Si apre, nell’ambito del progetto Per un teatro necessario di Sapienza Università di Roma, la seconda edizione di Vestiti della vostra pelle, il percorso di Residenze didattiche universitarie condotte da Andrea Cosentino, realizzato in collaborazione con CREA – Nuovo Teatro Ateneo e la Fondazione Teatro Palladium – Roma Tre.
Gli artisti – giovani compagnie e artisti/e under 35 – debutteranno il 14 e il 15 dicembre al Teatro Palladium con la restituzione artistica del percorso laboratoriale svoltosi da ottobre a dicembre, proponendo i loro corti teatrali.
Tra i vincitori del bando Vestiti della vostra pelle, la compagnia Lenti al contatto è pronta a mettere in scena la propria idea di teatro con lo spettacolo Gamberetti.
Chi siete e come nasce il nome Lenti al contatto?
S: La compagnia nasce nel gennaio 2022, con me (ndr. Sebastiano Ragni), Carlo Guglieminetti, Piero Lanzellotti e Gilda Rinaldi. In scena Gilda e Carlo – gli attori – la parte pratica, attiva. In più, per questo spettacolo, è stata fondamentale la regia di Serena Franchi Bono.
Lenti al contatto è un gioco di parole che sottolinea il movimento che avviene quando si entra a contatto con persone, come azione sociale. Questi concetti non solo ci rappresentano come compagnia ma sono anche il filo conduttore del nostro spettacolo con il quale abbiamo partecipato in Vestiti della vostra pelle (ndr. Gamberetti).
Abbiamo iniziato a lavorare insieme anni fa su un testo scritto da me e rimasto incompiuto. Si potrebbe definire questo corto come la nostra opera prima, nella speranza possa diventare uno spettacolo integrale. Nel corso della nostra attività come compagnia, siamo entrati a contatto con Serena: la sua presenza è stata essenziale perché ha permesso di guidare la creazione dello spettacolo, attraverso l’introduzione di uno sguardo esterno. All’inizio, eravamo tutti in scena: l’arrivo di una regista nella compagnia ha permesso un cambio di prospettiva, una forma democratica che potesse aiutarci a raggiungere una sorta di equilibrio tra le parti.
Di cosa parla il vostro progetto?
S: Gamberetti svela le difficoltà principali dei rapporti sociali, la paura di sentirsi giudicati, di celare quelle che potrebbero essere le nostre risorse e che possono apparire, inizialmente, come ostacoli. Il testo racconta di una persona, Vincenzo, nonché unico protagonista che incarna una figura universalizzata in cui chiunque può riconoscersi, che snodando una fobia personale – ovvero i Gamberetti, elemento da cui prende il nome lo spettacolo – mette in risalto dei concetti e temi a lui più importanti e cari, utilizzando la chiave comica, l’ironia che lo contraddistingue.
Vincenzo, è una persona insicura, che si racconta, quasi mettendosi a nudo, davanti al pubblico. Nel raccontarsi, mette a fuoco le istanze della sua psiche, mettendo in scena sé stesso attraverso due simboli: una parte più pulsionale, rappresentata da una scimmia, e una parte invece rappresentata da due personaggi trasformisti che prendono vita attraverso dei quadri, in varie forme.
L’entrata in scena di queste istanze, impediscono al protagonista di comunicare in maniera chiara con il pubblico. Si crea così una lotta, un conflitto, per la conquista dell’attenzione del pubblico – che è parte integrante del progetto.
Tutto il nostro lavoro parte e si evolve dall’improvvisazione: la scrittura di scena è un percorso graduale al quale arriviamo creando dei quadri narrativi che delineano una storia. A partire dalle azioni del personaggio in scena, cerchiamo di comprendere cosa può funzionare: è un gioco, una sfida che non appartiene a una narrazione classica e lineare.
Che tipo di esperienza è stata per voi la residenza didattica sotto la guida di Andrea Cosentino?
C: L’esperienza di residenza didattica è stata un arricchimento per la nostra compagnia, ci ha dato l’opportunità di poter lavorare su un testo e farlo diventare un progetto. Siamo inoltre soddisfatti, come compagnia, che quest’anno sia stato selezionato: avendo tentato già nella scorsa edizione con un testo differente, per Lenti al contatto, la partecipazione, rappresenta la possibilità di raccontare la propria idea di teatro.
Con Andrea Cosentino abbiamo lavorato in un’ottica di ricerca sull’attenzione del pubblico quindi rapporto spettacolo/spettatore, partendo dal multilinguismo. Il suo tutoraggio è stato utile al fine di mettere a fuoco gli elementi strutturali del corto.
In Gamberetti l’evoluzione del nostro rapporto con il pubblico è un elemento chiave: capire qual è la dinamica giusta per entrare in scena, su quale punto coltivare l’attenzione, cosa approfondire o far emergere dai tanti temi presenti nel testo. Capire, inoltre, come compiere questo viaggio per far entrare lo spettatore all’interno della storia: portarlo dentro la drammaturgia scenica è stata la sfida di questo progetto. Andrea Cosentino ci ha guidati per restituire al meglio questa nostra idea.
GAMBERETTI
Drammaturgia Sebastiano Ragni
Regia Serena Franchi Bono
Con Carlo Guglielminetti, Piero Lanzellotti, Riccardo Mori, Gilda Rinaldi Bertanza
Compagnia Lenti al Contatto
Ottimo progetto, sicuramente non facile da rappresentare, ma la qualità di attrici e attori ”in gioco” dà la certezza di una splendida performance.