Immagina \\ Festival Internazionale del Teatro di Figura di Roma

Solo: a metà tra il vero e il non vero

Se c’è una certezza nella vita umana è che si muore.
È un tema che ha attraversato il teatro nei secoli, su cui l’uomo da sempre si interroga e su cui si è soffermato anche Walter Broggini, le cui riflessioni sono culminate nel suo spettacolo intitolato Solo.

Solo non è una prima nazionale, ha già un’età, ma è una prima romana; uno dei requisiti per essere ammessi al festival IMMAGINA, che lo ha ospitato per l’edizione del 2024, è infatti quello di proporre uno spettacolo mai messo in scena nella capitale.

Solo è uno spettacolo in quattro brevi atti indipendenti, incorniciati in quello che sembra essere uno scorcio sulla vita della Morte.
È con lei, stanca e affaticata, ma anche molto allegra, che si apre lo spettacolo. Il suo riposo è costantemente interrotto da piccoli eventi banali, per lei esilaranti, di cui condivide il divertimento con il pubblico.

SOLO \\ Spettacolo di humour nero per pubblico adulto

Una volta stabilito il legame con gli spettatori, iniziano gli atti.
Ognuno è presentato da un breve intervallo in cui una morte in miniatura, in movimento su un giradischi, anticipa il contenuto degli atti: Frammenti, Filo, La condanna inevitabile, L’ultimo sogno. Questi sono slegati l’uno dall’altro, se non per il tema: la morte appunto, che i protagonisti cercano evidentemente senza successo di fuggire.

Solo si regge su uno straordinario equilibrio di comico e tragico. Ai protagonisti accadono cose tremende: perdono arti, le loro interiora fuoriescono, si tramutano in assassini, vengono tumulati “vivi” perché è giunto il loro momento. Ma tutto accade per mano loro, compiono scelte e ne subiscono conseguenze tali che la morte che infine li coglie sembra quasi salvarli. Si trovano in situazioni tremende, chiedono aiuto, ma chi li può salvare? Chi ci può salvare?

Quanto avviene in Solo è forse meno surreale di quanto possa apparire. L’idea della morte, propria e delle persone care, tocca tutti. La voglia di ritardarla quanto più possibile è un pensiero comune. Le marionette senza sesso – solo la Morte ci appare una volta dotata di un seno e una volta di un pene – sembrano rappresentare l’essere umano nella sua forma più neutra; sono uno e sono tutte. E ne mettono in scena i pensieri più semplici e intimi.

Nelle abili mani di Broggini e grazie ad uno scheletro realizzato ad hoc, i movimenti così fluidi pur essendo spezzati, sono straordinariamente dettagliati; riescono rendere terribilmente umane le loro emozioni. Ma proprio quando la disperazione delle marionette e quella del pubblico coinvolto sta per prendere il sopravvento, ecco che torna il gioco. Broggini vi partecipa nelle vesti di burattinaio e di Cattivo, interagisce con il pubblico e con le marionette. Non esiste la quarta parete, non esiste differenza tra noi e loro.

L’intero spettacolo non ha parole. Broggini mugugna, sussurra, indica, per sé – quando interagisce con le marionette – e per i suoi personaggi. Il tutto è accompagnato dalla trama sonora realizzata live dai musicisti e burattinai Giorgio Rizzi e Roberto Scala, attivi nella compagnia di Broggini.

Nel confronto con gli studenti del DAMS dell’Università RomaTre che segue lo spettacolo, ma che rimane aperto a chiunque voglia partecipare, Broggini sostiene che il linguaggio del teatro di figura è il gesto e la parola da sola non basta. Per lui, questo genere di teatro è «ontologicamente connesso» al tema della morte: oggetti inanimati prendono vita perché tutti siamo disposti a credere che sia così, perché le abili mani di chi guida lo permettono.
Il resto è superfluo. E anche la tragedia della morte può diventare bella, poetica, ironica.


Solo

Di e con Walter Broggini
Accompagnamento musicale di Giorgio Rizzi e Roberto Scala

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