Pinocchio Lorenzo Giotti (Pinocchio), Damiano Felici (Domatore), Lorenzo Mosconi (Uomo Palla)_ph Fabrizio Sansoni

Pinocchio, una fantasia: un omaggio al burattino che sognava di diventare un bambino vero

«C’era una volta un pezzo di legno», scrive, nel 1881, Carlo Collodi, introducendo quello che sarebbe diventato il suo più celebre personaggio, Pinocchio.
E nel 2022, il coreografo Giorgio Mancini ha voluto omaggiare il grande scrittore toscano con il balletto Pinocchio, una fantasia. A un anno di distanza dalla sua creazione, lo spettacolo è andato in scena, il 27 e 28 dicembre, al Teatro Argentina di Roma, in un atto unico danzato interamente dagli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera.

Il Grillo Parlante, la Fata Turchina, Geppetto, Mangiafuoco, sono solo alcuni personaggi che animano la storia di Pinocchio, il bambino fatto di legno che sognava di diventare un bambino vero. La coreografia proposta da Giorgio Mancini per i giovani allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera inizia proprio con il protagonista che prende vita nella penombra della bottega del suo costruttore. È a partire da questo avvenimento che si susseguono i diversi quadri, nei quali variegate figure animano le avventure di Pinocchio. Ed ecco apparire in scena i compagni di scuola, che eseguono una coreografia corale con la loro maestra, il Gatto e la Volpe, che danzano su note che ricordano la Nuova Compagnia di Canto Popolare e sul leitmotiv «buonasera padrone di casa, ‘o male jesc e ‘o bene tras’»; e ancora i personaggi del Paese dei Balocchi, in costumi di acrobati sullo stile del periodo rosa di Pablo Picasso.

Pinocchio appare come un ragazzino pieno di vita e di voglia di scoprire il mondo.
Come la storia prevede, dovrà superarne tante, prima di diventare una persona in carne e ossa. E questo suo percorso personale si ritroverà anche nella danza, che alterna momenti gioiosi e corali, vicini al mondo dell’infanzia e dell’ingenuità della giovane età, a momenti intimi e raccolti, ma pur sempre di crescita personale. Il ritmo incalzante del ballo e le luci calde dei momenti corali si contrappongono armoniosamente alla danza fluida e all’atmosfera dal sapore romantico dei pezzi solisti e dei passi a due, in una coreografia variegata che lascia sempre attento lo spettatore via via che la storia del burattino prosegue. Il pubblico viene facilmente calato dalla messa in scena nel susseguirsi di eventi previsti dal racconto, metafora degli ostacoli e delle sorprese che la vita pone man mano che la si percorre.

Interessante è l’uso delle musiche in relazione alla danza, passando dal recitativo ai brani di Tchaikovsky, dalle melodie di Nicola Piovani alla Tarantella di Gottschalk e a O mio babbino caro di Giacomo Puccini, che risuona nel toccante pas de deux tra Pinocchio e Geppetto. La musica si presenta ora in forma di puro accompagnamento dei passi, ora in forma straniante e originale rispetto a ciò che si vede in scena, rendendo le coreografie variegate e inaspettate, quadro dopo quadro.

Una messa in scena frizzante e ricca di colore, dai costumi, alle luci, alle coreografie corali, nelle quali i ballerini di tutti i corsi mettono in mostra le proprie capacità tecniche e le altrettante doti attoriali. Di stampo accademico risulta la Fata Turchina, in particolar modo nell’esecuzione di variazioni che ricordano celebri figure del balletto ottocentesco come la Fata dei Lillà de La Bella Addormentata o la Fata Confetto de Lo Schiaccianoci. Ed è proprio questo onirico personaggio dal vaporoso tutù bianco ad accompagnare il protagonista nel susseguirsi dei quadri, e dunque della sua scoperta del mondo e di sé stesso. Tra gli omaggi al balletto accademico vi è anche la variazione di Cupido, tratta dal Don Quixote di Ludwig Minkus e qui inserita nel contesto del Paese dei Balocchi, che restituisce un’immagine da divertissment ottocentesco lungo le avventure di Pinocchio a metà tra fantastico e reale.


Pinocchio, una fantasia

Balletto in un atto e cinque scene
Coreografia di Giorgio Mancini
Musiche di Nicola Piovani, Louis Moreau Gottschalk, Giacomo Puccini, Fiorenzo Carpi, Ludwig Minkus, Pëtr Ilic’ Tchaikovsky
Con la partecipazione degli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Eleonora Abbagnato

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