In scena dal 27 al 28 marzo 2024 presso il TeatroBasilica nell’arco della stagione teatrale Muffa,
Super Santos: uno che ce l’ha fatta, scritto e interpretato da Donato Paternoster, con l’aiuto di
Simone Faloppa nelle vesti di dramaturg, l’assistenza di Barbara Scarciolla, la consulenza scenica
di Federico Biancalani, il disegno luci di Martin Emanuel Palma.
Una produzione di Pagina40 e IAC Centro Arti Integrate.
Lo spettacolo prende forma tra lo spogliatoio e il prato appena tagliato di un campo da calcio per
mezzo del racconto di Graziano Lorusso, interpretato da un emozionato Paternoster che non
smette di sudare nel suo acetato azzurro. Lorusso è un giovane, classe 1974, nato a Gravina di
Puglia con i tacchetti già allacciati alle caviglie, tanto che a soli otto anni riesce a distinguersi dai
suoi compagni di gioco grazie alle prodezze compiute pallone al piede. A undici si fa notare dai
talent scout del Bologna Calcio, che lo prendono in custodia permettendogli di perfezionare la
propria tecnica, senza rinunciare alla scuola dell’obbligo.
Da studente, infatti, Lorusso perde un solo giorno di scuola nella stagione del 1988, quando
insieme alla primavera di Ballardini porta lo scudetto in trionfo sotto le due torri.
Con Alex Del Piero fa sfoggio della propria bravura durante i mondiali Under17, conturbando le
fantasie di Sacchi che tenta di trascinarlo in nazionale Under21, ma la retrocessione in C2 dei
rossoblu ridimensiona le aspettative del talentuoso Graziano, il quale da questo momento in poi si
trova ad affrontare una profonda crisi esistenziale, che lo porterà a svestire la divisa azzurra in
favore del saio.
Come un contemporaneo Giovanni di Pietro Di Bernardone, Lorusso si spoglia di ogni
possedimento e consacra la propria vita alla carità francescana, diventa frate, poi si trasferisce a
Copertino (Lecce) e qui viene ordinato sacerdote della basilica di San Giuseppe.
Durante il rosario non manca di nominare anche Diego Armando Maradona, sempre sia lodato.
Come fa Paternoster, che nel suo monologo riporta alla mente le gesta del Napoli nell’annata del
double, quel 1987 che regala ai partenopei il primo scudetto della storia e la terza vittoria in coppa
Italia.
Quel 1987 così strabiliante da portare alla nascita di una delle fake news più divertenti della
stampa rosa: «Doppietta azzurra: gruppo di tifosi del Napoli graffita le mura cimiteriali di
Poggioreale con la scritta CHE VI SIETE PERSI…».
Nella realtà, la frase compare solo nel più recente 2012, ma a Pomigliano d’Arco.
Lo spettacolo di Paternoster ripercorre quegli attimi di entusiasmo collettivo e gioca con la
ritualità del pallone, l’attore-sacerdote si serve del turibolo per incensare lo spazio scenico e beve
del Gatorade da una coppa trofeo durante il miracolo eucaristico. Nella messa calcistica la catarsi
del tifo purifica l’uomo e lo allontana dal percepirsi testimone di un incontro più duro del derby,
quello dell’umanità con il presente post 11 settembre, una contemporanea distopia da allontanare
sulle note di Cosa sarà di Lucio Dalla.
Crediti
Donato Paternoster testo
Simone Faloppa dramaturg
Barbara Scarciolla assistente
Federico Biancalani consulente scenico
Martin Emanuel Palma disegno luci
Pagina40 e IAC Centro Arti Integrate produzione