Viscous Porosity, porosità viscosa, è il titolo dato alla diciannovesima edizione di Short Theatre. Poroso, secondo la Treccani, è aggettivo per ciò che è caratterizzato da piccoli vuoti, che in alcune rocce divengono dimora di cristalli. Scoprire quali cristalli si celano in quegli spazi lasciati vuoti dagli studi maggiori sulla performance in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta è quanto ha realizzato Annalisa Sacchi nel suo libro: Inappropriabili. Relazioni, opere e lotte nelle arti performative in Italia (1959-1979), Marsilio Editore. Sacchi è ordinaria presso l’Università Iuav di Venezia e attualmente dirige il corso di laurea magistrale in Teatro e Arti Performative. Con lei hanno dialogato Viola Lo Moro, poeta e attivista lesbo-femminista, Giuseppe Allegri, Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni Politiche Comparate e Nicolas Martino, fondatore e editor di OperaViva, webzine che si occupa di filosofia, arte e politica. In essa i tre ospiti hanno pubblicato articoli dai quali hanno derivato il contenuto dei loro interventi.
Più che raccontare di cosa tratta Inappropriabili, Sacchi ha voluto descrivere il processo materiale di ideazione, costruzione e stesura del libro. Un viaggio di ricerca i cui semi sono stati piantati durante la sua carriera di studentessa universitaria, per poi germogliare con gli incarichi di ricercatrice e docente, e che, grazie all’ottenimento dello ERC – European Research Council Grant, la studiosa ha trasformato in un libro. In questi anni Sacchi ha individuato le problematiche principali nel suo settore di ricerca, quei vuoti che si è resa conto essere solo apparentemente tali. Per gli artisti attivi nel ventennio 1959-79 si possiede spesso solo una «letteratura secondaria» costituita prevalentemente da articoli critici; poco o nulla di quanto scritto dai protagonisti e dalle protagoniste è pubblicato. Anche quando si hanno monografie e studi su di loro, tali artisti e artiste vengono presentati come soggetti isolati, protagonisti di «epiche del genio solitario» le definisce Lo Moro.
Sacchi ha voluto colmare queste porosità, ricercare i cristalli che le popolavano in quelli che definisce «archivi diasporici», luoghi di memoria di ogni genere, pubblici o privati, disseminati per il territorio italiano. Ha ripreso storie conosciute e portato alla luce storie perdute per ricostruire una geografia di quella che Piersandra Di Matteo, direttrice artistica del festival, definisce una stagione fondamentale per la sperimentazione teatrale nazionale e non solo, perché l’Italia – e Sacchi lo sottolinea – è stata centro d’azione importante per artisti internazionali.
E allora le relazioni di artisti e artiste e tra artisti e artiste, il loro modo di porsi e imporsi rispetto alle lotte politiche che hanno caratterizzato quegli anni diventano il file rouge su cui si dipanano i cinque capitoli che compongono il volume. Così Sacchi scrive un saggio che scorre come un romanzo – lo affermano Allegri e Martino – raccontando le vicende di una scena performativa che si andava strutturando in relazione allo spazio e al tempo che artisti e artiste abitavano, ognuno a suo modo, ma ognuno con gli altri e le altre.
Cosa rimane dopo la scrittura di un libro, dopo la sua presentazione, dopo la sua lettura? È quello che si chiede Lo Moro. Rimangono le relazioni dei corpi, di quelli raccontati nel libro, che magari non ci sono più ma hanno lasciato tracce indelebili; di quelli dei presenti, ormai entrati in relazione con una storia che forse si conosceva, ma di cui Sacchi svela gli aspetti dimenticati e pur fondamentali a comprenderla.
Short Theatre – Anticipation of the Night
Annalisa Sacchi, Inappropriabili. Relazioni, opere e lotte nelle arti performative in Italia (1959-1979)
Modera Piersandra Di Matteo
Intervengono (in ordine di parola) Annalisa Sacchi, Viola Lo Moro, Giuseppe Allegri, Nicolas Martino