Oscar De Summa è tornato al Teatro Basilica con «La sorella di Gesucristo», in scena dal 15 al 17 marzo 2024

La sorella di Gesucristo: teatro da ruminare

Tornato in scena dal 15 al 17 marzo 2024 presso il Teatro Basilica di Roma, di e con Oscar De Summa, il progetto luci e scena di Matteo Gozzi, i disegni di Massimo Pastore, la produzione de La Corte Ospitale, Attodue, Armunia – Castiglioncello, il sostegno de La Casa delle Storie e Corsia Of.
De La sorella di Gesucristo si è già discusso qui.

Ma questo spettacolo non esaurisce se stesso in un tempo confinato, continua a parlare anche a distanza di anni dalla sua prima messinscena.
La ragione di questa eloquenza risiede nel contenuto della narrazione, dall’esigenza registica di raccontare un fatto privato, al riconoscimento del valore universale che tale fatto possiede.
Per sua stessa ammissione De Summa prende spunto dalla cronaca nera di Erchie, piccolo nucleo urbano della provincia di Brindisi, dove, a cavallo degli anni Ottanta, si consuma una violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane. Ogni abitante è a conoscenza dell’accaduto, ma soggiace alle regole non scritte del villaggio.
Da quest’onta De Summa trae materiale per la chiusura della Trilogia della provincia.
La Maria vendicatrice si fa largo tra le figure del racconto e attraversando a passo deciso il palcoscenico, arriva sgomitante fino alla prima fila; non ha bisogno di aprire bocca, basta la sua figura sola a sussurrare parole di incitamento alle donne in sala.
Così, accanto alla anziana madre del racconto, alla Lea e alla Patrizia Cavallo1 prende posto anche la spettatrice più inconsapevole e, tutte insieme, queste si dispongono a coprire le spalle alla sopravvissuta, ormai al centro dello spazio con una nove millimetri in mano.
Dunque, Maria è donna ficta e donna sapiens allo stesso tempo. È viva in scena e parla ad altre Marie, a coloro che hanno represso il bisogno di vendetta senza aver mai dimenticato il torto.
A fronte di ciò, La sorella di Gesucristo può leggersi dramma della violenza come risposta a più necessità.
In primis, alla necessità di dare sfogo alla rabbia, rabbia che è sentimento individuale e collettivo tradotto, nell’accezione classica di tramandato attraverso le generazioni, da madre in figlia.
Ed ecco l’attualità del testo.
Nel 2024 le illustrazioni di Massimo Pastore sigillano più di otto anni di femminismo della Quarta
ondata
, eppure in Italia la problematizzazione della questione di genere sembra sensibilmente diversa
già dal vicino 2023.
I casi Tramontano e Cecchettin hanno avvicinato le masse al movimento transfemminista più di quanto
ogni manifestazione abbia mai fatto prima e proprio la furia delle donne è stata oggetto di nuove riflessioni.
E se interrogarsi sulla dissonanza tra il grido di bruciamo tutto e la contemporanea protesta mutilata è o dovrebbe essere motore di un profondo confronto interno alle assemblee, l’eco di quell’urlo rimane.
L’autrice e attivista Valeria Fonte (cfr. Vittime maiDeAgostini editore), traendo spunto da Valerie Solanas (cfr. S.C.U.M. Manifesto per l’eliminazione dei maschi, 1967 e Up your Ass, 1965-‘67), capovolge la placida retorica di chi non riconosce più le vittime di violenza maschile come tali, quando esse decidono di rispondere alla ferocia subita con altra ferocia.
Fonte rivendica la possibilità di essere questo altro, la volontà di rifiutare lo status di martire, analizza l’etica del perdono come nutrimento del potere dei carnefici, ne smaschera i legami con il post-capitalismo.
Ma la violenza in De Summa è anche ricerca del senso e perciò risposta alla fame di coscienza. La brutalità come strategia per ingannare se stessi e il tempo, nello sconsolato vuoto dei viottoli di paese, specchio dell’assoluto deserto dell’animo.

  1. omaggio alla poetessa lesbica Patrizia Cavalli, fervida pensatrice e femminista italiana. ↩︎

La sorella di Gesucristo

di e con Oscar De Summa
progetto luci e scena Matteo Gozzi
disegni Massimo Pastore
produzione La Corte Ospitale, Attodue, Armunia – Castiglioncello Festival Inequilibrio
con il sostegno de La Casa delle Storie e Corsia Of

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