Continuano le restituzioni del progetto di scrittura critica Una platea tutta per sé, curata da Le Nottole per Tendance – festival di danza contemporanea insieme alle studentesse e agli studenti del Liceo Classico Statale Dante Alighieri di Latina.
Per il secondo diario di bordo (qui trovate il primo), la studentessa Flavia Genovesi racconta delle performance realizzate presso il Museo Cambellotti di Latina attraverso una sintesi del Progetto Tandem curato dalla compagnia DNA e una breve intervista con la coreografa Irene Russolillo su FÀTICO SET.
Il giorno 17 maggio alle ore 17.30 grazie alla formatrice e coreografa Elisa Pagani e ad un gruppo di giovani danzatrici provenienti da Bologna, è stato messo in scena presso il Museo Cambellotti di Latina il Triple Bill del Progetto Tandem, il secondo spettacolo del festival annuale di danza contemporanea Tendance, svoltosi a Latina, Sezze e Pontinia dal 16 maggio al 26 maggio, progettato da Rosa Shocking e diretto da Danila Blasi e Ricky Bonavita.
Triple Bill consisteva nel rappresentare delle storie distinte fra loro attraverso tre coreografie di danza contemporanea della durata di 15 minuti circa.
La prima coreografia Counterpoints – working title di Adriana Borriello suscita dinamicità e ricorda gli ingranaggi di una macchina, che alla fine va’ in cortocircuito poiché è eccessivamente carica del progresso di cui si fa inevitabilmente portatrice autodistruggendosi. La seconda coreografia Practice INA di Sharon Fridman è una coreografia che richiede molta resistenza fisica e una grande flessibilità, i corpi delle danzatrici si univano fra loro e si muovevano con il medesimo ritmo, andando a comporre delle figure apparentemente bizzarre che però nascondono dentro un fondo di verità, poiché tutto nell’universo si muove con un ritmo scandito e ben preciso.
La terza coreografia Per primo, il mio nome di Elisa Pagani ha al suo interno molti elementi di danza neoclassica rispetto alle prime due coreografie.
Il componimento musicale scelto da Elisa Pagani è infatti Nocturne No. 2 in E-Flat Major, Op. 9 No. 2 di Frédéric Chopin che pone il focus sulla repressione dell’individuo e l’abbandono della propria terra natia per un futuro migliore, facendoci notare come i problemi sociali odierni siano strettamente connaturati nella classicità più remota.
Lo spettacolo nel complesso, accompagna lo spettatore in un viaggio con una meta che però sta a noi definire in quanto la danza, come ogni altra forma d’arte, non può essere ingabbiata in un’ideologia unica e separata, ma deve poter nutrire la mente di ognuno di noi e darci l’opportunità di riflettere su ciò che vediamo nel suo interno.
PROGETTO TANDEM – Triple bill
Practice INA
coreografie SHARON FRIDMAN, con la collaborazione di TOMER NAVOT
assistente alla coreografia TOMER NAVOT
Counterpoints – working title
coreografie ADRIANA BORRIELLO
Per primo, il mio nome
Coreografie Elisa Pagani
direttrice prove CHIARA MEROLLA
direzione artistica ELISA PAGANI
con ALESSIA FUGHELLI, ALESSIA LOMBARDI, ARIANNA TERRENO, DEBORAH DOZZI, FEDERICA DE FILIPPI, FRANCESCA RUSSO, GAIA STACCHINI, MARIANNA DE VITO, MARTA BONERA
una produzione DNA – ASSOCIAZIONE CULTURALE DANZA, realizzata nell’ambito di TANDEM – TRAINING ART NETWORD FOR DANCE EDUCATION AND MOVEMENT, un progetto finanziato dall’UNIONE EUROPEA nell’ambito del programma ERASMUS+

A seguire, l’intervista realizzata da Flavia Genovesi alla coreografa Irene Russolillo su FÀTICO SET, una pratica collettiva di ascolto in relazione al movimento, declinazione partecipativa dello spettacolo FÀTICO, punto di incontro tra un concerto e un workshop, in uno spazio condiviso.
Qual è il messaggio che lo spettacolo vuole trasmettere al pubblico?
Fàtico SET non è uno spettacolo, ma una pratica corporea (che coinvolge il movimento e la voce) in cui il pubblico è partecipante: è una pratica performativa dove il performativo è reciproco, non c’è uno sguardo esterno. Ciò che viene trasmesso si propaga in maniera fisica, il messaggio passa di corpo in corpo, facendo del tempo dell’ascolto un atto collettivo di movimento.
Qual è il significato del titolo?
Fàtico è un messaggio che non ha come finalità dare informazioni o comunicare un’intenzione, è un messaggio “puro” che desidera favorire una relazione, detto in termini metaforici una maglia tesa tra chi pronuncia e chi riceve, per entrare in una forma di contatto “quasi-fisica” grazie alla voce e al suono.
Potrebbe descrivere, con solo tre termini, il viaggio che compie il corpo all’interno dello spettacolo?
meditativo, vibratile, ritmico
La musica sulla quale le persone si muovono è funzionale all’esprimere emozioni di tipo sensoriale?
In Fàtico SET, la musica è l’espressione del desiderio di suonare che è alla ricerca del desiderio di danzare, e dialogando con una coreografia, fa muovere insieme gli sguardi, le posture e i gesti delle persone che prendono parte.
Perché in questo caso la pratica collettiva è più efficace di quella singola?
Il tempo dell’ascolto, sia esso più musicale o spirituale, è spesso un tempo intimo, personale. Praticare l’ascolto attraverso il movimento, insieme alle altre persone, permette di rendere visibile l’esperienza dell’ascolto, grazie alla coreografia, in una pluralità di corpi “accordati” tra loro, e questo avviene nel momento, senza una preparazione pregressa. Che delle persone decidano di fare-insieme un esercizio poetico, facendo esperienza di qualcosa di intimo in uno spazio condiviso, ai miei occhi è prezioso, è ciò che mi fa amare la politica.
FÀTICO SET
progetto, coreografia, scrittura vocale, performance|conduzione IRENE RUSSOLILLO
creazione del suono, scrittura vocale, performance|conduzione EDOARDO SANSONNE/KAWABATE
produzione ORBITA | SPELLBOUND – centro nazionale di produzione della danza di Roma
col sostegno in residenza di FUORIMARGINE centro di produzione di danza e arti performative della Sardegna