Fa freddo fuori al Teatro Biblioteca Quarticciolo il 22 dicembre. Dentro invece il tepore avvolge gli spettatori che prendono posto in sala e osservano il grande telone che occupa il palco in tutta la sua altezza, decorato con disegni che ricordano i libri illustrati per bambini.
Le luci si spengono, inizia lo spettacolo e il grande telone viene retroilluminato delineando i contorni dei burattini che animeranno la vicenda. Solo una sagoma è di un attore in carne e ossa (Luca Saccoia) che canta canzoni natalizie della tradizione napoletana mentre monta un burattino con cura e delicatezza; quando ha quasi finito gli altri personaggi si trasformano, creando attorno a lui un presepe di ombre.
Si apre così il primo atto, durante il quale Saccoia presta il suo corpo al personaggio di Luca Cupiello e la sua voce a tutti i personaggi, dal vivo o tramite registrazioni. Lui è al centro della scena arroccato nel suo lettino, mentre gli altri componenti della famiglia vivono negli spazi praticabili del telone, che come un calendario dell’avvento si apre rivelandoli. Le illustrazioni che lo decorano rappresentano gli elementi ricorrenti della drammaturgia (il caffè, la lettera, il presepe, etc.) e ne accompagnano lo sviluppo.
Viene a crearsi l’atmosfera favolistica tipica del teatro di figura, che ammalia, diverte e inquieta a tratti – basti pensare alla prima apparizione di Pasquale “smontato” e dagli arti lunghissimi.
Il secondo atto è più movimentato e costituisce l’ampia sequenza narrativa in cui si svolgono i fatti salienti della storia. La scenografia è realistica e a misura di burattino, fatta eccezione per le sedie sul fondo. Tutti i personaggi si avvicendano in scena e l’interazione non si ferma al livello burattini-attore; essendo l’intera scena praticabile, i burattinai non sono più nascosti nel buio, ma si spostano sul palco e, nonostante non prendano più scena dei burattini, reagiscono agli avvenimenti con lievi espressioni del viso mentre Saccoia interagisce con loro.
Il terzo atto vede una disposizione scenica sacrale: al centro torna il letto su cui stavolta è deposto il burattino di Luca, morto. Ai due lati del palco sono sistemate le maschere e i burattini di Nicola e Luca vivo. Attorno al letto le costruzioni sceniche ospitano i burattinai che qui diventano attori e danno vita ai personaggi riuniti al capezzale di Luca. I burattini sono seduti sopra le loro teste, inanimati, ma come in ascolto. In alto su di loro, simile a un crocifisso sopra l’altare, sta un angelo. Saccoia si alterna nell’interpretazione di Tommasino e Luca, come unisse in sé l’ultimo abbraccio tra padre e figlio, prima della commovente scena finale in cui Luca prende il volo tra le braccia dell’angelo.
Per quanto si tratti di uno spettacolo in cui teatro di figura e teatro di prosa si intrecciano, la messinscena non si discosta dall’originale; persino i burattini hanno fattezze che ricordano gli attori della versione originale e indossano costumi simili ai loro – ricordiamo che questo spettacolo ha vinto il premio UBU 2023 per i miglio costumi.
Il presepe è il leit motiv dello spettacolo, simbolo della sacralità della famiglia. Specie nel terzo atto, quando la disposizione scenica ricorda quella tipica del presepe, ma rovesciata perché al centro non c’è Gesù Bambino, ma un uomo morente.
Fondamentale in questa messinscena è l’elemento sonoro. Non solo la musica è la protagonista dell’inizio dello spettacolo, ma un ruolo importante, nelle varie sequenze sceniche, hanno le registrazioni delle voci dei personaggi, rielaborate e presentate sovrapposte, incalzanti. Inoltre, essendo Saccoia l’unico interprete per la gran parte dello spettacolo, è costretto a usare registri vocali e intonazioni differenti per permettere allo spettatore di distinguere tra loro i personaggi.
Una rielaborazione in cui la presenza dei burattini accentua l’elemento favolistico e nostalgico della drammaturgia e permette di vivere il testo di De Filippo in chiave nuova.
Natale in casa Cupiello
Di Eduardo de Filippo
Ideazione di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia
Regia di 𝗟𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗦𝗲𝗿𝗮𝗼
Con 𝗟𝘂𝗰𝗮 𝗦𝗮𝗰𝗰𝗼𝗶𝗮
Progetto a cura di Interno 5 e Teatri Associati di Napoli
Con il sostegno della Fondazione De Filippo e Teatro Augusteo
Scena, maschere e pupazzi di Tiziano Fario
Manovratori Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Lorenzo Ferrara, Oussama Lardjani, Angela Dionisia Severino, Irene Vecchia
Formazione e coordinamento manovratori di Irene Vecchia