di Giacomo Russo
A Better place è un duetto coreografato e diretto da Mauro Astolfi andato in scena il 19 maggio scorso, all’ OperaPrima Teatro di Latina. Lo spettacolo affronta il tema della ricerca d’un posto migliore dove è possibile trovare o attrarre qualcuno. Tema oggi ricorrente pensando all’immigrazione, migliaia di persone che fuggono dalla propria terra per questione di povertà o di conflitti. Dove sperano di raggiungere un luogo in cui possano risollevare la propria situazione trovando fortuna e persone che rispettino la loro dignità personale.
Lo spettacolo presenta una coreografia dinamica formando così un equilibrio tra i vari passi dei danzatori, denotando anche una forte sincronia con la musica. I movimenti più veloci e quelli più lenti corrispondono perfettamente anche alla melodia: i danzatori eseguono movimenti lenti con una melodia dolce, e movimenti veloci con una melodia ritmata, creando in questo modo un’armonia visiva. Ricordano le fasi d’un viaggio, dove ai gesti lenti corrisponde il timore dell’ignoto poiché non si sa come potrà finire; mentre a quelli svelti corrisponde la speranza dei viaggiatori, che nonostante le proprie paure continuano ad andare avanti.
Sul palcoscenico la rappresentazione dei due aspetti del tema: da una parte, un ambiente illusorio formato dall’illuminazione crescente e graduale (rimanendo però leggera) dei fari, dall’altra, un luogo solitario riprodotto dallo sfondo nero e dall’illuminazione scarsa. Le luci e la scenografia hanno avuto un ruolo importante per coinvolgere il pubblico e immergerlo nelle diverse atmosfere, mostrando la tensione tra il sentirsi soli e il voler stare con gli altri. Un altro elemento degno di nota sono i riflettori posti al lato destro del palco che si accendevano con un ritmo tale da mettere in risalto alcuni movimenti con le ombre proiettate sul muro opposto, creando così un effetto visivo interessante. Per quanto riguarda l’audio, coopera alla formazione d’un ambiente coinvolgente, mantenendo costante l’attenzione dello spettatore.
Dal sogno di trovare un nuovo mondo, a come impostare le relazioni interpersonali affinché siano sempre positive. Se ne parla in Ascent, spettacolo coreografato e diretto da Mauro Astolfi andato in scena la stessa sera sempre all’ Opera Prima Teatro di Latina. Lo spettacolo è centrato sull’idea di una distruzione creativa, dove un rapporto cambia continuamente e si trovano nuovi modi di vedere l’altro. Quest’ azione ciclica, evita che la fine di una relazione porti automaticamente all’inizio di un’altra.
L’inizio del duetto è segnato da movimenti lenti, che si fanno più dinamici e veloci con lo scorrere del tempo e sono caratterizzati con l’accompagnamento musicale. Si fanno pian piano più veloci con l’aumento del ritmo e più lenti con l’addolcirsi della melodia. Pochi minuti dopo l’inizio della messa in scena entra il secondo danzatore portando una nuova atmosfera di calma apparente. Per poco tempo però i danzatori vanno in sincronia. I loro movimenti che quasi si fondevano come se fossero di un unico corpo si fanno aggressivi. L’una prova a prevalere sull’altro e viceversa. La musica forma una climax, segna il momento dove i movimenti diventano improvvisi e istintivi.
L’illuminazione ha un ruolo importante per coinvolgere lo spettatore, evidenziando certi movimenti e catturando così tutta l’attenzione del pubblico.
A better place
Coreografia e regia Mauro Astolfi
Produzione Spellbound
Interpreti Anita Bonavida, Alessandro Piergentili
Disegno luci Marco Policastro
Musiche Keeley Forsyth
Ascent
Coreografia e regia Mauro Astolfi
Produzione Spellbound
Interpreti Anita Bonavida, Alessandro Piergentili
Disegno luci Marco Policastro
Musiche Keeley Forsyth