa storia d’amore che si consuma lontano dai riflettori: l’uno apparentemente forte e dominante si rivelerà poi vittima di una fragilità che ha origine nel suo passato, l’altro talmente innamorato da accettare le anguste condizioni di una storia clandestina. La postura di Simone Sabia, unita all’espressione fredda e seria del volto, si adatta totalmente al personaggio dominante di Marlon. Allo stesso modo, il corpo di Manuel Novarini è perennemente contratto nel personaggio più fragile di James, come dimostrano anche i suoi occhi impauriti, in un atteggiamento di soggezione e ammirazione per il suo amante.La nudità dell’uno e il corpo vestito dell’altro, alimentano un contrasto visivo e psicologico, che evidenzia il disequilibrio tra i due uomini, in una continua suspense per lo spettatore riguardo l’evoluzione imprevedibile del loro rapporto.


Trattami bene

di Antonio Mocciola

con Simone Sabia e Manuel Novarini

regia di Emilia Miscio

produzione Compagnia Sogni di Scena

 musica e disegno luci Giorgia Caredda

direttore di scena Simona Borrazzo

foto e video di scena Riccardo Dell’Era

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