De Gasperi: l’Europa brucia. Lo spettacolo di Angela Dematté, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, Lac Lugano Arte e Cultura, La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, ha fatto tappa al Teatro Vascello di Roma, dal 19 al 24 marzo. In scena, l’attore Paolo Pierobon nel ruolo di Alcide De Gasperi, affiancato da Giovanni Crippa, Emiliano Masala, Livia Rossi e Francesco Maruccia. Uno sguardo intenso su alcuni momenti salienti della vita del noto politico, tra i fondatori della Democrazia Cristiana, nell’arco di tempo che va dal 1946 al 1954, anno della sua scomparsa.
«Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia è contro di me», ripete più volte un uomo a sua figlia, che lo sta aiutando a scrivere un discorso da tenersi durante la Conferenza di Pace a Parigi. Siamo nel 1946, e l’uomo in questione è Alcide De Gasperi, politico, tra i fondatori del partito della DC (Democrazia Cristiana). Quest’ultimo è rappresentato, nello spettacolo diretto da Carmelo Rifici, da un poliedrico Paolo Pierobon, che mette in luce, nella sua interpretazione, tutte le sfaccettature del politico, del padre, dell’uomo De Gasperi.
La messa in scena si svolge in un perenne interno, ora casa di De Gasperi in Valsugana, ora la sua residenza a Roma, o ancora la stanza d’hotel a Washington, in un susseguirsi di dialoghi che lo vedono rapportarsi con personalità salienti della sua vita politica e privata. Tra queste, il “collega” Palmiro Togliatti, col quale discuterà in seguito all’uscita dal governo del Partito Comunista – che culminerà nella vittoria della DC del 1948 –, la figlia Francesca Romana, che lo accompagnerà negli Stati Uniti, o l’ambasciatore americano Dunn, che gli suggerirà di prendere le distanze da alcuni membri della Sinistra Italiana. Questo continuo dialogo di De Gasperi, messo in pausa solo dalle parentesi dei discorsi ufficiali tenuti alle Camere, insiste fortemente sulla tenacia e sulla volontà del politico di arrivare a un nuovo rapporto con il popolo italiano del dopoguerra, sotto la guida di un giovane partito destinato a durare nella storia della politica italiana.
Una bandiera sventola di continuo sul palcoscenico, ora rossa, ora bianca, con colori che simboleggiano i partiti politici a cui si fa riferimento in scena, ma anche i momenti di sconfitta e crisi personale, in un viaggio per il pubblico – attraverso tappe fondamentali – negli anni decisivi per l’ascesa al governo di quella che il protagonista definisce «due parole perfette l’una accanto all’altra»: la Democrazia Cristiana. Dio è spesso citato nelle parole del personaggio De Gasperi: prende a esempio la politica statunitense, nella quale «entra la parola Dio», e cita Gesù Cristo come un primo portavoce di un’idea di comunità, di Internazionale.
L’interpretazione del protagonista Paolo Pierobon è caratterizzata dalla totale immersione, espressiva e recitativa, nel personaggio di De Gasperi, in una continua variazione di toni e atteggiamenti, spostandosi agilmente dai momenti di intimità familiare del personaggio, come quelli trascorsi con la figlia, a quelli, più imperiosi e ufficiali, dei discorsi tenuti alla Camera dei Deputati, al Consiglio Nord Atlantico di Ottawa, o all’Assemblea Costituente di Montecitorio. L’intera compagnia caratterizza al meglio i volti che De Gasperi incontra, dalle personalità politiche di spicco fino alla “voce del popolo” ̶ rintracciabile nel giovane uomo materano ̶ che dialogano, discutono e si animano con il politico, come se i quadri che si susseguono fossero, a tratti, una proiezione della coscienza e della crisi interiore del protagonista. «Mi hanno insegnato a perseguire la giustizia, la correttezza… non ho imparato molto altro», dice in un piccolo a parte con cui ha inizio la narrazione.
Le immagini del funerale di Alcide De Gasperi del 1954, scorrono, proiettate su quelle che sono state le grandi tende bianche dei suoi uffici e della sua casa, in un vorticoso finale nel quale la vera voce registrata del politico risuona in sala ripetendo quei discorsi che il pubblico ha sentito preparare anni prima, lungo l’intero spettacolo. L’interprete di Francesca Romana De Gasperi entra per un’ultima volta in scena, leggendo agli spettatori una lettera che la figlia del fondatore della DC scrisse per suo padre pochi anni prima di morire.
De Gasperi: l’Europa brucia
Di Angela Demattè con Paolo Pierobon, Giovanni Crippa, Emiliano Masala, Livia Rossi, Francesco Maruccia regia Carmelo Rifici scene Daniele Spanò costumi Margherita Baldoni luci Gianni Straropoli musiche Federica Furlani produzione Teatro Stabile di Bolzano, Lac Lugano Arte e Cultura, La Fabbrica dell’Attore teatro Vascello, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento in collaborazione con FONDAZIONE TRENTINA ALCIDE DE GASPERI e CTB – Centro Teatrale Bresciano