Il Teatro dell’Opera di Roma presenta, per la stagione 2023/24, l’intramontabile coreografia di Marius Petipa, Il Lago Dei Cigni, su musiche di Pëtr Ilic’ Tchaikovsky.
Dal 19 al 27 giugno è andata in scena al Teatro Costanzi una fresca versione dello storico balletto, curata dal coreografo Benjamin Pech – già ex danseur étoile del Ballet de l’Opéra de Paris – in collaborazione con Isabelle Guerin e Gillian Whittingham.
Dopo il successo de Lo schiaccianoci, portato in scena nel periodo natalizio, e in vista de La bella addormentata, in programma a settembre, nella cornice del Teatro Costanzi – Teatro dell’Opera di Roma va in scena il primo capolavoro nato dal sodalizio tra il compositore russo Pëtr Ilic’ Tchaikovsky e il coreografo francese Marius Petipa: Il lago dei cigni.
Dal 1877 ad oggi, negli anni si sono susseguite innumerevoli versioni del balletto, che vede protagonista la tragica storia d’amore fra la giovane Odette, trasformata in cigno, e il principe Sigfried: dalle più classiche, ormai in repertorio in tutti i grandi teatri d’opera del mondo, alle più innovative, come Swan Lake di Matthew Bourne del 1995, con un corpo di ballo interamente al maschile.
Si alza il sipario e un breve prologo accoglie il pubblico in sala. La protagonista è ancora una giovane donna intenta a raccogliere fiori nel bosco. Sopraggiunge il malvagio Rothbart, che la rapisce e la trasforma in un candido cigno. La coreografia si sviluppa in quattro atti, nei quali si alternano coloratissime scene di feste e divertissment presso la corte a momenti più cupi e lugubri sotto il chiaro di luna, che fa da sfondo al lago nel quale sono intrappolate le ragazze – cigno, in un’atmosfera che rende omaggio agli atti bianchi tipici del balletto romantico.
Nella messa in scena curata dal coreografo Benjamin Pech, è lasciato grande spazio alle coreografie corali: fin dal primo atto, giocato cromaticamente sui toni del blu e dell’azzurro, fino al lilla, si ha il piacere di assistere a coreografie di gruppo, che ricordano a tratti i grandiosi valzer del repertorio classico, come il valzer dei fiori de Lo schiaccianoci, e che amplificano la dinamicità del momento di festa. Ma è solo nel secondo e nel quarto atto, in forte contrasto col primo e col terzo, che le danze festose lasciano spazio alle tragiche coreografie dei cigni, eseguite dal nutrito corpo di ballo e caratterizzate da incroci e figure geometriche ad incorniciare la protagonista.
Nella serata del 27 giugno, i ballerini ospiti Fumi Kaneko e Vadim Muntagirov, stelle del Royal Ballet di Londra, danno vita ai due protagonisti della storia. Il personaggio principale femminile è da sempre un banco di prova per ogni ballerina, in quanto sdoppiato in due figure: quella di Odette, la dolce ragazza imprigionata nel corpo di cigno e sinceramente innamorata del giovane principe, e quella di Odile, ingannatrice e scaltra, che con un sotterfugio fa innamorare di sé Sigfried. Le due donne sono per tradizione interpretate dalla stessa persona, in questo caso la prima ballerina Fumi Kaneko. Nella coreografia, questa doppiezza è espressa in particolar modo dal celebre pas de deux del terzo atto, nel quale l’interprete di Odile si contraddistingue per i vorticosi passi di danza che seducono il protagonista maschile, a contrasto con i morbidi movimenti delle variazioni che caratterizzano Odette.
Fumi Kaneko riporta, con grandi capacità espressive, il tema della doppia personalità che contraddistingue il balletto, passando dall’atteggiamento rassegnato e triste del volto di Odette, a un’espressione fiera e sprezzante in quello di Odile. L’impeccabile tecnica dimostrata nei brani più noti della coreografia, come nei famosi trentadue fouettés eseguiti nel corso del terzo atto, i movimenti morbidi ma decisi delle braccia e delle gambe, o ancora la capacità di controllo del corpo, regalano allo spettatore un’immersione in quella che è la pura arte della danza.
Allo stesso tempo Muntagirov spicca nella drammaticità del personaggio, mettendone in mostra il lato psicologico, nonché nelle spiccate competenze tecniche che lo contraddistinguono lungo le numerose variazioni di repertorio. A differenza di come accadeva all’epoca della creazione del balletto, al protagonista maschile è restituita in questo modo grande importanza lungo l’intero spettacolo, come si può vedere ad esempio all’inizio del quarto atto: il sipario si alza per l’ultima volta, e al centro della scena c’è proprio lui, Sigfried, seduto a terra, come stesse riflettendo, forse su sé stesso, in una posizione che ricorda il Galata morente di Epigono.
«Le nostre braccia hanno origine dalla schiena perché un tempo erano ali» (Martha Graham)
Il Lago dei Cigni
musica di Pëtr Ilic’ Tchaikovsky
direttore Koen Kessels
coreografia Benjamin Pech
assistenti coreografia Isabelle Guerin, Gillian Whittingham
scene e costumi Aldo Buti
luci Vinicio Cheli
Interpreti principali
Odette/Odile Rebecca Bianchi, Fumi Kaneko, Alessandra Amato, Marianna Suriano
Principe Sigfried Alessio Rezza,Vadim Muntagirov, Michele Satriano, Claudio Cocino
Benno Mattia Tortora, Walter Maimone, Alessio Rezza
Orchestra, Étoiles, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Allestimento Teatro dell’Opera di Roma